1° dicembre, Sant’Evasio, vescovo di Asti e patrono di Casale Monferrato
Duomo di Casale Monferrato

La sua vicenda emerge dalle ombre della storia romana e medievale

Il culto di Sant' Evasio (... – 362), la cui memoria liturgica ricorre il 1º dicembre, è radicato soprattutto ad Asti; egli è santo patrono di Pedrengo e Casale Monferrato, Non esistono dati certi sulla sua vita; alcuni scritti lo considerano vescovo di Asti nel IV secolo (330-358), dopo essere stato vescovo di Benevento. La città di Casale Monferrato, di cui è patrono, lo festeggia il 12 novembre, quest’anno in modo particolare, in preparazione al 550° anniversario della Diocesi, il 18 aprile 2024.

Giovanni Maria Balliano, primo compilatore della vita del santo nel 1566, si appoggia agli Atti del monaco benedettino Giovanni Domenico e al Chronichon Novaliciense. Secondo questi testi, Evasio muore al tempo di Liutprando per mano del duca Attabulo, il quale gli taglia la testa nei dintorni di Casale Monferrato, il cui duomo porta il suo nome. Questa narrazione non coincide con le date della sua vita, in quanto Liutprando regna nell'VIII secolo.

Tre storici (Deconti, Savio e l'Irico) che studiano il codice casalese e riscrivono la vita del patrono di Casale, lo collocano nel periodo dell'imperatore Costantino I (274 – 337). Dagli Atti del martirio, Sant'Evasio risulta consacrato vescovo da Papa Silvestro I (III secolo – 335), nel 330, «in Ecclesia beati Petri Apostoli, iuxta eiusdem Apostoli aram». Poiché l'antica Basilica di San Pietro viene edificata da Costantino, è probabile che l’investitura a vescovo sia avvenuta in quel periodo.

Nel 355 Costanzo II (317 – 361), assunto il potere dopo il padre imperatore, favorisce l'arianesimo e destituisce i vescovi cattolici contrari alle sue idee. Allontanato dalla propria sede astigiana nel 358, secondo gli agiografi cristiani Evasio sarebbe stato martirizzato il 1º dicembre 362 presso la città di Sedula (l'odierna Casale Monferrato), durante le persecuzioni di Giuliano (331 – 363).

Don Pietro d'Acquino, storico e ricercatore novecentesco, negli studi sull'origine della diocesi di Asti ed i suoi primi vescovi, riferisce che dal catalogo più antico dei vescovi, pubblicato da monsignor Giovanni Stefano Aiazza (1550 – 1618, vescovo dal 13 maggio 1596 al 27 ottobre 1618, deceduto) nel 1605, l'unico "Evasius" vescovo che troviamo, muore nel 713, dopo ventotto anni di episcopato. In qualche testo è menzionato anche come Evasio II (... – VIII secolo), nella cronotassi diocesana risulta vescovo di Asti tra il 685 ed il 713.

Questo personaggio non deve essere confuso con il martire del IV secolo, il cui corpo è trasportato da Benevento a Casale dal re Liutprando nell'VIII secolo. Il martire Evasio non sarà mai vescovo di Asti, nemmeno il primo. L'Evasio di Asti è un vescovo deceduto naturalmente e nei secoli venerato erroneamente come santo, dopo essere stato confuso con il martire casalese, probabilmente per la vicinanza delle due diocesi. Infatti, il culto del martire Evasio ad Asti si sviluppa tardivamente; non esistono documenti anteriori al secolo XIII che ne dimostrino il culto in diocesi. Non sappiamo se nel XVI secolo la sua storia (o leggenda) fosse conosciuta, dal momento che durante il Sinodo di monsignor Domenico della Rovere del 1584 (23 marzo 1569 - 19 marzo 1587, deceduto), la festa del 1º dicembre è affiancata a S. Evasii Episcopi et confessoris. Una parte della confusione va attribuita alla trasmissione di notizie errate fatta del religioso cistercense Filippo Malabaila (1580 – 1656), nel 1644, e a Ferdinando Ughelli (1595 – 1670), con la sua opera Italia sacra. Il Malabaila, forse per colmare il vuoto episcopale della diocesi di Asti nei primi secoli e dar lustro alla sua diocesi, aggiunge supposizioni prive di fondamento documentabile.

Secondo la biografia del Savio, il vescovo Evasio promuove la creazioni di pievi, compresane l’importanza, che nella sua diocesi risultano essere: S. Dalmazzo di Quargnento, S. Maria di Grana, S. Giulio di Lavegia, S. Vittore di Priocca, S. Giovanni di Villa, S. Vincenzo di Marcellengo (paese ora distrutto, i cui abitanti concorrono a formare S. Damiano), S. Vittore di Canale, Novelle, S. Martino di Vezza, S. Pietro di Piobesi, Dusino, Manzano (presso Cherasco), S. Maria di Guarene, S. Quirico di Ultonice, S. Maria di Levaldigi, S. Maria di Bene, S. Pietro di Vico (presso cui poi sorgerà Mondovì ), S. Maria di Carassone, Beinette, S. Maria di Pedona.

Ancora il Savio riporta l’elenco delle abbazie: «dei Ss. Apostoli, di S. Bartolomeo di Azzano fondata da Berengario II, di S. Anastasio, S. Maria di Narzole, un Romitorio di S.Ambrogio presso Montaldo di Mondovì e l'Abbazia di S. Dalmazzo, all'aprirsi della valle del Gesso, non lungi dal luogo, dove nel seguente secolo XII si edificò la città di Cuneo.».

Pur nella scarsità di fonti e nella incertezza in cui si muove per quei periodi storici, si delinea una geografia religiosa e politica ben diversa dall’attuale, che ci tramanda nomi e luoghi perduti o scomparsi, che oggi andrebbero ricercati o riscoperti, in nome della verità storica, nell'importante area che appartenne al Marchesato del Monferrato.

Nelle due città piemontesi a cui il suo nome è legato, rimangono due importanti edifici sacri a ricordarlo: il duomo di Casale Monferrato, a lui intitolato e la chiesa della Santissima Trinità e Sant’Evasio, ad Asti; quest’ultima è sede della confraternita “dei battuti rossi”, ultima confraternita ancora attiva in città e, nel periodo del Palio, al suo interno viene esposto un quadro ex voto del 1677, che rappresenta la più antica raffigurazione iconografica della "corsa alla lunga". (1)

Bibliografia

Fedele Savio, Notizie storiche sopra S. Evasio martire, Torino 1884

Note

1) Per maggiori precisazioni e note sul Palio di Asti, vedi Civico20 News del 9 settembre 2023: Civico20News - Il Palio di Asti 2023

 

 

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Articolo pubblicato il 01/12/2023