Una meraviglia piemontese: Il Castello della Manta

Di Alessandro Mella

Lasciando Saluzzo e portandosi fuori città, in pochi minuti, si può raggiungere la piccola comunità di Manta sulle cui alture, raggiungibile mediante alcuni vicoletti, sorge un vero gioiello del vecchio Piemonte.

Il luogo godette da sempre di indubbia fama, per la bellezza dei suoi decori, al punto da esser questi fonte d’ispirazione per parte del borgo medievale torinese:

Manta (1615 ab.). - Siede fra Verzuolo e Saluzzo, presso la strada provinciale di Cuneo, alle falde di una collina, bagnata dal Rimone. Due chiese parrocchiali: una della Purificazione, di antica e semplice costruzione, nel recinto del castello l'altra della Madonna degli Angeli, del 1762, a tre navate. Sovrasta al paese un grandioso castello, già dei marchesi di Saluzzo, ora dei Provana di Romagnano, nelle cui sale ammiransi antichi dipinti. Per un lungo rettilineo a sud si va da Manta a Verzuolo.

Il castello di Manta è un fortilizio feudale del secolo XV, che anticamente assai vasto fu in parte demolito e ridotto a casa di villeggiatura. Vi si leggono molte iscrizioni frammiste a pitture a fresco. Assai pregevole è l'architettura esterna superiore, come pure la Sala degli Spagnuoli per le pitture murali rappresentanti da un lato la Fontaine de Juvence, riprodotta in una sala del Castello medioevale a Torino, e dall'altro una galleria di ritratti in piedi, grandi al vero, dei personaggi trattati nel romanzo cavalleresco del duca Tommaso III marchese di Saluzzo, intitolato Le chevaher errant. (1)

Sul colle sorse anticamente un castrum risalente al 1200 circa ma fu per opera dei Saluzzo della Manta che la struttura prese ad evolversi intorno al XVI secolo. Come spesso capitava in questi casi, l’edificio subì costanti mutamenti e cambiamenti con un accavallamento di opere, stili e modifiche che lo portarono a perdere l’aspetto ed il ruolo originario di fortilizio fino a fargli assumere quello più simile ad una casa-forte di campagna.

Tuttavia, le meraviglie maggiori furono dovute all’opera di ristrutturazione voluta da Valerano della Manta, reggente del marchesato di Saluzzo, a partire del 1416 e fu in questo contesto che vennero realizzati gli affreschi della sala baronale che resero celeberrimo il castello:

Poco più d'un miglio distante da Saluzzo giace il luogo di Manta alle falde di amena collinetta che s'incorona d'un antico castello. Alcuni avanzi di torri e di grosse mura che sono intorno a quell'edifizio spiegano il motivo del nome di casa forte datogli da' primi nostri cronisti.

Da Valerano de' Saluzzi avuta in retaggio questa vicina terra, pare che del suo castello abbia formato per sé un luogo di riposo, una villa di piacevole dimora: imperciocché mise ogni cura nell'ornarne le camere delle sue armi, del motto di famiglia Leit Leit, che si vede scritto in più luoghi, e di alcune dipinture che care doveano essere a lui, comecché rappresentassero que' personaggi, re ed eroi, che dal padre suo furono introdotti nel romanzo del Cavaliere errante. (2)

In particolare, il ciclo gotico degli eroi ed eroine e la Fontana della Giovinezza dipinti intorno agli anni ’20 del XV secolo. I personaggi raffigurati sono per lo più figure epiche del mondo antico, ma ritratte tutte in abiti medievali quasi l’autore, nel volerne imprimere le umane virtù, avesse anche voluto trasportarli nel proprio tempo ed attualizzarne il messaggio morale ed i valori. (3)

Un’opera straordinaria e di rara bellezza attraverso la quale il padrone di casa desiderava comunicare e mostrare tutta la sua forza e la sua indiscussa potenza economica e sociale.

Non meno piacevole alla vista è la Sala delle Grottesche, del principio della seconda metà del XVI secolo, munita di finissimi ed artistici decori di grande pregio.

Grazioso, nella sua sobria e spartana semplicità, il parco posto di fronte al cortile del complesso nei cui pressi sorge anche la chiesa che lo stesso Valerano volle e che fu affrescata con la Passione di Cristo.

La tutela di questo vero gioiello si fece via via più difficoltosa finché l’ultima proprietaria privata, Elisabetta De Rege Provana, decise di farne dono al Fondo per l’Ambiente Italiano il quale riuscì a procedere a rapidi restauri ed a condividere il castello con il grande pubblico:

CUNEO - Il Castello della Manta è stato donato al Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, con sede a Milano. La proprietaria, Elisabetta Provana de Rege, conserverà il diritto di abitare in un'ala del castello, il Fai provvederà ai necessari restauri e alla manutenzione.

Il maniero verrà aperto al pubblico, alcuni appartamenti saranno dotati di attrezzature per seminari, convegni e congressi: la cascina del castello sarà trasformata in ristorante e il complesso diventerà un vero centro turistico-culturale.

Il progetto del Fai prevede la gestione in pareggio, proponendosi di compensare le spese di gestione con i ricavi delle attività turistiche e culturali. Fra poco tempo, dunque, l'edificio che domina la collina saluzzese, costruito nel XII secolo e ricco di preziosi affreschi, fra i quali quelli dell’artista piemontese Giacomo Jaquerio, dalla «Sala della giovinezza» alla «Dame en rose», potrà essere visitato.

La formula adottata dal Fai per la tutela attiva dei beni culturali entra, con l'operazione del castello della Manta, per la prima volta in Piemonte. (4)

Grazie al FAI, quindi, è oggi possibile visitare ed apprezzare l’edificio con tutte le sue bellezze. Un gioiello inestimabile e veramente iconico per l’Italia ed il Piemonte. Una finestra incantevole sul medioevo, da visitare, scoprire ed amare.

Alessandro Mella

NOTE

1) La Patria – Geografia dell’Italia, Provincia di Cuneo, G. Strafforello, Unione Tipografica Editrice, 1891, p. 189.

2) Memorie storico-diplomatiche appartenenti alla città ed ai marchesi di Saluzzo con addizioni e note di Carlo Muletti, Tomo IV, Saluzzo, 1830, p. 368.

3) Purtroppo, non si conosce l’esatta identità dell’autore di queste opere. Esso viene genericamente indicato come Maestro del Castello della Manta.

4) Corriere di Saluzzo, 41, Anno LXXII, 2 novembre 1984, p. 1.

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Articolo pubblicato il 06/09/2023