Calabria. Detenuto aggredisce tre operatori della Polizia Penitenziaria

Il vero problema è la mancanza, quasi totale, della “certezza della pena”.

Il nuovo anno si avvia ad essere ricco di novità ed innovazioni fuorché sul piano della vergognosa condizione in cui si trovano a dover operare gli Agenti di Polizia Penitenziaria.

Questa volta andiamo idealmente in Calabria, a Paola (Cosenza), dove il 13 gennaio scorso, intorno alle ore 21:30, un detenuto della Casa Circondariale ha dato in escandescenza aggredendo fisicamente – oltre che verbalmente – un Sovrintendente e due Agenti.

Il tutto è avvenuto presso i locali dell’Infermeria dell’istituto detentivo, durante una visita medica.

Solo la professionalità e la capacità d’intervento dei tre poliziotti penitenziari ha scongiurato il peggio.

Secondo quanto riportato dal Segretario Regionale del Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria – Sinappe, Fabio Viglianti, e confermato dal Segretario locale del Sinappe di Paola, Marco De Seta, i tre poliziotti sono “riusciti a bloccarlo e ricondurlo nella sua camera di pernottamento, riportando la situazione in totale sicurezza”.

A quanto pare – come scrive il quotidiano “Cosenza Channel” – “il detenuto non sarebbe nuovo a determinati episodi. Lo stesso, infatti, anche lo scorso 16 dicembre, si è reso protagonista di un’altra aggressione nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria”.

Da parte della Segreteria Sinappe è stata diramata una nota nella quale si rende noto che l’Associazione Sindacale: “chiederà all’Amministrazione quali interventi ritiene intraprendere nei confronti del detenuto e se non sia il caso di richiedere un eventuale trasferimento in altro Istituto Penitenziario”.

Parlando con diversi nostri lettori che operano in Polizia Penitenziaria – e che ringraziamo per la fedeltà al Tricolore – è emerso grande sconforto. Sono tanti gli Agenti che ripetono: “il vero problema è la mancanza, quasi totale, della “certezza della pena”. Non si può continuare ad addossare tutta la colpa sul personale. La Magistratura deve essere più incisiva nell’emissione delle condanne”.

Frase che collima appieno con quanto pensa la maggioranza del Paese. Con la scusa dell’infermità mentale, delle patologie psichiatriche e dei disturbi di natura psichica, i detenuti godono di un’immunità e di un’impunibilità superiore persino a quella dei Parlamentari!

Continueremo a monitorare la situazione con la speranza – ormai sempre più flebile – che il Governo Meloni dia un forte cambio di passo alla vicenda. Bisogna assolutamente invertire la tendenza.

Allo stato attuale delle cose, i veri detenuti sono gli Agenti della Polizia Penitenziaria e non i reclusi.

 

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Articolo pubblicato il 19/01/2024