Lee Wan-koo dà le dimissioni in seguito agli scandali

Park Geun-hye, sarà chiamata a decidere al suo ritorno dal Perù

Corea del Sud, Seul, qualche settimana fa il milionario uomo d’affari Sung Wan-jong ha lasciato una lettera nel togliersi la vita, impiccandosi ad un albero nel proprio giardino. Una lista di nomi, otto persone che avevano accettato mazzette da lui, otto persone che si erano lasciate ammaliare dal dolce profumo del denaro, otto persone che non erano riuscite a dire di no alla corruzione.

Tra queste Lee Wan-koo, primo ministro di uno dei paesi più sviluppati del mondo, di quei paesi che sull’onda di Singapore, hanno fatto capire all’Asia e al mondo che uno sviluppo esponenziale può esistere anche in estremo oriente.

Subito dopo le accuse Lee Wan-koo ha insistito perché accurate indagini venissero fatte, perché la situazione fosse risolta con trasparenza e giustizia. Ha da subito però negato ogni accusa dichiarando: “se ci sarà una qualsiasi prova darò la mia vita. Come primo ministro, accetto ogni genere di indagine purché si faccia chiarezza su questo fatto”.

Sung avrebbe consegnato 30 milioni di won sudcoreani (28000 dollari) come fondi illegali per la campagna elettorale. La legge coreana, infatti, prevede che ogni finanziatore possa sostenere il proprio candidato con un massimo di 100000 won.

Un partito d’opposizione, in seguito a queste rivelazioni, avrebbe poi chiesto la messa in stato d’accusa del primo ministro e così, ieri, sono arrivate le sue dimissioni.

Adesso toccherà al presidente, Park Geun-hye, decidere sul da farsi. In una nota scritta, pervenuta dal Perù dove è in visita ufficiale, ha fatto sapere che “trova la situazione deplorevole” e che “prova compassione per l’agonia che il suo primo ministro sta passando”.

Prima di partire per il viaggio aveva dichiarato che “la corruzione e la malvagità sono problemi che possono portare alla condanna a morte. Noi prendiamo questo genere di cose molto seriamente.” Aveva anche aggiunto “Dobbiamo assicurarci di chiarificare questa nostra politica attraverso una seria riforma politica. Non perdonerò nessuno responsabile di corruzione o atteggiamenti nocivi al nostro paese.”

Saranno cruciali le sue decisioni al rientro in patria, previsto per il 27 aprile: potrebbero determinare un cambio drastico nella politica del paese e esporre l’intera nazione allo scandalo internazionale.

Pictures credits: BBC.com

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Articolo pubblicato il 22/04/2015