La frutta secca allunga la vita

Scopriamo il perché.

Presente da sempre nella cultura e nella dieta mediterranea, ora la frutta secca, può vantare un buon posto sulla tavola.

In effetti le Noci, nocciole, mandorle e arachidi hanno la capacità di ridurre l’indice di mortalità prematura.

A dirlo è uno studio italiano dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia) che ha analizzato 19 mila molisani.

“Ora, con questo lavoro – ha spiegato Marialaura Bonaccio, primo autore della ricerca - siamo andati ad esplorare nel dettaglio le possibilità racchiuse in un alimento che, non dimentichiamolo, è parte integrante della Dieta mediterranea. E i nostri dati mostrano un risultato ben definito: per quanto riguarda specificamente le patologie, tra coloro che consumano abitualmente frutta a guscio si è riscontrata una minore mortalità totale”. 

 

Cosa ha evidenziato lo studio.

Lo studio ha fatto emergere le particolari proprietà curative della frutta a guscio. In effetti, in chi mangia tale frutta almeno 8 volte al mese, la riduzione del rischio di morte, per qualsiasi causa, è del 47%. 

Se invece la si consuma due volte al mese la riduzione scende al 32% 

“È interessante sottolineare - aggiunge Bonaccio - come i vantaggi si presentino già con un consumo molto basso. E poi c’è anche una specie di compenso offerto da noci e nocciole a coloro che non seguono molto la Dieta mediterranea: in queste persone, infatti, si osservano i maggiori vantaggi della frutta a guscio”.

Studi internazionali sulla ricerca delle proprietà terapeutiche della frutta a guscio avevano già dato ottimi risultati.

Tre sono gli studi internazionali più recenti confermanti questa proprietà.

Il primo studio su sindrome metabolica e assunzione di frutta a guscio è stato condotto dalla Loma Linda University e ha visto partecipare 803 adulti. Lo studio ha evidenziato che a fornire effetti benefici su questa sindrome sarebbero in particolare le noci. 

La seconda ricerca condotta dallo studio NHANES, National Health and Nutrition Examination Surveys ha esaminato, dal  2005 al 2010  ben 14.386 adulti coinvolgendo mangiatori abituali di noci e non.

Dalle risultanze dei dati raccolti, è emerso che in questi soggetti si poteva riscontrare, benché vi sia un maggior apporto di calorie e sostanze nutrienti come fibre, potassio, magnesio, vi sia altresì, anche un minore apporto di zuccheri, grassi saturi e sodio, rispetto a coloro che non consumavano la frutta secca. 

La conseguenza di tale consumo era la presenza di una pressione sanguigna sistolica più bassa una maggiore presenza di colesterolo "buono", un minore peso corporeo e un ridotto girovita. 

Un terzo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Toronto e dell'Ospedale di St. Michael in Canada, ha infine esaminato diversi marker per il rischio di malattie cardiovascolari evidenziando che, chi consumava noci, presentava una diminuzione di vari fattori di rischio cardiovascolare e dell'HbA1c (un marker di controllo dello zucchero nel sangue) della glicemia a digiuno.

 

Sergio Audasso 

 

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Articolo pubblicato il 29/09/2015