Il Comune di Torino getta la maschera

Riceviamo e doverosamente pubblichiamo.

Riceviamo comunicazione da Gianpiero Alaimo, responsabile del Coordinamento Piemonte - Italia Per I Diritti Umani - Aps – Ets, esterrefatto dal diniego di patrocinio al Family Day, un sostegno e baluardo della famiglia, così poco motivato.

 

A volte gli amministratori pubblici non si rendono conto che il potere che hanno nelle loro mani non è dato affinché possano stabilire secondo le loro tendenze o simpatie il beneplacito della istituzione che rappresentano.

 

In ogni caso il 22 ottobre il Family Day avverrà con tutta l’attenzione che merita e verrà sostenuto da chi pretende di non essere indottrinato da una parte della popolazione, ben foraggiata da chi vuole creare il caos ovunque.

 

Sembra di tornare al “È dal disordine che nasce l’ordine” di mussoliniana memoria, ma il Nuovo Ordine Mondiale deve accettare che non tutti siano d’accordo, anzi!   

 

Ecco che il comune finalmente scopre le sue carte e assume una posizione chiaramente contraria all’istituzione della famiglia in quanto caposaldo di civiltà ed amore.

 

Nulla faceva presagire questo atteggiamento settario e discriminante, quando invece si strombazza a piene voci solidarietà e sostegno, sino a quando all’atto di riconoscere il patrocinio comunale a un evento dedicato appunto alle famiglie viene negato, lasciando presagire contrarietà e disappunto nei confronti dell’istituto più significativo del vivere civile e armonioso.

 

Cosa sta succedendo alle nostre istituzioni comunali?

 

Si sta forse delineando finalmente il vero atteggiamento sino a oggi sottaciuto?

 

Infatti, da queste amministrazioni progressiste che si sono succedute alla guida della città, tolti i soliti provvedimenti di facciata spesso insufficienti, poco si è visto nei confronti di sostegni alle famiglie soprattutto con genitori che lavorano o separati, se non addirittura con numerosi figli.

 

Che dire quindi?

 

Alla prima occasione di un evento che possa accendere i riflettori su un caposaldo della civiltà e del paese ecco che si nega un semplice riconoscimento a una iniziativa di sicuro spessore e interesse per la comunità e per la città; mentre nulla si nega a sagre della lenticchia o della patata, che sicuramente avranno un loro valore gastronomico ma certamente di minor peso sociale.

 

Ringraziamo quindi il sindaco e gli amministratori tutti per averci finalmente illuminato sui loro atteggiamenti discriminatori a fronte di effimere promesse di inclusione e sostegno.

                                       

 

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Articolo pubblicato il 06/10/2023