Come l’obesità cambia il cervello.

Ecco perché si torna grassi dopo aver perso peso.

L'obesità può compromettere in modo permanente la possibilità la parte del cervello di elaborare i segnali di sazietà?

Da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism i ricercatori hanno proprio scoperto la ridotta capacità da parte del cervello di riconoscere il senso di pienezza dopo avere ingerito cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi.

Lo studio è stato effettuato in doppio cieco; ossia sono state divise le persone partecipanti in due gruppi.

Il primo gruppo, con un indice di massa corporea intorno al 25, il secondo con un indice di massa corporea intorno o superiore di 30. Generalmente 25 di BMI è il numero indice di persone normopeso, mentre intorno al 30 o superiore di BMI siamo nella zona della obesità.

Per stabilire i segnali cerebrali i cibi venivano infusi direttamente nello stomaco. Questo è stato fatto proprio per impedire che le reazioni al sapore o all’aroma dei cibi potessero essere influenzanti la risposta celebrale.

Si è potuto così evidenziare, grazie alla risonanza magnetica funzionale, che il cervello rispondeva in modo assai ridotto nell’attivare le zone deputate al controllo della fame e al senso di sazietà. E, in persone con un indice di massa corporea più elevato di 30 BMI, non vi è stata alcuna risposta.

"Questo è stato sorprendente", ha detto in una dichiarazione l'autrice senior dello studio Mireille Serlie, MD, PhD , della Yale School of Medicine di New Haven, nel Connecticut.

Nello studio poi, sono state coinvolte persone che da obese avevano perso molto ed erano rientrate nella categoria del normopeso. Tutte queste persone avevano seguito un programma di 12 settimane. In queste settimane, alcune, erano riuscite a perdere molto del loro peso.

In questo secondo sottogruppo erano presenti sia partecipanti che avevano raggiunto una perdita di un10% del loro peso iniziale e coloro che avevano raggiunto l'obiettivo del peso forma.

Anche in questo caso, fattore rilevante della ricerca, la risposta da parte del cervello nelle aree di controllo della fame e della sazietà risultava pressoché nulla.

Ciò fa pensare che anche con una perdita di peso considerevole il cervello si sia in qualche modo abituato all’evitare di rispondere al controllo della fame o al senso di sazietà. Questa potrebbe essere una delle ragioni per le quali molte persone che anche attraverso l'intervento chirurgico riescono a raggiungere una notevole perdita di peso poi possano riprendere i chili che, con grande fatica e sofferenza, avevano perso.

"Questi risultati suggeriscono che le alterazioni nel modo in cui il cervello risponde ai nutrienti ingeriti nelle persone con obesità potrebbero contribuire all'elevato apporto calorico che causa l'obesità e al recupero di peso dopo la perdita di peso indotta dalla dieta", afferma il dott. Klein professore e direttore del Center for Human Nutrition presso il Washington University School of Medicine di St. Louis, che non era coinvolto nello studio.

Critiche allo studio.

 La prima critica che viene posta a questo studio è che i riscontri oggettivi con la risonanza magnetica funzionale sono stati rilevati 30 minuiti dopo l'immissione del cibo direttamente nello stomaco. Per alcuni accademici, l’esame, potrebbe aver semplicemente rilevato un ritardo da parte del cervello della risposta al senso di fame e della sazietà.

Altra critica posto allo studio: tutti coloro che hanno partecipato allo studio avevano un'età pari o superiore ai 40 anni. Alcuni studiosi ritengono che se ripetuto lo studio, con partecipanti più giovani, ci possono emergere risposte diverse.

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Articolo pubblicato il 24/06/2023