Morte bimbi nel sonno

Co-sleeping o Bed- sharing?

Da pochi giorni, dopo la tragedia avvenuta a Rossano Veneto, dove Megan David, bimba di quattro mesi, ha perso la vita mentre dormiva con la mamma e il fratellino, che si parla della morte causata dal bed-sharing.

Con tutti questi termini inglesi è bene fare chiarezza.

Co-sleeping è il termine col quale si definisce, nel mondo pediatrico e accademico, la pratica del dormire insieme. Il bed- sharing invece suggerisce la condivisione dello spazio del “lettone” genitoriale. Significa cioè dormire nello stesso letto. Vi è poi un altro termine: il room-sharing; al vaglio quest’ultimo da parte delle istituzioni per la definizione delle regole da adottare negli ospedali, che significa il condividere la stessa stanza dormendo in letti diversi.

Alcuni studi della American Academy of Pediatrics (AAP) supportano l’idea che il room-sharing sia la forma migliore. Perché questo?

Dalle ricerche è stato dimostrato come la modalità del room-sharing sia pratica ottima nella prevenzione della temuta SIDS (Sudden Infant Death Syndrome – Sindrome della morte improvvisa del lattante) in quanto riduca il rischio di Sids fino al 50%. Per raggiungere tali risultati entrano in gioco dei fattori di non poco conto: la sensibilità genitoriale, specie quella materna, e la struttura del lettuccio pensata come ergonomicamente comoda spesso in grado di prevenire il soffocamento, lo strangolamento e l'intrappolamento. Tutte cause di morte neonatale nella condivisione del lettone con gli adulti.

Anche l’UNICEF, che come si sa è il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia  ha espresso un parere sull’argomento. Questi per l’organizzazione mondiale i punti chiave nelle loro linee guida:

  • Evitare di dormire sul divano o su una sedia con il bambino in braccio. Troppo pericoloso. Tenuto conto della posizione, il rischio di schiacciamento involontario o di caduta è elevato.
  • Nel caso si avvertisse molto sonno, mettersi in un letto. Luogo molto più sicuro se messo a confronto con il divano.
  • Il rischio della SIDS è molto più elevato se si attua il bed-sharing dopo aver consumato alcoolici, medicine inducenti sonnolenza o fatto uso di sostanze alternanti gli stati di coscienza.
  • Il rischio della SIDS aumenta ancora in presenza di nascite premature oppure sottopeso se si pratica il bed-sharing.  
  • i letti per neonati e bimbi sono studiati per la loro conformazione. I letti per adulti per una conformazione da adulto. La sicurezza dei bambini la si trova utilizzando letti adatti.

Altre le raccomandazioni per prevenire la SIDS da fonti accademiche:

  • posizionamento del corpo in modalità supina
  • materasso solido e piano
  • nessuna inclinazione del piano di riposo
  • evitare il surriscaldamento della stanza e del bimbo
  • lenzuola adatte per evitare il soffocamento
  • il lettino deve essere corredato da sponde,
  • il materasso del lettino deve essere semi rigido
  • nessun cuscino
  • nessun paracolpi
  • nessuna imbottitura per le sponde al fine di evitare il fenomeno del “re-breathing”. Fenomeno infausto dove il bimbo, poggiando il volto contro una imbottitura respira CO2 anziché ossigeno con conseguenza ovviamente immaginabili
  • nessun giocattolo o peluches
  • lettino e bimbo senza nulla di altro
  • Il bimbo deve appoggiare bene i piedi al fondo del letto.

Da questa analisi si evidenzia come il bed-sharing abbia alte caratteristiche di rischio. Ogni genitore sa che “fare il genitore” è quella abilità che si apprende giorno dopo giorno. Per cui diviene ovvio che, in base alla propria idea di sicurezza, ogni genitore è in grado di fare la scelta giusta per la creatura venuta al mondo.

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Articolo pubblicato il 23/06/2023