Le associazioni dei lesionati midollari continuano a battersi per l’Unità Spinale Unipolare di Torino

Analisi, rivendicazioni e proposte costruttive indirizzate a un inafferrabile disegno di disgregazione della sanità pubblica

Inevitabile premessa

Stabilito che una lesione midollare è un pericolo strisciante dal quale nessuno si può dichiarare esente e che, per chiunque sia stato estratto dal mazzo delle probabilità, il resto della vita diventerà un percorso durissimo, la politica dei diritti e dei doveri si fa sempre più distante da queste dure realtà.

Sono scese in piazza Cgil e UIL con le bandiere al vento per dar voce al dissenso di chi?… Nessuna bandiera con il simbolo di una carrozzina. Siamo pochi e senza sindacato, ma ancora utili per distorte iniziative riciclate.

Esempio recente: il periodico del Consiglio Comunale di Torino cittAgorà, l’8 novembre ha anticipato l’avvento di un meeting sulle barriere architettoniche e sensoriali, e sulle politiche per le disabilità!? L’articolo è sul link:

http://www.comune.torino.it/cittagora/altre-notizie/verso-un-tavolo-di-coordinamento-delle-politiche-per-le-disabilita.htm

Poesia riciclata in rima elettorale, mentre la voce di associazioni che si gestiscono l’handicap di persona, scivola inascoltata anche quando si espone, consiglia e propone, mentre assiste alla demolizione impunita della sanità pubblica.

Sanità che ovunque resiste grazie a motivati medici e infermieri della vecchia guardia, vittime e giganti, anch’essi messi all’angolo da un sistema che sa soltanto far di conto. Ma per conto di chi?

Lo sfascio della sanità pubblica risale ai decreti 502/92 e 517/93 che mutavano le Unità Sanitarie Locali (Usl), in Aziende Sanitarie Locali (Asl), svincolando la mission del Sistema Sanitario che deve produrre qualità delle cure, scegliendo la quantità delle stesse. Un concetto aziendale che deve realizzare profitti, non importa come, ma quanto. Un ribaltone varato da Francesco de Lorenzo, ministro della sanità dal 1989 al 1993, nella IX, X e XI legislatura, poi coinvolto in Tangentopoli e condannato a 5 anni per corruzione in campo farmaceutico, valutata nove miliardi di lire.

Da quei fatti, l’arte dell’intrallazzo si è rifatta il look, attingendo al bancomat del cittadino in lista d’attesa, ma non solo. Effimera storia dell’origine del male che sta decidendo la sorte dell’USU, moderna struttura costretta a far di conto sulla pelle dei pazienti e di quel personale che dà il meglio di sé, pur oberato e insufficiente.

… Incipit destinato al prossimo “Disability Manager” comunale scelto dal vicedirettore Antonio Calvano, così come stabilito dalla mozione votata durante il recente incontro del Consiglio Comunale.

L’Unità Spinale Unipolare, azienda per lesioni midollari “svendesi”?

Nel settembre 2022, le associazioni “I-do ONLUS, disabili in movimento” e “CP del Piemonte”, associazioni di riferimento per i lesionati midollari della regione, si muovevano per risvegliare certi diritti Costituzionali in via di estinzione, richiamando l’attenzione delle istituzioni sul progressivo degrado operativo di quell’eccellenza sanitaria piemontese che avrebbe dovuto, e potuto continuare a essere, ed evolversi: l’Unità Spinale Unipolare, e non solo.

Sulle pagine di questo giornale, veniva pubblicato un resoconto di quella manifestazione. Un articolo dal titolo:

Il popolo a rotelle del Piemonte unito nel denunciare il decadimento dell’USU.

Sottotitolo: un tempo centro di riferimento per le lesioni midollari oggi l’USU sembra sprofondare in un ambiguo vortice dell’abbandono, perché?

A un anno di distanza è interessante fare riferimento al link:

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=45835

Aggiornamento al 2023, comunicazione dell’associazione “I-do”:

“Da qualche primo risultato avuto a seguito della manifestazione dello scorso anno, tutto sembra fermo e stagnante, anzi, sembra regredire. Nonostante con le nostre richieste si sia riusciti a:

far ri-aprire il 2º piano e a portare i posti letto da 22 a 30;

a riportare in struttura la figura dell'assistente sociale dedicata a far ridurre le liste di attesa;

a fare istituire una casella email per il day hospital e fare riaprire (a parole) la piscina;

ma la situazione sembra essere tornata la stessa di due anni fa.

In questo contesto, la nomina ad interim del dottor Maurizio Beatrici, già primario di riabilitazione dei cerebrolesi, come direttore di tutta l'USU, pare una decisione esplicita dei dirigenti della Città della Salute per l'accorpamento di codici (il 28 e il 75), scongiurata 2 anni fa, dopo le intense proteste ricevute dal ministero”.

Per cui il progetto di aggregare lesioni midollari e cerebrali nelle medesime strutture, senza adeguamento dell’organico, prosegue, incurante delle priorità dei lesionati spinali, costretti in tempi e servizi ospedalieri sempre più limitati.

La recente apertura ai traumi cranici di Montecatone, è ulteriore prova di una scelta che parte dai vertici della Sanità. Già è successo ad Alessandria, Roma, Novara. Ultimamente poi, dopo la propaganda della nuova associazione targata Juve, la Tv parla dell'USU di Torino come centro per lesioni cerebrali, smarrendo il suo ruolo di Unità Spinale.

