Una perla rinascimentale - La Casa Cavazza di Saluzzo

Di Alessandro Mella

Il Piemonte è una terra ricca di bellezza e cultura, caratteristica comune ad ogni provincia e regione italiane. E sono infinte le meraviglie custodite dal saluzzese e da Saluzzo in particolare.

Tipico esempio è sicuramente la Casa Cavazza che sorge, da secoli, nella parte alta del borgo antico. La residenza fu edificata nel XV secolo per Galeazzo Cavassa di Francesco, un nobile e notabile originario di Carmagnola ed in posizione di primissimo piano nell’amministrazione dei marchesi di Saluzzo.

Fu lui a fare dell’edificio un centro in qualche modo culturale e sociale del tempo con una sorta di salotto ante litteram frequentato dall’alta società del tempo.

Le stagioni non furono sempre felici per questa casa secolare ma essa ebbe una vera rinascita quando fu acquistata dal marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio il quale, dal 1833, avviò una serie di restauri, curati da Melchiorre Pulciano e Vittorio Avondo, per poterle ridare l’antico splendore. Un’ampia panoramica fu fornita da Gustavo Strafforello nelle sue impareggiabili opere:

Ma il monumento più cospicuo di Saluzzo, e di cui diamo qui due vedute in un con ampia descrizione per la sua importanza storica ed artistica, è la cosiddetta Casa Cavazza (…), generosamente donata al Municipio dal compianto marchese Emanuele d'Azeglio, per servirsene a scopo di feste o di adunanze; ma con l'obbligo di conservarla e mantenerla come monumento storico e per la restaurazione della quale queste spese, vivendo, lire 135,000. 

Droit quoi qu’il soit, ecco il motto dei Cavazza che si legge sul frontone della porta, ma che Francesco Gavazza, vicario generale e consigliere di Margherita di Foix, vedova del marchese di Saluzzo Ludovico II, non ha saputo guari mettere in pratica. La prima cosa che salta agli occhi del visitatore è appunto la porta, o per meglio dire i battenti di essa, in legno artisticamente intagliati, e che il marchese comperò separatamente dalla casa al prezzo di lire 3000. Battenti simili trovansi pure nel convento dei Serviti della chiesa di San Giovanni, alla porta della sala chiamata del Capitolo. Scrostando i muri e le pareti delle stanze si scopersero sotto la moderna arricciatura gli antichi dipinti, gli ampli balconi e tutte le vestigie dell'architettura lombarda di cinque secoli addietro.

Non badando a spese il marchese fece ricomparire le finestre costrutte, gli stemmi antichi, gli splendidi soffitti; fece ricostrurre i loggiati, le torri, i merli ghibellini, ridonando allo storico palazzo la forma e l’aspetto di quello che fu.

Dal portone si accede sopra un vasto terrazzo, circondato da un porticato sostenuto da colonne granitiche, i cui capitelli hanno scolpito un pesce, lo stemma dei Gavazza. Un'artistica balaustrata di marmo chiude il terrazzo che sovrasta al giardino, nel quale il marchese d'Azeglio intendeva far porre una fontana d'architettura dell'epoca. Ora ci penserà il Municipio.

Dal terrazzo si accede a diverse sale. A destra vi è la sala d'udienza, a sinistra quella da pranzo. I mobili, cioè tavole, sedie, forzieri, credenze, sono tutti di lavoro pregevolissimo e appartengono ai secoli XV e XVI. La tavola della sala da pranzo è del 1300.

La sala dei ritratti è così chiamata perché nel magnifico soffitto in legno sonvi ottantaquattro ritratti della famiglia Gavazza. In questa sala ammirasi pure un largo calcinaccio su cui è dipinta una Madonna, che esisteva in quei tempi nella camera cubicolare dei marchesi di Saluzzo.

In una quarta sala si veggono parecchie fotografie che ci danno un'idea abbastanza esatta del come fosse la casa prima che il D'Azeglio l'acquistasse.

