APRI
IL
MENU'
Cronaca Internazionale
In Ucraina vincono i mercenari russi
Mercenari russi "Wagner"
All'interno degli 'Stati profondi' coinvolti sembrano prevalere le posizioni dei guerrafondai.
Articolo di Luca Fiore Veneziano
Pubblicato in data 23/01/2023

La Russia ha intercettato al nemico missili anticarro "Milan", di fabbricazione italiana. Questo fatto mette la posizione dell’Italia ancora più a rischio, dinanzi ad un ipotetico allargamento del conflitto.

Potevamo fare da mediatori, ed essere protagonisti della Storia come Israele e Turchia; invece, abbiamo/hanno scelto di continuare a fare gli “sciuscià”.

La Russia, nel frattempo, sta considerando l'idea di schierare un piccolo numero di carri armati di nuova fabbricazione T-14 Armata in Ucraina. Questa la previsione dell'intelligence britannica, secondo l'ultimo rapporto sulla situazione in Ucraina divulgato dal ministero della Difesa di Londra. Chiaramente la fonte non è pienamente attendibile. Anzi, appare parziale e condizionata dalla propaganda bellica, ma vaglieremo coi fatti l’attendibilità di questa notizia.

Nel mentre, sul fronte ucraino stanno prevalendo i mercenari russi e il loro ruolo sempre più cruciale rispetto all’esercito regolare. Questo mette in imbarazzo non poco il Cremlino, il quale è costretto a cedere alle richieste dei cosiddetti "falchi”, in particolar modo due fra tutti: Kadyrov e Prigozhin. Il primo, cruciale con i suoi militi caucasici nella fase iniziale del conflitto; il secondo con i gruppi Wagner, decisivi in quest’ ultima fase. Già in precedenza i mercenari russi hanno risolto molte situazioni belliche.

Hanno combattuto in Siria, in Libia e nel Mali, tengono in piedi l'Operazione Speciale nel Donbass, e nei giorni scorsi, conquistando Soledar, sono riusciti a penetrare nel cuore dell'Ucraina. Gli uomini della Wagner Group, la compagnia militare privata del sessantunenne oligarca Yevgeny Prigozhin, fa paura. Non solo a Kiev, ma soprattutto al Cremlino, che si affida ai servigi dei suoi 50mila mercenari. Prigozhin (accusato di interferenze nelle elezioni Usa del 2016) è un amico di Putin, è uno del cerchio magico del presidente russo, ma sta mettendo in ombra il lavoro dei soldati regolari del generalissimo Gerasimov. Quando è caduta Soledar, Prigozhin in persona si è fatto fotografare tra le macerie fumanti, come a dimostrare che lui è il vero vincitore e non le forze armate regolari russe.

Dinanzi a questi ultimi successi militari dobbiamo spettarci che la linea militare futura verrà decisa con maggior peso dai due leader dei miliziani più forti di cui dispone l’esercito russo.

Il capo dei “Wagner” Prigozhin, assieme al leader ceceno Ramazan Kadyrov, è il più "falco" tra i membri dello Stato profondo russo. Prigozhin mette sul campo l'impegno e i sacrifici dei suoi mercenari, indubbiamente impiegati nelle operazioni più dure. E rilancia il braccio di ferro con l'Occidente, chiedendo la messa al bando del colosso dei video di proprietà di Alphabet, legato a Google e YouTube.

Questa situazione dovrebbe far preoccupare tutti noi, poiché una linea bellica condotta da Kadyrov e da Prigozhin significa dare peso all’ipotesi di impiego di armi nucleari tattiche nel conflitto.

E questo si potrebbe avverare sempre di più, nella misura in cui la bilancia delle economie europee sia destinata ad un incremento della spesa militare contro la Russia.

Cruciale in questo momento sono i Leopard 2 tedeschi. Sembra che il governo di Berlino temporeggi e non intenda inviare i suoi preziosi Tank al governo di Kiev. L’Ucraina ne necessita in gran numero (almeno 300 Tank) per effettuare la sua controffensiva verso i russi. La Germania suggerisce di inviare prima quelli americani “Abrams”. Il problema, fa sapere il Pentagono, è che i loro carri armati necessiterebbero di maggior carburante; una risorsa che al momento Kiev non dispone. Dunque, il nodo gordiano risiede proprio nelle scelte di Berlino, la quale intende sempre più smarcarsi dall’atteggiamento antirusso di Usa, Uk e Francia. Basti pensare che dal comparto Difesa tedesco dipendono gran parte degli eserciti del nord e dell’est Europa, Olanda in testa. Questo significa che le decisioni prese dal Bundestag in materia di Difesa condizionano ben oltre i propri territori nazionali.

I Wagner Group hanno già utilizzato la notizia sfruttando uno dei loro canali Telegram. Nei quali postano una foto del cancelliere tedesco Olaf Scholz con sotto la scritta ‘Eroi dell’operazione Z’ (l’operazione speciale in Ucraina), alludendo alla resistenza di Berlino ad inviare i tank Leopard tedeschi in Ucraina.

Tuttavia, le sorprese in funzione filorussa non finiscono qui.

Il ministero della Difesa dell'Ungheria ha destituito almeno 170 alti ufficiali delle forze armate, fra cui generali e colonnelli. Il provvedimento viene presentato come necessario per ringiovanire e ammodernare la difesa, scrive il portale Daily News Hungary. L'opposizione accusa il governo di Budapest di volersi liberare degli ufficiali a favore della Nato, alleanza di cui l'Ungheria fa parte. In effetti troppe sono le ambiguità nell’est Europa. Se Romania e Polonia potrebbero aiutare Kiev più per rivendicare vecchi territori che non per pura fedeltà atlantica; l’Ungheria intende addirittura andare oltre! Non solo rivendicherà la propria “fetta di Ucraina” a guerra finita, ma addirittura intende lasciarsi la possibilità di schierarsi con Mosca e con Minsk in caso di un possibile allargamento del conflitto. Questa ambiguità di fondo consente al paese magiaro di beneficiare da entrambe le parti, sia dalla parte occidentale che russa, senza assumersi lo spinoso ruolo di mediazione in cui sono compartecipi Turchia e Israele.

Le posizioni prossime dell’Europa dipenderanno dalle scelte dei falchi guerrafondai presenti sia nello stato profondo russo, sia in quello dei paesi filoccidentali. Ad oggi, nel meteo della geopolitica, tutto lascia presagire futuri venti di guerra.

#guerra russia ucraina
#guerra ucraina
#russia
Altre notizie di
Cronaca Internazionale