Il comunicato I-do prosegue: “da un anno si sono tenute riunioni mensili con una dirigenza della Città della Salute, sfuggente e ambigua, che si giustifica con aride lagnanze: "non possiamo fare più di così", "dovete rivolgervi al territorio", "non abbiamo personale e quello che c'è, è usurato"; fuorviando la questione sulla creazione del dipartimento interaziendale tra le 3 USU piemontesi che, dopo un anno e mezzo di chiacchere, ancora non ha visto la stesura del progetto...un giorno manca la carta...un altro manca la penna… e per i condannati a vita sulla carrozzella, gli indicibili problemi restano gli stessi”.

Chi, come e perché orchestra tutto questo”?

L’USU di Torino è entrata in funzione nel luglio del 2007. Era la più grande e moderna unità spinale d’Italia, e l’entusiasmo di pazienti e personale, a quel tempo di altissimo livello anche internazionale, era alle stelle. La moderna struttura autorizzava le migliori aspettative a uno staff che fino ad allora aveva operato con successo al CRF, pur defilata e obsoleta struttura, oggi abbandonata a se stessa, e non per caso…

2023, dopo soli 16 anni… I-do puntualizza & ripropone:… “all’USU mancano posti letto, manca il personale, manca il follow up, mancano i servizi per la "manutenzione" dei cronici...I posti letto agibili non bastano neanche a prendere in carico lesionati midollari provenienti dal CTO, anche perché la politica di ricovero che passa dietro le belle parole "dell'alta specialità" è quella di prendere casi complicati che hanno come esito anche una lesione midollare, ma che di fatto hanno un altro tipo di patologia. Per cui si fa posto in rianimazione prendendo per esempio un cardio-vascolare ancora da stabilizzare, che ha un esito al midollo, ma che non può essere riabilitato”.

È logica aziendale. Dunque, i posti letto riconquistati grazie alle manifestazioni, invece di servire alle urgenze dei lesionati spinali cronici e alla riabilitazione degli acuti, sono stati bypassati dalla logica del profitto. All'USU verrà pagato un letto chirurgico, più oneroso di uno riabilitativo. 

Emblema di tutti i paradossi è la piscina riabilitativa, riaperta con millanteria dalle istituzioni, ma destinata solo a pazienti "autonomi". Mancano OSS per aiutare i pazienti a cambiarsi ed entrare in acqua. Stando alla dirigenza, chi viene obbligato si mette in mutua. È bizzarro che nessun OSS voglia svolgere il servizio in piscina, di certo più amabile di altre mansioni. Un cartesiano dubbio s’insinua nella mente…

“Il personale “storico” regge la struttura, ma la volontà non basta. La neuro-urologia funziona bene, ma molte esclusività incluse nel concetto “Unipolare”, sono in rosso operativo. In fisiatria, reparto basilare, i pochi medici rimasti ambiscono a spostarsi nel privato. Riguardo la chirurgia plastica, a gennaio la dott.sa Pezzuto andrà in pensione e non si sa chi la sostituirà. La vulnologia fa affidamento su un solo infermiere ormai prossimo alla pensione. Non si intravede nessuno ad affiancarlo, così da assicurare continuità a un servizio vitale per la cura delle piaghe”.

“Manca uno specialista dell’apparato gastrointestinale, vitale per il mantenimento funzionale del paziente cronico. Infine, non si accompagna più il paziente dimesso nel suo travagliato percorso di “ritorno” a casa […]. Ne deriva un panico psicologico e pratico anche nella famiglia, dove il paziente è scaricato come un oggetto “a lavoro finito”.

La Fiera di chi manca, ma per colpa di chi?

Ogni lettore che abbia a cuore i concetti di uguaglianza e civiltà, a questo punto sappia che gli strani soggetti sulla sedia a rotelle sono stati abbandonati al loro destino dalle alte sfere della sanità. Tengono posto e non producono niente, bassi organismi difettosi che non fanno quadrare i conti. Così è per loro, così per tanti, nonostante il forte impegno di quel personale medico che ancora crede in quello che fa e non all'ammontare dello stipendio.

Mancano ovunque i medici di famiglia, mancano gli infermieri e le nuove assunzioni,…e tutti i cittadini in fila ad aspettare mesi per un’ecografia, a meno di scegliere una clinica convenzionata, e se la pensione lo permette ancora, optare per una visita privata….

Quante altre cose da dire! Pillole di tristezza in un mondo in mano al pallottoliere dei banchieri, agli edonisti signori del mercato globale, ad autocrati e guerrafondai, a ricercatori chimici ed eugenisti fanatici della geopolitica, agli algoritmi, all’intelligenza artificiale. Noi costosi paralitici dobbiamo scomparire? Né più e né meno che tanti di voi, ultimi risparmiatori con un conticino in banca. I conti pubblici e la sanità sono il terreno di contrasto. Se qualcuno a questo punto pensa che chi scrive si immagina qualche sotterfugio o peggio, un complotto, ebbene, che non si dica in giro, ma quando si tirano le somme sorge più di un sospetto

 

In attesa di altre eventuali notizie positive, i para-tetraplegici del Piemonte , e non solo, auspicano che la dirigenza della Città della Salute sappia optare per le migliori scelte al fine di operare una controtendenza e valorizzare l'USU con l'assunzione di nuovo personale, perchè è tempo che si ritorni a una logica della cura e non perseverare con la scelta industriale.

 

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Articolo pubblicato il 23/11/2023