Un bronzo del Monti

Il monumento ai caduti di San Maurizio Canavese (di Alessandro Mella)

Abbiamo avuto modo di accennare più volte a come le varie amministrazioni comunali, dopo il commovente rito laico della traslazione del Milite Ignoto al Vittoriano, avessero sentito il desiderio ed il dovere di ricordare i propri caduti con un monumento proporzionato alla propria realtà ed alle proprie possibilità.

Sorsero un po’ ovunque comitati promotori dediti alla raccolta dei fondi da destinare a queste opere benemerite la cui realizzazione fu sempre guardata positivamente dal governo.

Alcune di queste statue rappresentano spesso vere opere arte di grande bellezza e di grande pregio, talvolta firmate da artisti divenuti celebri per le loro realizzazioni. Come Michelangelo Monti che realizzò anche il monumento oggi collocato di fronte al municipio di San Maurizio Canavese.

L’inaugurazione dell’opera avvenne il 27 settembre del 1925 durante una cerimonia cui presero parte gli onorevoli Cian ed Olivetti, il consigliere provinciale comm. Ferino, il parroco cav. don Coatto e l’avv. Quaglia oratore ufficiale.

Il paese era tutto imbandierato di tricolori sabaudi, i labari delle associazioni e dei reduci riempivano la piazza, molti ex alpini del battaglione Levanna si distinguevano nella folla ed i pompieri, con il loro elmo dorato, circondavano la statua che, finalmente, si palesò agli occhi dei presenti:

Il monumento sorge sulla vasta piazza del Municipio che attorno alla opera d'arte è stata trasformata in un'aiuola fiorita. Un monumento, pregevole opera dello scultore Monti, rappresenta un fante riverso che si aggrappa alla bandiera, mentre accanto a lui una superba figura di donna simboleggiante la Vittoria agita una fiaccola ed indica all'eroe morente la Patria, salvata dal suo sacrificio supremo. Tutt'attorno all'opera d'arte sono leggiadre aiuole recinte da una cancellata. (1)

Radunata la folla iniziarono i discorsi e le allocuzioni che seguirono la benedizione del prevosto. Parlarono l’oratore ufficiale e poco dopo il sindaco del paese:

Il parroco del paese, cav. don Coatto, impartì al pio ricordo la benedizione religiosa. Dopo di che l'oratore ufficiale, avv. Quaglia prese la parola e, rievocate in rapida sintesi le innumerevoli gesta di valore compiute dall'Esercito - cioè, dal popolo - italiano durante l'ultima guerra, lumeggiò in particolar modo gli eroismi del Corpo degli alpini, a cui il Canavese diede tanti suoi figli che si coprirono di gloria e resero particolarmente glorioso il nome del «Battaglione Levanna», i cui componenti conseguirono un altissimo numero di ricompense al valore.

L'oratore conclude esaltando la nobiltà del sacrificio compiuto dai caduti sul campo e glorificò questo esempio che deve essere monito ed incitamento alle nuove generazioni, dalle quali l'Italia attende sempre più alte prove di devozione e di amor filiale.

Il cav. Colombini, sindaco del comune, che prese subito dopo la parola, salutò e ringraziò le autorità e le notabilità intervenute. Dichiarò poi, a nome della popolazione, di prender in consegna, con commosso cuore e reverente pensiero, il monumento che ricorda a tutti, ma segnatamente ai giovani, l'eroismo dei fratelli che fecero olocausto della vita sull'altare della Patria.

Terminata così la cerimonia inaugurale, autorità ed invitati si allontanarono. La popolazione, non più trattenuta dal cordone, poté così ammirare da vicino l'opera d'arte che è venuta ad abbellire la maggior piazza del Comune. (2)

Ma se tutto era parso incantevole e magnifico, un piccolo e buffo imprevisto giunse a guastare un pizzico la giornata:

A cerimonia finita, mentre l'on. Cian saliva sopra l'automobile che doveva riportarlo a Torino, batté, con una certa violenza, del capo contro la lampadina elettrica fissata al «cielo» della vettura, ferendosi. Venne subito fatto scendere e accompagnato alla casa del sindaco dove un medico del luogo gli prestò le cure del caso. (3)

Inizialmente il complesso fu posto in posizione orientata in altra direzione ma nel 1949 esso fu voltato verso il viale principale del paese.

La popolazione sanmauriziese, da sempre sensibile alla tutela della propria memoria storica, non mancò di concorrere, unitamente all’amministrazione comunale ed alle associazioni locali, alla sottoscrizione per il restauro che fu portato a compimento nel 2018 in occasione del centenario della vittoria:

Ha poi preso la parola Mauro Fiorio, presidente dell’associazione Amici di San Maurizio promotrice del progetto di restauro (…). Il gruppo scultoreo, opera di Michelangelo Monti, fu inaugurato il 27 settembre 1925 e rappresenta un fante aggrappato alla bandiera, mentre una superba figura di donna simboleggiante la Vittoria agita una fiaccola e indica all’eroe morente la Patria salvata dal suo sacrificio supremo.

“Il restauro - ha spiegato Fiorio - è stato eseguito, nel rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza, dal laboratorio Galileo Pellion di Persano di Torino.

Lo stesso, con altri oneri collaterali, ha comportato un costo di € 18.947,00. Il restauro, promosso dalla nostra Associazione congiuntamente con il Comune e con il sostegno del gruppo Alpini ha avuto una gestazione lunga, anche perché volevamo presentarlo proprio oggi nella ricorrenza del centenario della vittoria.

Era prevista la copertura della spesa per 1/3 ciascuno dalla nostra Associazione e dal Comune e per la restante parte con una raccolta fondi estesa alla popolazione, alle associazioni d’arme, istituzioni, aziende ed enti vari. Tutti hanno recepito il messaggio e risposto generosamente”. (4)

Ancora oggi, quindi, quest’opera sorge nella piazza principale del paese ed a tutti ricorda gli eroi che persero la loro vita per l’indipendenza e la libertà di questa nostra Italia.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Stampa, 230, Anno LIX, 28 settembre 1925, p. 3.

2) Ibid.

3) Ibid.

4) Il Risveglio, 43, Anno LXXX, 8 novembre 2018, p. 33.

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Articolo pubblicato il 16/08/2023