Bergoglio se la prende con l'"Opus Dei"

Ennesima decisione dissennata di Jorge Mario Bergoglio.

Negli ultimi tempi si è molto parlato dell’“Opus Dei”, fondata il 2 ottobre 1928 da san Josemaria Escrivà de Balaguer (nella foto a destra), e riconosciuta quale Prelatura Personale della Santa Croce da san Giovanni Paolo II nel 1982.

Se n’è parlato molto perché Jorge Mario Bergoglio, nelle scorse settimane, in modo del tutto inspiegabile, ha decapitato l’“Opus Dei” togliendole il Santuario di Torreciudad, Oratorio della Prelatura realizzato interamente dalla Prelatura stessa, per affidarlo alla Diocesi di Barbastro-Monzòn.

Inoltre, lo stesso Bergoglio, con il documento “Praedicate Evangelium”, il 5 giugno 2022 ha esautorato il Dicastero dei Vescovi dalla responsabilità sull’”Opus Dei” per passare “l’incombenza” al Dicastero per il Clero, retto dal Cardinale iper-modernista Lazarus You Heung-sik (nella foto a sinistra), coreano e pupillo di Bergoglio.

Nel documento si dice che “il dicastero [Dicastero per il Clero] è responsabile di tutto ciò che corrisponde alla Santa Sede riguardo alle Prelature Personali”.

Per i non avvezzi al Diritto Canonico la cosa potrà sembrare irrilevante. Per chi invece ha un minimo di dimestichezza con il testo giuridico, che norma gli aspetti giuridici della Chiesa Cattolica, appare chiaro come Bergoglio ha voluto impedire al Prelato dell’“Opus Dei” di incardinare i Chierici nella Prelatura come fanno i Vescovi Diocesani e gli Ordinari Militari.

Con questo cavillo giuridico, dunque, Bergoglio porta avanti la sua azione smantellatrice delle solide realtà cattoliche per far spazio ad un’assise sinodale, sincretista e sempre più avvezza all’eresia. Il suo lavoro di demolizione va avanti ormai dal marzo 2013.

Ciò nonostante – in modo del tutto incomprensibile – Monsignor Fernando Ocàriz, Prelato dell’“Opus Dei”, classe 1944, ha deciso di accettare l’unilaterale decisione assunta da Bergoglio rivolgendosi così ai fedeli dell’“Opus Dei”: “Vorrei che, per grazia di Dio, ci sentissimo, ogni giorno sempre di più, figli della Chiesa, fratelli e sorelle di una famiglia unita, che cercano di incarnare nella propria vita il messaggio ricevuto da san Josemaria. Siamo apostoli che seminano magnanimamente comprensione e carità, con la gioia che dà l’incontro con il Signore”.

Il Prelato sa bene che all’interno dell’Opera i fedeli – specialmente quelli laici, non hanno gradito la decisione dissennata di Bergoglio e, pertanto, per evitare commissariamenti – che chi vi scrive pensa arriveranno comunque prossimamente – invita a sentirsi “fratelli e sorelle di una famiglia unita” accettando – seppur contro voglia - le volontà del Vaticano.

Monsignor Ocàriz, conscio dei malumori interni, ribadisce che “i laici – ragion d’essere dell’Opus Dei: cristiani comuni in mezzo al mondo, che cercano Dio nel lavoro professionale e nella vita ordinaria – viene esplicitato che sono fedeli delle loro diocesi, come qualsiasi altro cattolico”.

Dopo questa ennesima “decapitazione spirituale” ordita da Bergoglio, un’altra importantissima realtà ecclesiale – una delle poche ancora fedele alla sana Dottrina Cattolica – viene relegata in un angolino a fare bella figura.

Per Bergoglio ciò che conta davvero è una chiesa che non si fonda sulla Dottrina e sul Magistero ma sulla moda del momento. Questo lo si vedrà, in modo inequivocabile, nel Sinodo sulla Sinodalità che vedrà l’inizio il 4 ottobre prossimo.

Staremo con le orecchie ben aperte perché – ne siamo certi – ne sentiremo delle belle!

 

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Articolo pubblicato il 12/09/2023