La terra ha tremato in Nepal

4 gli italiani morti, 10 ancora dispersi

Cinque mila: la stima delle vittime del terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile; centomila, quella dei feriti. 7.8: il grado di magnitudo della scossa che ha cambiato definitivamente la vita di un’intera generazione di nepalesi in pochi minuti. 415 milioni: la stima in dollari del costo dei primi soccorsi secondo l’ONU.

Numeri e immagini stanno investendo l’occidente, raccontando l’ennesima tragedia: uno dei paesi più poveri dell’Asia è stato colpito dalla forza incontrollabile della natura che ha lasciato al suo passaggio distruzione e miseria. È stato il peggior terremoto degli ultimi 80 anni, secondo le autorità, e le valanghe che si sono staccate dalle montagne hanno peggiorato una situazione già insostenibile.

La terra ha tremato e adesso tutti cercano di scappare: i turisti in fila di fronte agli aeroporti, gli abitanti ammucchiati dentro gli autobus che si dirigono verso le frontiere. Nessuno vuole restare a Katmandu, la città è crollata a pezzi e il rischio di un’epidemia è sempre più reale. Le scosse di assestamento contribuiscono a seminare il panico fra i pochi le cui case sono rimaste in piedi e distruggono definitivamente tutto quello che prima sembrava recuperabile.

Gli abitanti cercano di tornare nelle zone di campagna dove sanno di poter trovare cibo e sicurezza, accolti dalle loro famiglie. Nella capitale il cibo sta finendo e gli aiuti tardano ad arrivare: gli aeroporti sono sovraffollati, tra il traffico di persone che cercano di uscire dal paese e quello degli aiuti che iniziano ad arrivare si è seminato il caos e coordinare le operazioni per portare soccorso alla popolazione è sempre più complesso.

Ancora più difficile è portare soccorso ai villaggi che sono rimasti isolati, nell’area vicino all’epicentro migliaia di abitazioni sono raggiungibili solo in elicottero; in un paese che già normalmente non ha sufficienti infrastrutture per assistere la popolazione la situazione è considerata di massima allerta dalle autorità internazionali, che si stanno muovendo per cercare di portare supporto alla popolazione.

Decine di migliaia di vite dipendono adesso dallo sforzo coordinato di autorità locali e internazionali, il primo ministro Sushil Koirala dopo aver espresso il suo personale cordoglio ai suoi concittadini si è impegnato per questa missione, lui sarà l’uomo da acclamare se le operazioni riusciranno.

Si cercano ancora 10 italiani irreperibili, sperando che le loro vite non si aggiungano a quelle dei nostri 4 connazionali già spariti in questa strage. Le autorità italiane sono vicine alle famiglie e si stanno impegnando a supportare il governo nepalese nella ricerca, ma purtroppo le condizioni in cui versa il paese in questo momento fanno temere il peggio.

 

Picture credits: EPA/ABIR ABDULLAH; AP Photo/Wally Santana; EPA/YONHAP

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Articolo pubblicato il 30/04/2015