Un diplomatico russo innamorato della Mongolia
Al centro, seduto, Ivan J. Korostovetz nel 1900, a Port Arthur in Manciuria

Ivan Korostovetz, rilevante personaggio della Russia imperiale, ricordato dal nipote torinese

A suo tempo abbiamo recensito il libro “Memoires Olga I. Korostovetz (1895-1993)” edito da Pathos Edizioni, che narra episodi della vita avventurosa della figlia di un diplomatico zarista di successo, Ivan J. Korostovetz (1862-1933), rilevante personaggio della Russia imperiale. Questo diario è stato riportato alla luce dal nipote Carlo Gastone.

In considerazione dell’interesse che il personaggio ha suscitato, proponiamo ai Lettori di Civico20News una sintetica biografia del diplomatico russo che, a seguito delle tortuose vicende della Storia, ha avuto una discendenza torinese.

In questa panoramica biografica ci viene in aiuto l’esaustivo articolo “Ivan Yakovlevich Korostovetz” del professor Ookhnoi Batsaikhan dell’Accademia delle Scienze della Mongolia, apparso il 22 luglio 2018 sulla rivista on-line in lingua russa “Mongolia Oggi”.

Ivan Yakovlevich Korostovetz nasce il 25 agosto 1862, a Kiev, da nobile famiglia, figlio di Yakov I. ed Ekaterina P. Kartseva e inizia la sua carriera diplomatica subito dopo aver conseguito il diploma all’Alexander Lyceum nel 1884.

«Ben presto - scrive il professor Batsaikhan - fu nominato secondo segretario dell’ambasciata russa a Pechino dal 1890 al 1894. Dal 1894 al 1899 è Segretario della Missione dell’Impero russo a Lisbona; dal 1899 al 1902 è Capo dell’ufficio diplomatico del Comandante Supremo russo, Ammiraglio Alekseev a Port Arthur; dal 1902, Console Generale a Bushehr, Vice Direttore del Primo Dipartimento del Ministro degli Affari Esteri della Russia. Dal 1907 al 1912, Korostovetz è inviato a Pechino come Ministro straordinario e plenipotenziario della Russia».

Dall’ottobre 1913, è nominato plenipotenziario dell’Impero russo presso la corte persiana. Dal 1916 è Presidente del Consiglio di amministrazione della Banca contabile e marittima della Persia.

La ragione principale per cui ancor oggi la sua figura di diplomatico viene ricordata è strettamente legata agli accordi da lui curati con il governo mongolo. Korostovetz era stato infatti autorizzato dal governo russo a tali negoziati. A tal fine, nel settembre 1912 giunge nella capitale della Mongolia, al tempo chiamata Niislel Khuree, oggi Ulan Bator. Dopo aver partecipato a negoziati durati tre mesi, il 3 novembre 1912 viene firmato il trattato di amicizia mongolo-russo con allegato il Protocollo commerciale.

Il professor Batsaikhan così sottolinea la valenza di questo atto diplomatico:

«Il Trattato di amicizia, concluso il 3 novembre 1912, e i successivi negoziati furono di grande importanza politica per la Mongolia. Con questo trattato, l’Impero russo non solo ha riconosciuto ufficialmente la Mongolia e il suo governo, ma in seguito il trattato è stato adottato come base legale per garantire la sovranità statale.

Il fatto che la Mongolia abbia concluso un trattato con la Russia imperiale è stato un duro colpo per la politica espansionistica cinese perseguita a quel tempo da Pechino nei confronti della Mongolia, e ha portato alla necessità di negoziati tra il governo cinese e la Russia proprio sulla questione mongola.

Sebbene il Trattato di amicizia e il Protocollo commerciale del 1912 siano tradizionalmente considerati un documento economico, in realtà ebbero una grande importanza politica».

Nel 1911 vi è stata la dichiarazione d’indipendenza della Mongolia dalla Cina e il trattato stipulato l’anno successivo ad opera di Korostovetz viene ad assumere basilare importanza quale primo documento ufficiale che segna lo status della Mongolia stessa nell’area internazionale, assumendo tutte le caratteristiche di uno stato indipendente, che il professor Batsaikhan ben evidenzia nel suo ampio articolo.

Di Korostovetz è importante sottolineare l’apporto culturale nei confronti della Mongolia.

È autore di un corposo studio “Da Gengis Khan alla Repubblica Sovietica. Una breve storia della Mongolia con una rassegna speciale dei tempi moderni”, pubblicato a Berlino nel 1926 in lingua tedesca.

Ha collaborato con studiosi locali, come V. Kotvich, ricercatore delle lingue mongola e altàica, nonché autore di scavi archeologici nel bacino del fiume Orkhon. Con questi ha pubblicato una mappa geografica della Mongolia, dove rimane fino al maggio 1913, per poi essere nominato ambasciatore dell’Impero russo in Persia. Qui è sorpreso dallo scoppio della Rivoluzione di Ottobre.

Nel 1917, quando era un membro provvisorio della Duma a Pietrogrado, oggi San Pietroburgo, Korostovetz si rifiuta di collaborare con i bolscevichi. Ha quindi vissuto in esilio in Finlandia, Cina, Germania e Francia per poi morire a Parigi il 1° gennaio 1933.

Dal matrimonio con Alexandra V. Gordanov ha avuto tre figli, Flavius, Vadim e Olga, autrice delle già citate e recensite “Memoires” e nonna di Carlo Gastone, il quale si prodiga per conservare in Italia la memoria storica di un bisnonno che, come giustamente scrive il professor Batsaikhan, è stato «testimone di molti eventi importanti dell’inizio del XX secolo, legati alle relazioni russo-cinesi e russo-mongole [a proposito delle quali] ha lasciato articoli, libri e memorie preziosi e interessanti».

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Articolo pubblicato il 26/05/2023