Torino - Africa. Le collezioni dimenticate

Allestita nelle Sale Chiablese

Ideata e prodotta dai Musei Reali con la Direzione Regionale Musei Piemonte, il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino e in collaborazione con altri enti e sponsor, la mostra Africa. Le collezioni dimenticate, allestita nelle Sale Chiablese, offre uno spaccato conteso tra etnografia e storia, avendo come focus il problematico rapporto tra l’Occidente e in questo caso l’Africa.

Un rapporto che ha prodotto importanti conoscenze sulle culture del Continente nero: conoscenze che sono il frutto di osservazioni e studi sui quali si è andata costituendo la moderna antropologia, avendo avuto però come background le politiche coloniali. La mostra infatti focalizza questo aspetto, mettendo appunto in evidenza il peso esercitato dalla “conquista” di terre di cui si è creduto disporre, portando e imponendo modelli lontani anni luce dalle dimensioni autoctone.

Oltre centocinquanta le opere presentate – sculture, utensili, oggetti rituali, gioielli, armi, scudi, tamburi e fotografie storiche – provenienti dalle collezioni delle residenze sabaude e dal Museo di Antropologia di Torino, con prestiti dal Museo delle Civiltà di Roma e da Palazzo Madama.

Il corpus espositivo si articola in cinque sezioni: Italiani in Africa: esploratori, avventurieri e consoli; Le vie dello sfruttamento: ingegneri in Congo; Colonizzare la montagna: il Rwenzori (dedicata alla spedizione del Duca degli Abruzzi e di Vittorio Sella sul massiccio al confine tra l’Uganda e l’attuale Repubblica Democratica del Congo); Dalla spartizione dell’Africa all’aggressione coloniale (vi sono oggetti provenienti da scambi e doni diplomatici, oltre a manufatti raccolti nel corso delle guerre coloniali italiane); The Smoking Table  (raccoglie alcune opere dell’artista Bekele Mekonnen che vive e lavora ad Addis Abeba).

La scelta dei curatori è stata quella di focalizzare soprattutto sul peso esercitato dal colonialismo proponendo una chiave di lettura ben definita, riportando alla luce aspetti della storia che hanno caratterizzato numerosi paesi occidentali, rivoltisi all’Africa (ovviamente non solo) con atteggiamenti che niente avevano di antropologico o etnologico, ma mossi da un atavico senso di conquista.

Nel proporre la sua chiave di lettura la mostra si avvale anche di una serie di oggetti: vi sono manufatti d’uso (dalle armi ai gioielli) a cui si affiancano testimonianze che fino a non tanto tempo fa definivano: “arte primitiva”. Oggi per fortuna l’atteggiamento nei confronti di queste opere è notevolmente cambiato e si sente sempre più parlare di etnoestetica,

Va ricordato che, all’inizio del XX secolo, la storiografia dell’arte etichettava comunque con “primitiva” ogni espressione dell’arte che presentava caratteristiche atte a condurla al di fuori della tradizione europea-occidentale. Allora “primitive”  erano le opere dell’antico Egitto, ma anche quelle bizantine e orientali, “primitivi” erano anche riconosciuti i grandi maestri della pittura prerinascimentale come Giotto, Masaccio, Paolo Uccello.

 

Africa. Le collezioni dimenticate

Sale Chiablese (Piazzetta Reale)

Fino al 25 febbraio

Orari: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19.

 

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Articolo pubblicato il 03/12/2023