Lo siamo per empatia o per reciprocità? Ce lo svela il cervello.
Anche se nel nostro cervello le aree cerebrali deputate all’empatia e ai gesti altruistici sono le stesse, nella trasmissione accade qualcosa di “diverso”.
Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Zurigo e coordinati dal neuro economista Ernst Fehr, pubblicato su Science, evidenzia le differenze di trasmissione in queste aree.
Dallo studio emerge una strana verità: anche se a entrare in funzione sono le stesse aree cerebrali, sia che si compia un gesto altruistico o che lo si faccia per senso di reciprocità,
se si agisce per empatia, il flusso di informazioni viaggia in una direzione, mentre se si agisce per reciprocità, o per restituire un favore a qualcuno, viaggia in senso inverso.
Stesse aree direzioni opposte.
Questo studio ha scoperto che il flusso di informazioni determina e svela le nostre intenzioni.
La ricaduta psicosociale di questa scoperta innalza l’interesse dei ricercatori.
In un articolo di commento alla ricerca i Professori Sebastian Gluth e Laura Fontanesi del dipartimento di psicologia dell’Università di Basilea, affermano che questi risultati in campo sociale “… sarebbero di grande rilevanza per le politiche sociali e per il trattamento dei comportamenti antisociali: se volessimo incoraggiare l’altruismo all’interno di un gruppo già cooperativo o tra individui con scarse abilità prosociali, dovremmo promuovere la reciprocità o l’empatia, rispettivamente”.
Al di là di tutto, tuttavia, il cervello ci fa da spia: stesse azioni, stesse aree coinvolte, ma motivazioni opposte rilevabili.
Alla verità non si scappa.
Sergio Audasso
Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.aac7992 ; DOI:10.1126/science.aaf4688
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 29/03/2016