Il potere terapeutico della pennichella

La siesta fa bene alla salute e alle facoltà cognitive.

Il pisolino fa bene alla salute a aiuta la concentrazione. E’ quanto emerge da una ricerca effettuata dalla European Society of Cardiology e presentata a una conferenza internazionale a Londra e da uno studio condotto dall’Università della California-Berkley

Il pisolino pomeridiano diviene un vero e proprio toccasana per chi soffre di ipertensione. Infatti, la pennichella coadiuva a ridurre la pressione sanguigna e a prevenire un futuro attacco di cuore.

Lo studio effettuato ha avuto, come focus, l’obiettivo di stabilire una correlazione tra pisolini e pressione sanguigna analizzando 386 pazienti ipertesi. I dati riferiscono come il pisolino pomeridiano possa contribuire a riportare i valori nella norma.

"Con il pisolino la pressione si abbassa di poco, ma comunque di un valore fondamentale per ridurre notevolmente i problemi", spiega  il cardiologo greco Manolis Kallistratos, autore principale della ricerca.

I dati della ricerca dimostrano che grazie alla pennichella, la pressione, si riduce fino al 5%, mentre il rischio di avere problemi cardiovascolari scende di oltre il 10 punti percentuali. 

Dal Regno Unito agli USA. La pennichella come aiuto alla concentrazione.

Presso l’Università della California-Berkley nel 2010 è stato condiotto uno studio sugli effetti del sonno pomeridiano sulla concentrazione. Lo studio ha coinvolto un nutrito gruppo di giovani studenti ai quali era stato concesso di dormire, intorno alle 14 per 90 minuti. Risultato?  I giovani coinvolti riuscivano meglio nello svolgere elaborazioni cognitive rispetto ai loro compagni non autorizzati alla pennichella. 

Una esperta della ricerca sul sonno, Donna Arand PhD, psicologa presso il Kettering Sleep Disorders Center a Dayton, Ohio.  afferma: “Quando si è assonnati, si tende a non ricordare molto bene le cose. La concentrazione è scarsa e risulta difficile tenere cose a mente, ciò accade proprio nell’orario durante il quale in molte culture ci si concede la siesta programmare un tempo di riposo nell’arco di questo orario non pregiudica la possibilità di dormire bene durante la notte. E’ invece meglio evitare di concedersi una siesta intorno alle 17-18 del pomeriggio, per non rischiare di compromettere il riposo notturno”. 

Per tranquillizzare i lettori, la siesta, può durare anche solo 15 - 30 minuti per ottenere effetti notevoli sulla concentrazione. Ovvio che 90 minuti, specie se si deve memorizzare una lezione, una presentazione aziendale, o qualcosa di importante, è l’ideale.

Sergio Audasso

 


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Articolo pubblicato il 06/10/2015