Domani la commissione europea esaminerà la nuova agenda europea sull’immigrazione

Cosa contiene? Quali saranno i principali cambiamenti?

Sebbene nulla di ufficiale sia ancora stato rilasciato, i quattro punti chiave della bozza sono diventati di dominio pubblico attraverso molti quotidiani internazionali.

60 milioni di euro saranno stanziati in aiuti ai paesi terzi e ai paesi soggetti a maggior pressione per quanto riguarda l’immigrazione e l’accoglienza. Questi aiuti saranno convogliati nell’allestimento di un maggiore sistema di accoglienza e assistenza sanitaria nei paesi del sud dell’Europa.

Saranno anche intensificati i controlli delle frontiere a sud della Libia e nei paesi limitrofi, specialmente attraverso l’apertura in Niger di un centro gestito dalle nazioni unite e dall’OIM (organizzazione mondiale delle migrazioni) per identificare i richiedenti asilo e per aiutare coloro a cui non viene concesso a rientrare in patria in modo rapido e sicuro, in modo che non finiscano nuovamente nelle mani di trafficanti.

Un ulteriore punto è dedicato alle missioni contro gli scafisti e e i trafficanti, questo punto però dipende specialmente dall’ONU a cui è affidata la missione internazionale e dall’approvazione della risoluzione preparata da Italia e Regno Unito che è stata discussa ieri al consiglio di sicurezza da Federica Mogherini, alta rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea.

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Il quarto e ultimo punto è quello più cruciale e più discusso, si tratta infatti della suddivisione per quote dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Le quote verranno stabiliti su basi di PIL e tasso di disoccupazione del paese, in modo tale da alleviare la pressione in quegli stati dove l’attuale stato economico non permette l’accoglienza dei profughi.

Il ministero dell’interno britannico si è già schierato contro questa risoluzione, entrando in collisione con sia l’Italia che la Germania. All’indomani della vittoria di Cameron e dei conservatori un portavoce ha annunciato “Il Regno Unito rivendica con orgoglio la sua storia di accoglienza con i richiedenti asilo più bisognosi, ma non crediamo che un sistema obbligatorio di ripartizione sia la risposta. Per questo ci opporremo a qualsiasi proposta di quote non volontarie”.

Questo nuovo sistema di ripartizione, in caso di approvazione, cambierà le regole fissate dal regolamento di Dublino, secondo il quale i profughi devono chiedere asilo nel paese in cui approdano e non possono fare richiesta in più di un paese. Questo sistema ad oggi non riesce a fornire sufficiente protezione e non tiene conto di ricongiungimento faniliare. Inoltre comporta una pressione iniqua dei tassi d’immigrazione sui differenti paesi europei, svantaggiando i paesi d’ingresso a sud del continente.

Dopo essere approvata dalla commissione europea, questa agenda dovrà passare per il Consiglio Europeo e il parlamento di Strasburgo prima di diventare effettiva.

Pictures credits : La Repubblica

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Articolo pubblicato il 12/05/2015