Recensione Her-Lei: Quando l'amore riesce a superare qualsiasi barriera

Esistono vari tipi di film: i film di puro intrattenimento, che una volta usciti dal cinema si dimenticano facilmente e se riusciti male risultano tra i peggiori film di sempre; i film che cercano di dare qualcosa di più, che possono ulteriormente suddividersi tra quelli che riescono nell'impresa e quelle che invece falliscono miseramente e infine i film che segnano un epoca o un momento della storia presente, passata o futura rimanendo nella storia del cinema e non solo. Her rappresenta pienamente quest'ultima tipologia, andiamo a vederne il motivo.  


 

La trama, ambientata in un futuro non troppo lontano, parla di Theodore Twombly, un uomo solo e introverso che lavora per un'azienda che produce lettere d'amore e d'affetto per le persone che hanno difficoltà ad esprimere i propri sentimenti. La recente separazione con Catherine, ex moglie e compagna d'infanzia, rappresenta un'ulteriore vuoto nella vita del protagonista. 


 

Il senso di noia e di solitudine spinge Theodore ad acquistare un sistema operativo (OS) di ultima generazione in grado di sviluppare pensieri e azioni autonome (una super-evoluzione di Google Now-Siri). Nella configurazione dell'OS, Theodore decide di optare per una voce femminile. Successivamente il sistema operativo decide di chiamarsi Samantha. Già dalle prime interazioni con l'OS Theodore rimane sorpreso dalle incredibili capacità di apprendimento e dalle inaspettate doti introspettive di Samantha. Il protagonista finirà con l'innamorarsi di lei, creando un rapporto in grado di superare qualsiasi barriera. 


 

La storia creata da Spike Jonze riesce ad emozionare, a far sorridere e riflettere, creando nello spettatore molteplici domande: può nascere una storia d'amore tra un essere umano e un essere immateriale? Se così fosse questo potrebbe rappresentare un altro passo verso la libertà e la tolleranza oppure un pericolo per la sopravvivenza dell'umanità? Queste e altre domande si pongono durante e dopo la visione del film.  


 

Inoltre, in una fase più avanzata della storia, verrà addirittura posto un dubbio sulle capacità dell'uomo e una finestra sul mondo alternativo delle personalità immateriali (i sistemi operativi come Samantha). Scelte che aprono ulteriori dilemmi nel futuro dell'umanità.


Un solo premio oscar non rende giustizia all'incredibile lungimiranza e alla grande delicatezza con cui è stato trattato questo tema dal regista. Anche Joaquin Phoenix, protagonista della pellicola, meritava certamente più attenzione da parte dell'academy, grazie ad un interpretazione davvero notevole. La colonna sonora degli Arcade Fire e la fotografia di Hoyte Van Hoytema rappresentano altre due perle che vanno a coronare il successo di questo film.


Unica nota negativa finale: il doppiaggio italiano. Passi il protagonista e i personaggi secondari, ma è inaccettabile dare il ruolo ricoperto da Scarlett Johansson (ovvero la voce del sistema operativo) a Micaela Ramazzotti (famosa per aver doppiato un personaggio di Planes!). Solo per questo motivo il film meriterebbe di essere visionato in versione originale con sottotitoli in italiano.


Voto: 5/5 Il film dell'anno e probabilmente uno dei migliori film degli ultimi anni, da non perdere!


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Articolo pubblicato il 10/03/2014