L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Elio Ambrogio: Cara Giorgia, ti scrivo…

Qualche riflessione sull’oggi e sul domani del governo Meloni

Cara Presidente Meloni,

naturalmente non pretendo che queste mie poche considerazioni giungano sino a Lei, mi basta che giungano a qualcuno dei nostri lettori che, a loro volta, le facciano arrivare ad altri, in una specie di catena di Sant’Antonio che ci chiarisca alcune idee in merito alla Sua azione governativa.

La prego, non stia a leggere e ascoltare i vaniloqui delle varie opposizioni che hanno come unico obiettivo quello di sentirsi parlare per dimostrare a sé stesse e ai loro elettori che esistono ancora. D’altra parte, viene veramente da sorridere quando si sente affermare quotidianamente che la maggioranza è “allo sbando”, mentre loro sono una solida, compatta, granitica falange politica in grado di spianare qualunque compagine governativa...

Ormai le sinistre sono affette da dimissionite acuta: chiedono dimissioni a raffica, che si tratti della politica estera o di quella sociale, di presunte questioni morali come quella riguardante Daniela Santanché o la relazione tecnica al MES da parte del Ministero dell’Economia, dalla nomina del commissario all’emergenza in Emilia all’arresto di uno sconosciuto funzionario delle dogane o ai funerali di stato per Berlusconi.

Le lasci alle loro convulsioni: in fondo è divertente, e comunque sono problemi di Schlein, di Conte e degli altri tormentatori della pubblica opinione.

Veniamo invece alla Sua azione politica.

Dopo otto mesi è già possibile promuoverla o bocciarla? Probabilmente no, anche se alcune linee di tendenza si sono già evidenziate e, al momento, non permettono una promozione o una bocciatura piene.

Credo che i Suoi elettori abbiano senz’altro apprezzato il dinamismo nelle relazioni internazionali che Lei ha dimostrato in area mediterranea, rinsaldando antiche solidarietà e cercandone di nuove al fine di far nascere una qualche seria politica di approvvigionamento energetico e di contenimento dell’immigrazione selvaggia. I risultati al momento appaiono ancora incerti, sopratutto sul versante immigratorio, ma vogliamo comunque riconoscerLe impegno e coraggio nella Sua azione.

Le riconosciamo anche impegno e coraggio nel promuovere una nuova politica genericamente “culturale” da contrapporre, in questo campo, alla vecchia e invadente politica egemonica della sinistra la quale ha sollevato alte grida a proposito delle nomine in RAI o contro l’azione del ministro Valditara in ambito scolastico; a proposito di un qualche contrasto alle politiche gender, omosessualistiche, neo-familistiche;  a proposito dello sdoganamento di concetti dalla sinistra definiti sovranistici o populistici; a proposito delle  innovazioni in campo giudiziario del ministro Nordio; a proposito anche del rifiuto, o almeno dell’accantonamento, di quell’antifascismo ossessivo, intollerante, allucinato che da sempre costituisce il manganello ideologico con cui i sinceri democratici picchiano sulla testa di chi è fuori dal loro recinto.

E sono -quelle grida- la dimostrazione che Lei sta facendo bene, rimuovendo tutta una crosta ideologica che, per anni, ha coperto e soffocato la nostra vita intellettuale, politica, sociale.

Grazie, insomma, per averci dato un po’ di aria nuova, quanto meno sotto l’aspetto dell’immagine e dell’immaginario.

Ma, come si diceva, ci sono cose che ancora impediscono la Sua promozione a pieni voti.

Comprendo che Lei sia in una fase di scoperta e adattamento alle logiche di governo, e Le auguro sinceramente di superare questo momento, ma ho avuto anche l’impressione -non piacevolissima- che Lei si stia adattando anche a certe logiche del potere, che sono altra cosa.

Non torno sulla questione ucraina; ho sostenuto, e sostengo, che la Sua posizione in merito, così come quella perfettamente allineata del Ministro della Guerra Crosetto, sia assolutamente criticabile: troppo succube verso i poteri atlantici e transatlantici, priva di dignità nazionale, del tutto inconsapevole dei rischi mortali che essa comporta per il nostro Paese. Basterebbe questo per rimandare sine die la Sua promozione, ma voglio sperare in un Suo prossimo rinsavimento.

Più immediata, e meno tragica, è la questione europea.

Anche qui, molte volte ho criticato la Sua eccessiva condiscendenza verso quel catafalco politico-burocratico che è l’Unione Europea, con tutte le sue infiltrazioni lobbistiche da parte dei grandi poteri economici sovranazionali.

Devo ricordarLe che il Suo elettorato è da sempre sovranista, brutta parola per il bigottismo politicamente corretto ma con un suo profondo significato per chi, come noi, crede ancora che l’Italia sia una nazione libera, indipendente, orgogliosa di sé stessa.

Di nuovo comprendo la sua ansia di accreditamento presso quegli organismi che di fatto detengono un potere spropositato rispetto alla loro legittimazione democratica, un potere cinico e vendicativo di cui Lei purtroppo deve tener conto, ma anche qui spero in un suo sollecito riposizionamento appena acclimatata in questo ambiente nuovo e ostile.

In questi giorni si torna a parlare di MES (Meccanismo europeo di stabilità) con toni drammatici, anche se la cosa non presenta alcuna drammaticità.

Tralascio gli aspetti tecnici già evidenziati a suo tempo, aspetti che indurrebbero qualunque persona ragionevole a dimenticare questo organismo pensato per le esigenze di mille altri soggetti tranne che per quelle italiane: La rimando, in proposito, ai lucidissimi articoli di Giuseppe Liturri su La Verità di questi ultimi mesi.

Non deve, cara Presidente, preoccuparsi troppo del fatto che nella competente commissione parlamentare ci sia stato qualche incidente di percorso -definito dalle opposizioni come il solito “sbando” della maggioranza- che ha provocato il deragliamento della proposta. Sarà il Parlamento, finalmente nella sua sovranità, a prendere la decisione definitiva che, mi auguro, consisterà in un respingimento della ratifica.

Non si faccia impressionare dal fatto che l’Italia, come dicono molti con sussiegosa indignazione, sia l’unico paese europeo a non aver ancora ratificato la riforma di quello strumento (un cappio, ancorché rettificato, rimane sempre un cappio): non è un difetto nazionale ma un pregio.

E se il MES, per qualche recondita e misteriosa ragione, fosse anche una cosa buona, la sua mancata ratifica da parte italiana significherebbe comunque per Lei, signora Presidente, un sussulto di dignità nazionale, un messaggio neppure tanto nascosto mandato al palazzo europeo che l’Italia è partecipe ma non suddita dell’UE.

Dispetto infantile? Stupido autolesionismo? Presunzione ingiustificata? Opportunismo sovranista? Forse, oppure solamente l’affermazione che l’UE non può tutto, come sta dimostrando da un po’ di tempo in qua con le sue paranoie ambientali, belliche, finanziarie.

Aspetti pure l’esito delle elezioni spagnole e, il prossimo anno, di quelle europee, ma poi decida, cara Presidente, se vuole definitivamente essere il capo di un piccolo governo catturato nella rete delle grandi oligarchie del mondo oppure essere quello che i Suoi elettori vogliono da Lei, e cioè una nazione nuova, orgogliosa e consapevole delle sue prerogative.

Altrimenti la Lega e altre forze politiche sono già lì, pronte a insidiarle il mandato.

Con stima e affetto sinceri

 

Elio Ambrogio

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 25/06/2023