Viene dopo un ampio e splendido salone, intorno al quale sono disposti alti e preziosissimi banchi di intaglio ammirabile, ed un grande quadro dell'epoca, che rappresenta il marchese Ludovico II colla sua Corte e la marchesa Margherita di Foix colle sue ancelle, in adorazione della Vergine.

Nel fregio sopra il cornicione sono dipinti gli stemmi di tutte le più cospicue antiche famiglie saluzzesi, primo fra tutti nella larga cappa dell' ampio camino quello dei marchesi di Saluzzo, col motto: noch, noch.

La sala chiamata degli Imperatori, forse perché sonvi quattro medaglioni in marmo, è tappezzata da grandi quadri genealogici. Quivi si ammira una culla del 1560, proveniente dal castello di Lagnasco. Ecco quanto si vede al piano del terrazzo; ma sonvi altri due piani superiori e due altri inferiori, dove trovansi letti, arazzi, quadri, affreschi, ecc.

Intanto la casa Cavazza, per opera del marchese d'Azeglio, è diventata un vero monumento storico, nel quale anzi il Municipio trasporterà ancora la Bodoniana, i manoscritti del Pellico, e tutte le altre preziose reliquie che conserva degli uomini che illustrarono la città (1).

Molti sono ancora oggi i riferimenti e le bellezze conservate nella “casa museo” e spiccano i simboli del massimo splendore raggiunto nella prima metà del XVI secolo.

E molte sono le meraviglie che lo stesso D’Azeglio acquistò a suo tempo per riarredare la casa e contribuire direttamente al suo rifiorire:

Questa casa, estinta la famiglia Cavassa, passò in mani straniere e fu vandalicamente guastata e deturpata. Il marchese D'Azeglio l'acquistò nel 1883 col formo proposito di restituirla all'antico splendore, e per raggiungere il nobile fine non risparmiò né studi, né cure, né spese.

In questi ultimi quattro anni fervette il lavoro di restauro sia nella parte muraria, sia in quella decorativa e nell'arredamento e nel mobilio interno, lavoro diretto dallo stesso marchese in unione coi signori cav. Avondo ed ing. Pulciano ed eseguito dai migliori artisti.

Oggi la casa Cavassa, situata in una delle più belle posizioni di Saluzzo, presso all'antico castello marchionale, da dove la vista spazia sopra un'estesa ed incantevole veduta, fa elegante e civettuola mostra di sé ai numerosi visitatori, cui la cortesia squisita del marchese D'Azeglio permette libero l'ingresso alla restaurata dimora (2).

Opera condotta con tale passione da spingerlo, nel 1888, a farne poi dono all’amministrazione comunale onde dare una gloria della sua amata Saluzzo:

I lasciti del marchese Emanuele D'Azeglio. Il Monviso, giornale di Saluzzo, ci giunge oggi listato a nero e con una nobilissima necrologia del marchese Emanuele D'Azeglio. Quel giornale ricorda tutte le benemerenze del marchese Emanuele, fra cui la cessione al Municipio di Saluzzo della restaurata casa Cavassa, vero gioiello dell'arte piemontese, quale fu nel secolo XV e specialmente nel XVI, quando era vicario generale del Marchesato di Saluzzo Francesco Cavassa per investitura di Margherita di Foix, vedova di Ludovico II (…) (3).

Ed infatti oggidì l’edificio è adibito a museo con le sue innumerevoli bellezze disposte lungo un percorso di quindici sale esplorabili, dai turisti, in piena libertà.

Alessandro Mella

Note

1) La Patria – Geografia dell’Italia, Provincia di Cuneo, G. Strafforello, Unione Tipografica Editrice, 1891, p. 144/147.

2) Gazzetta Piemontese, 52, Anno XXIII, 21-22 febbraio 1889, p. 3.

3) Ibid., 116, Anno XXIV, 27-28 aprile 1890, p. 1.

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/09/2023