Contro il pregiudizio dell’orientamento sessuale.

Polisessuale - Asessuale - Demisessuale – Omosessuale - Transessuale

Inchiesta a puntate nella dimensione delle relazioni

Prima puntata:  il Poliamore.

Wikipedia definisce il poliamore come “un neologismo che esprime il concetto di amori multipli. L’ideale (per i poliamorosi più che di “ideale” si parla di apertura mentale ed emozionale consapevole e trasparente. Esistono poliamorosi, consapevoli di esserlo, pienamente soddisfatti con un solo partner. NdA) di una relazione poliamorosa è di avere una relazione sentimentale e/o sessuale onesta con più partner nello stesso periodo.”

Per poliamore infatti si intende la pratica (o la possibilità) di avere più di una relazione intima, sessuale o affettiva per volta, con il consenso esplicito di tutti i partner attuali e potenziali.

Si differenzia da forme di comportamento sessuale promiscuo trasgressivo ad esempio avere un/a o più amanti, in quanto, tale comportamento prevede il segreto della relazione o del rapporto posto in essere.

La caratteristica prevalente del poliamore è che all’interno dei rapporti ci sia una comunicazione aperta ed onesta e un’attenzione particolare al rispetto dei sentimenti e dei bisogni di ognuno. 

Altro elemento discostante al mero comportamento sessuale dedito alla promiscuità è che il poliamoroso, come orientamento sessuale, vede l’emergere di abilità cognitive e relazionali tra le quali spiccano:

buone doti comunicative,
capacità di negoziazione dei propri limiti,
padronanza delle proprie emozioni - gelosia compresa - ,
una buona apertura mentale,
una capacità di ascolto attiva e
un elevato grado di assenza di giudizio.

Forme di relazione dei poliamorosi.

Esistono varie forme di relazione poliamorosa. Eccone le principali:

la polifedeltà (o poliesclusività): è una forma di relazione chiusa in cui ci si aspetta che le persone appartenenti al gruppo abbiano rapporti sessuali e affettivi solamente all’interno del gruppo stesso. L’aggiunta di un nuovo partner ad un gruppo polifedele in generale richiede l’approvazione di tutti i partner che già ne fanno parte. 

Alcuni nel movimento poliamoroso criticano il termine polifedeltà, peraltro il più comunemente usato dei due per definire questa configurazione relazionale, in quanto uno dei concetti di base del poliamore è che la fedeltà sia relativa all’onestà e al consenso dei propri partner e non all’esclusività sessuale.

L’anarchia relazionale:  o anarchia delle relazioni (in inglese relationship anarchy) è una teoria molto affine al poliamore, e in larga parte sovrapponibile, che ha fra i suoi primi propositori Andie Nordgren.

Una delle differenze fra poliamore e anarchia delle relazioni è il non tracciare, nella seconda, una linea di demarcazione netta fra chi si possa considerare partner e chi, ad esempio, “semplicemente amico” che spesso, sebbene non sempre, si ritrova invece nelle relazioni poliamorose. 

Analogamente, l’anarchia delle relazioni rifugge la suddivisione gerarchica dei partner in primari, secondari e così via che si riscontra in alcune relazioni poliamorose: «Non classificare e comparare le persone e le relazioni», dice Andie nel suo manifesto, ma «apprezza l’individuo e la tua connessione con lei o lui»

La triade poliamorosa, la Vi e la Ti: Triade: relazione poliamorosa paritaria tra tre persone. Tutti e tre i membri della triade sono in equilibrio tra loro, e nessuno dei tre è subordinato agli altri due, come succede invece nella relazione a T, in cui un partner secondario frequenta una coppia primaria con un legame più forte. 

Si distingue dalla relazione a V per il fatto che il coinvolgimento sentimentale e l’attrazione sessuale sono reciproci tra tutti e tre i membri della triade, mentre nella V uno dei tre partner fa da punto di contatto tra gli altri due, che non sono attratti o emotivamente coinvolti tra loro. 

Ovviamente queste sono solo alcune delle configurazioni “base” che possono essere viste anche come componenti di reti più estese.

Un altro termine usato in maniera scherzosa è “Troppia“, fusione tra “tre” e “coppia”, per definire una “coppia di tre persone”, cioè una triade così affiatata da ricordare una coppietta felice.

Questo articolo è stato redatto con la collaborazione della comunità poliamorosa visibile al sito www.poliamore.org.

 

Sergio Audasso

 

 


 


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Articolo pubblicato il 11/02/2016