4 giugno, Pecetto (TO) non è soltanto il paese delle ciliegie
Pecetto (Torino) - La chiesa di San Sebastiano

La chiesa di San Sebastiano è uno scrigno d’arte, storia e leggende

Come ogni anno, il 4 giugno a Pecetto si celebra la festa delle ciliegie, perché Pecetto è il paese delle ciliegie dal 1916 (1), ed è conosciuto ovunque per questo frutto delle sue colline. Questa tradizione ha inizio nel Novecento: alla Esposizione Internazionale di Torino del 1911, Pecetto offre ai visitatori graffioni sotto spirito; nel 1922 le “ceresere” (ragazze in costume locale) regalano ciuffi di ciliegie nel centro di Torino.

La storia del paese è assai più antica. Nel 1224 alcune famiglie chieresi chiedono di potersi insediare in tre altri luoghi (Bosio, Laudano, Canonico), come risulta dal Libro Rosso del Comune di Chieri (2).

La chiesa di San Sebastiano, che sorge in posizione panoramica a un trivio in vetta a una collina (da cui ci si può dirigere a Torino, a Chieri e a Moncalieri), racconta un pezzo di questa storia.

Risale al XV secolo, è accanto al cimitero (è di proprietà del Comune di Pecetto, viene aperta in occasione di eventi o manifestazioni culturali, fa parte del circuito “Chiese a porte aperte”). I due cipressi collocati di fronte le conferiscono un inconfondibile aspetto. È a tre navate, con l’abside quadrangolare; la volta del presbiterio affrescata da Guglielmo Fanti fra il 1440 e il 1450.

Da Pecetto passavano strade e percorsi, mercanti e pellegrini, la chiesa di San Sebastiano viene costruita in un luogo di transito importante per la sua epoca, vicinissimo alla Via Francigena, che passava per Chieri e Testona. Siamo all’interno della storia dei mercanti e banchieri chieresi, nella quale la tessitura ha giocato un ruolo rilevante. I prodotti tessili erano esportati nel nord delle Fiandre e in Germania e qui si coltivava anche il gualdo (istatis tinctoria), un’erba tintoria utilizzata da secoli per la realizzazione di tessuti e dipinti. Definita “l’oro blu di Chieri”, si possono conoscere la sua storia, coltivazione e utilizzo al Museo del Tessile di Chieri (3).

La chiesa di San Sebastiano è ricca di opere d’arte, che colpiscono per la complessa armonia, appena si apre la porta e la luce illumina l’interno.

Nell’abside vi è la Crocifissione di Antonio de Bazzanis, del 1470; sul lato destro dell’abside ha dipinto il Maestro degli Apostoli di Revigliasco, pittore anonimo appellato con un nome tipico del Medioevo e del Rinascimento.

Si possono anche scoprire la lapide sepolcrale del teologo Carlo Griva; una Madonna del Latte; lo stemma della nobile famiglia Vaudano; le cinque vergini con stemma della famiglia Bosio.

In controfacciata, Jacopino Longo ha dipinto una delicata Natività, datata 1508 con l'indicazione del committente Bernardino de Canonicis; interessante il simbolismo della capanna diroccata e del tetto sfondato a rappresentare la caducità delle cose del mondo.

Una tela collocata sul lato sinistro dell’abside, del 1631, rappresenta San Romualdo (4), a ricordo dei Camaldolesi (5) arrivati in zona nel 1602, per un voto di Carlo Emanuele I contro la peste del 1598. Nel Theatrum Sabaudiae è raffigurato l’Eremo dei Camaldolesi, ricco di opere d’arte, in parte conservate nella attuale chiesa parrocchiale del paese, e di cascinali sparsi sul territorio.

Nella terza campata della navata sinistra troviamo un ciclo pittorico di particolare interesse: le Storie di San Domenico della Calzada (con i miracoli di San Giacomo), che val la pena raccontare per esteso. Un giovane di singolare bellezza, fermatosi con i genitori in un albergo a San Domenico de la Calzada, sulla via del pellegrinaggio per Santiago de Compostela, è arrestato per le ingiuste accuse della figlia dell'albergatore, che si era invaghita di lui ed era stata respinta. Il giovane pellegrino, accusato di aver rubato un vaso d'argento messo nella sua sacca dalla fanciulla, è condannato all'impiccagione, ma viene miracolosamente tenuto in vita da san Giacomo. Al ritorno dal pellegrinaggio a Santiago, i genitori del giovane scoprono che il figlio è ancora vivo, e chiedono al giudice di rilasciarlo. Questi, intento a pranzare, risponde: “Vostro figlio è vivo come questi polli arrostiti”. In quell'istante i polli spiccano miracolosamente il volo, convincendo il giudice dell'innocenza del giovane. Gli affreschi sono opera di un raffinato pittore definito "pseudo Jacopino Longo" per l'affinità della sua arte con quella di Jacopino, dal quale si differenzia per lo stile ormai rinascimentale.

Rarissime sono le opere che raffigurano questo miracolo, in Italia, conosciuto e venerato sul Cammino di Santiago. Un altro esempio si trova nel Priorato Cluniacense dei Santi Pietro e Paolo, a Castelletto Cervo, in provincia di Biella, che abbiamo descritto nel recente articolo del 5 maggio 2023: Civico20News - Il Priorato Cluniacense dei Santi Pietro e Paolo, a Castelletto Cervo (Biella)

Al di là dei giorni della festa, a due passi da Torino, la chiesa di San Sebastiano e il paese di Pecetto meritano di essere visitati, con una sosta sul piazzale panoramico che permette di ammirare la pianura torinese oltre Moncalieri; e il periodo della fioritura delle ciliegie potrebbe essere il migliore per immergersi nel clima del luogo.

Note

(1) A inizio del Novecento la peronospora falcidie le vigne collinari, a Pecetto si cambia coltura e si impiantano ciliegi. Nel 1916 il sindaco Mario Mogna istituisce il Mercato delle ciliegie, che ha subito fortuna fra i commercianti torinesi e dura ancora oggi.

(2) Il Libro Rosso del comune di Chieri, «così chiamato perché un tempo doveva esser legato in pelle rossa», è un codice in pergamena conservato nell’Archivio Storico del Comune di Chieri.

Si tratta di una raccolta di atti notarili avviata nel 1277 e proseguita fino al Cinquecento con successive aggiunte di carte e documenti.

(3) Museo del Tessile di Chieri. L'esposizione museale permanente della Fondazione è ubicata principalmente al piano seminterrato del complesso monumentale di Santa Chiara, nel cuore di Chieri. Parte della collezione, il cui nucleo deriva dal lascito di Armando Brunetti, è esposta all’Imbiancheria del Vajro.

(4) San Romualdo (Ravenna, tra il 951 e il 953 – Fabriano, 19 giugno 1027). Monaco, fondatore dell'eremo di Camaldoli e promotore della Congregazione camaldolese, diramazione riformata dell'Ordine benedettino. La sua movimentata biografia è stata raccontata per primo da san Pier Damiani, che scrive una Vita di San Romualdo circa 15 anni dopo la sua morte (1042).

(5) La Congregazione camaldolese dell'Ordine di San Benedetto risale al movimento eremitico promosso da san Romualdo, fondatore o riformatore di una trentina di monasteri, fra cui Camaldoli e Fonte Avellana, i maggiori depositari del suo ideale di vita monastica ed eremitica. Il primo corpo legislativo dei monaci camaldolesi è compilato, sulla base degli insegnamenti di Romualdo, dal quarto priore del Sacro Eremo di Camaldoli, Rodolfo.

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/06/2023