La Procura della Repubblica di Padova contro le iscrizioni dei figli delle coppie gay

I dettami del Governo Meloni iniziano a sortire il loro effetto.

Lo scorso 1 aprile vi abbiamo parlato della chiara posizione del Governo Meloni rispetto alla vergognosa mercificazione dei bambini.

Oggi siamo a parlarvi della posizione assunta in tal senso dalla Procura della Repubblica di Padova che – come riportano i colleghi dell’ANSA – ha chiesto al Comune di Padova, nella persona del Sindaco Sergio Giordani, di fornire gli atti delle iscrizioni all’anagrafe dei figli di coppie gay.

Giorgia Meloni e il Ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, sono state molto chiare in merito: i sindaci non si devono sostituire allo Stato e non possono riconoscere negli atti anagrafici i figli che le coppie gay hanno ottenuto con l’orrida pratica dell’utero in affitto.

Gli atti a cui fa riferimento la Procura della Repubblica di Padova sono quelli relativi alle iscrizioni di figli di coppie omogenitoriali registrate sin dal 2017, “da quando cioè l’amministrazione di Centro - Sinistra ha scelto questa strada”.

Secondo fonti autorevoli si tratterebbe di 32 registrazioni avvenute in questi sei anni. Parrebbe trattarsi di tutti bambini di coppie di mamme. Il Tribunale di Padova, vista la presa di posizione del Governo Italiano, dopo attenta analisi, potrebbe annullare le trascrizioni fatte dai sindaci, smontando la demagogia della Sinistra nostrana.

La famiglia è formata da un papà, una mamma e dai loro bambini. Tutte le altre forme stravaganti di unione sono certamente meritevoli di rispetto ma non possono essere denominate “famiglia”.

Seguiremo l’evoluzione giuridica della questione e vi informeremo.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 15/04/2023