… ma l’illusione di potenza che trasmette è il motore che ci spinge ad agire anche contro il nostro interesse, come se non ne potessimo fare a meno.
Sì, sì, lo sappiamo già tutti che è così.
A che serve che qualcuno ce lo ricordi?
Forse però, anche se così fosse davvero, qualche volte giova ricordarne alcuni aspetti che magari ci sono sfuggiti o che abbiamo dimenticato travolti dal vortice di “possederne” sempre in maggiore quantità.
Quindi ecco qualche suggestione in merito (i dati sono volutamente indicativi e approssimati per evitare ulteriori complicazioni di calcolo o contestazioni inutili; chi ha tempo e voglia può trovare da solo tutti i dati che interessano).
Posto il valore 1 al totale delle riserve auree detenute dalle banche centrali mondiali, valore che fino a poco tempo fa rappresentava il controvalore del denaro emesso dalle banche stesse a garanzia dei denari tangibili prestati, attualmente la massa di denaro tangibile circolante è 4, ovvero tre volte oltre la riserva aurea a garanzia.
Allo stesso tempo il sistema bancario tradizionale ha emesso prestiti per circa 50 volte le riserve auree detenute dalle banche, ovvero le banche sono realmente “scoperte” per circa 49 volte di più delle riserve auree.
Il sistema bancario parallelo ha immesso ulteriori certificati di ipotetico valore scambiabile per circa altre 80 volte le riserve auree detenute dalle banche.
Per terminare, tutti i documenti certificati di scambio tra creditori e debitori, anche fuori dalla circolazione bancaria, ammontano a circa 400 volte le riserve auree ovvero 100 volte la massa di denaro tangibile.
Ciò detto sarebbe come dire che se uno di noi avesse in tasca 1 euro, lo usasse a garanzia per prestarne 400 a chiunque capiti senza avere in tasca gli altri 399 nel caso in cui dovesse veramente onorare ciò che ha messo in atto. Come possono dunque funzionare le operazioni derivanti da tali 399 euro inesistenti?
Mediante il sistema detto a credito e debito! Ovvero, anche se oggi non ho in tasca i 399 euro, spero che qualcuno a cui ho prestato quei 399 denari virtuali (ovvero inesistenti) me li restituisca (con gli interessi) in denari tangibili reali (oppure egualmente virtuali, tanto servirebbero solo a quadrare i conti sulla carta).
Quando ciò non avviene, le banche (ma anche qualsiasi altro soggetto privato, come ben sappiamo) vanno in sofferenza (non in debito, perché in debito lo sono sempre fin dal principio, come abbiamo detto) e poi falliscono, coinvolgendo tutta la filiera ad esse collegata (utenti finali compresi).
In conclusione, giusto per fare le nostre considerazioni personali, gli organi preposti alla valutazione delle ricchezze mondiali, dichiarano che la nostra ricchezza totale è ancora maggiore del debito e che possiamo stare “tranquilli”.
Tuttavia questa tranquillità è basata sulla consapevolezza che la ricchezza mondiale presunta è di circa 470.000 miliardi di dollari (inesigibili) mentre il debito mondiale certo si approssima velocemente a 300.000 miliardi di dollari (esigibili), per cui, per esempio, ognuno di noi (italiani), fatte le dovute considerazioni rispetto al debito nazionale, ha circa 50.000 euro di debito (neonati compresi).
A detenere questo presunto debito sono le banche, le assicurazioni e alcune “famiglie di potere”, risparmiatori (ovvero anche noi, se abbiamo qualche deposito in tal senso) compresi.
Alcuni stati garantiscono una certa parte delle proprie emissioni in titoli e, fino ad un certo limite, i depositi su conti correnti bancari. Però sono garanzie virtuali prestate a prestiti virtuali emessi da quelle entità con cui essi stessi, gli stati, sono indebitati per poter prestare tali garanzie, che quando non possono essere mantenute li mandano in default, ovvero in fallimento.
Tutto a posto allora?
Certamente!
Perché se anche perdessimo tutto non avremo, di fatto, mai avuto quello che avremmo perso.
Tuttavia cosa siamo disposti a fare per credere di essere tranquilli e fare quello che facciamo con risorse che non abbiamo!
Da ciò ne scaturiscono tre semplici domande:
La prima:
cosa può succedere se tutti esigono contemporaneamente
i propri crediti/debiti?
La seconda:
perché è così forte la spinta a passare
dalla moneta cartacea (fisica)
a quella digitale (virtuale)?
La terza, e forse più difficile:
abbiamo tutti chiaro cosa significhi passare
da uno scambio mediante titoli al portatore,
ovvero direttamente scambiabili al loro valore nominale,
rispetto a titoli gestiti da intermediari,
ovvero soggetti a ogni tipo di variabile, prevedibile o imprevedibile,
fino alla loro totale perdita di valore
(quasi sempre perseguita unilateralmente
in modo percentualmente poco evidente, vedi interessi passivi),
in seguito a decisioni di quasi sempre sconosciuti intermediari?
Naturalmente senza considerare che anche il denaro tangibile può diventare carta straccia in un istante, come la storia ci ha più volte insegnato.
Si può anche continuare ad andare avanti così senza tenere conto delle implicazioni di tale sistema di agire.
O almeno finché il bel gioco dura (o si azzera di fatto), … poi si vedrà.
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Articolo pubblicato il 20/10/2023