Secchezza oculare, una patologia da non sottovalutare

L'importanza della vista, la necessaria prevenzione, il ricorso all'oculista.

In questi ultimi tre anni abbiamo tanto sentito parlare di salute, prevenzione, emergenza sanitaria, pandemia… ma il Servizio Sanitario Nazionale sembra aver perso di vista quelle patologie che – seppur non esageratamente gravi – rendono difficile la vita di migliaia di cittadini.

Una di queste patologie è certamente identificabile nella secchezza oculare, o sindrome dell’occhio secco, che, per farla breve, è causata da un’insufficiente lacrimazione.

L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “Humanitas” di Milano, sostiene che “le conseguenze possono essere bruciori, pruriti, pizzicore, affaticamento oculare dopo la lettura, fastidio durante l’utilizzo delle lenti a contatto e formazione di piccole abrasioni sulla superficie dell’occhio”. Chiaramente tutte queste condizioni rendono difficile affrontare con serenità la giornata visto che gli occhi ci sono assolutamente utili per poter svolgere le più elementari funzioni.

Ma cosa causa questo tipo di patologia?

Lo stesso Istituto “Humanitas” specifica che “le cause possono essere l’esposizione al sole o ad un ambiente troppo secco, l’assunzione di farmaci contro il raffreddore o le allergie, il fumo (anche passivo), interventi chirurgici, traumi agli occhi o problemi con le lenti a contatto o più semplicemente l’invecchiamento”.

La causa più comune, comunque, resta l’insufficiente lacrimazione. La dottoressa Maria Grande, Farmacista, interpellata sul tema ha spiegato che “la causa della secchezza oculare va ricercata nell’esigua produzione e nella scarsa qualità delle nostre lacrime”.

Per ovviare in modo semplice a questa carenza organica la dottoressa Grande consiglia “l’uso di lacrime artificiali appositamente formulate per essere instillate anche indossando le lenti a contatto. Nella scelta di un buon collirio lubrificante, in virtù dell’uso frequente che questi disturbi richiedono, è preferibile optare per prodotti senza conservanti”.

Questa forma di automedicazione temporanea può essere risolutiva del problema. Se dopo qualche giorno il problema dovesse però persistere il consiglio degli esperti – che abbiamo assunto dall’Istituto “Humanitas” Gavazzeni – è quello di segnalare “la secchezza oculare al proprio medico soprattutto quando “c’è dolore o occhi arrossati, quando ci sono perdite dalle palpebre, secchezza della bocca, quando la secchezza fa seguito ad un trauma o quando c’è gonfiore, dolore o rigidità delle articolazioni”.

Un proverbio piemontese dice che “niente è buono agli occhi” che è traducibile con: gli occhi vanno preservati da attacchi esterni in quanto sono fragili e molto preziosi.

Una visita periodica (consigliata almeno una volta l’anno) da un oculista è sicuramente una scelta saggia per garantire un buon funzionamento dell’apparato visivo.

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Articolo pubblicato il 19/03/2023