In che modo il nostro corpo influenza il nostro pensiero?

Quando è il corpo che modella il pensiero

 

Essere mancini o destrimani può influenzare le nostre scelte? Sembrerebbe proprio di sì.

A dirlo è il risultato di una ricerca condotta dalla Association for Psychological Science.

Da questa ricerca sperimentale è risultato che l’interazione con l’ambiente e le scelte che operiamo sono fortemente influenzate dalla mano dominante.

La visuale  e l’interpretazione correlata a persone e cose si differenzia in modo considerevole se si è mancini oppure destrimani.

Di solito i mancini tendono a preferire e “vedere” come positivi gli oggetti e le persone alla loro sinistra. Per i destrimani accade il contrario. 

Tuttavia la ricerca ha evidenziato che tale predisposizione, se si è in presenza di una  emiplegia, può cambiare. Il che sancisce la possibilità di mutare atteggiamento e di trasformare la propria mente in base alla mano che diviene dominante. 

La domanda che da sempre incombe sui ricercatori delle dinamiche relazionali a mediazione corporea è : in che modo il nostro corpo influenza il nostro pensiero? 

 

Da qualche anno si sa che il nostro modo di pensare e di prendere decisioni viene influenzato da molte circostanze e fattori i quali possono essere sia esterni che interni, sia corporali che posturali.

 

Questa ricerca però definisce un altro tassello essenziale nella comprensione del nostro agire: le nostre idee possono essere influenzate dal solo fatto di essere mancini oppure no.

I ricercatori sono riusciti a dimostrare quanto possiamo essere in questo vulnerabili. Esempio: se siamo seduti intorno ad un tavolo durante una trattativa, se il nostro interlocutore è alla nostra destra - e noi siamo destrimani – saremo molto più propensi a credere a ciò che ci dice e a percepirlo più affidabile. Se fosse seduto alla nostra sinistra, nutriremmo qualche dubbio.

 

Ma perché la preferenza della mano è correlata a valutazioni così astratte? Secondo Daniel Casasanto, of The New School for Social Research, “Le persone preferiscono gli oggetti che riescono più facilmente a percepire e con cui riescono meglio a interagire: i destrimani interagiscono con l’ambiente più facilmente con la destra che con la sinistra, per cui sono portati ad associare il ‘buono’ al lato destro e il ‘cattivo’ alla sinistra”.

E se si subisce un trauma alla mano dominnate? Per esempio se un destrimano non può usare la destra che accade?

“Dopo pochi minuti con la mano destra bloccata, questi soggetti iniziano a pensare come i mancini: cambiando l’interazione fisica delle persone con l’ambiente si riesce a trasformare anche la loro mente”, ha concluso Casasanto. 

 

Sergio Audasso - Neurocounselor - Vittimologo

 


 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 11/08/2015