Olimpiadi 2026: un’altra vergogna piemontese. Il CIO boccia la pista di Bob a Cesana Torinese

Eccellenze all’italiana: abbandono e degrado di strutture olimpioniche e non solo, dopo un attimo di gloria

Il 3 novembre 2023 il Comitato Olimpico Internazionale ha bocciato la proposta di utilizzo, nelle prossime olimpiadi invernali 2026, della pista di Bob che giace tristemente abbandonata sulla discesa di Sagnalonga, uno dei più suggestivi angoli naturali di Cesana Torinese, dopo la sua costruzione per i Giochi di Torino 2006. Una decisione che non è passata inosservata anche alla più satirica stampa straniera.

La motivazione del Comitato è semplice: “per le olimpiadi Milano-Cortina servono piste già pronte e operative”. Una sentenza che obbliga lo svolgimento delle gare su piste straniere, l’ipotesi più accreditata è quella di Saint Moritz.

L’elenco delle brutte figure è lungo e difficile da digerire. Prima di ogni altra cosa, ancora piange lo sfregio al territorio alpino, su cui,  l'anacronistico serpente della pista è adagiato, inutilizzato e fatiscente. Quindi, stridono gli oltre 16 anni di abbandono di un impianto sportivo che in Italia manca, mentre sarebbe stato di richiamo anche per gli atleti della vicina Francia, oltre che plsta di allenamento per la forte compagine italiana dei discesisti di bob skeleton e slittino, che sono obbligati a trasferte estere, e infine, perché no, un punto di riferimento dove coltivare il talento di nuovi discesisti.

La pista di Cesana ha subito la stessa misera sorte di molte strutture sportive costruite per le olimpiadi 2006, dal villaggio sportivo di Torino, ai trampolini di Pragelato, anch’essi in lenta agonia, abbandonati a se stessi e sempre in aria di demolizione, anziché servire per il loro scopo sportivo. Ugualmente per l’Oval del Lingotto e altre strutture. La storia della pista di Cesana assume toni grotteschi che risalgono alla candidatura per le Olimpiadi invernali del 2026. In quel frangente, una diatriba all’italiana estrometteva Torino dalla coppia "snob" Milano-Cortina che, il 24 giugno 2019 batteva ai voti l’altra candidata Stoccolma-Are.

I motivi dell’estromissione del Piemonte da parte lombardo veneta per i XXV Giochi Olimpici Invernali, furono soprattutto di ordine politico e di prestigio regionale (Alberto Cirio non andava giù ad Attilio Fontana e Giuseppe Sala, fautore di lavori a Milano Fiera).

Porcherie all’italiana che, a oggi, facendo di conto rispolverando il buon senso perduto, dal 2019 vi erano oltre quattro anni per ripristinare degli impianti già esistenti. Considerando che al 2026 ne mancano altri tre, le Olimpiadi Torino-Milano-Cortina avrebbero avuto il tempo di rifarsi il look ed essere pronte con largo anticipo.

“Chi ha tempo non aspetti tempo”. In queste ultime settimane, il presidente della regione Alberto Cirio e la pentita rappresentanza lombarda hanno tentato di riproporre la pista di Cesana Torinese, per mantenere le discipline del bob, dello slittino e dello skeleton sulle Alpi italiane, ricevendo un secco “no” dai rappresentanti del CIO, che nell’esautorare la Fondazione Milano-Cortina, non hanno esitato a sottolineare l'inspiegabile letargo operativo in cui si è disperso il pieno recupero della pista.

Uno schiaffo per il nostro bizantino paese e la sua endemica propensione a sperperare soldi in opere e infrastrutture non solo sportive, spesso abbandonate con gravi perdite economiche e sociali (vedi strutture ospedaliere). Ovviamente la decisione ha movimentato il malumore dell’attuale governo, ma l’origine del male è da ricercare altrove, in tardive lacrime di coccodrillo.

Un’ultima occhiata nella sfera di cristallo: oggi il CIO ha detto no al ripristino della pista di Cesana. Qualche giorno di cronaca e poi? Di certo non si smuoveranno né coscienze, né lungimiranza. La pista tornerà nell’oblio, sempre più monumento all’italica superficialità, incapace di ritrovare se stessa dai tempi del Rinascimento. Ci sarebbero tanti motivi per scendere in piazza e agitare nuove bandiere con lo stemma di un Risorgimento etico e morale sempre più lontano dalla più elementare logica e dalla quotidianità. L'abbandono di molte eccellenze architettoniche, eredità dell'Expo Italia 61, sono ancora sotto gli occhi rassegnati di tutti i torinesi di una certa età… 

 

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Articolo pubblicato il 05/11/2023