La serotonina rende ansiosi

Serotonina un’arma a doppio taglio

La serotonina è il neurotrasmettitore per eccellenza del buon umore. Carenze del neurotrasmettitore, serotonina, sono spesso associate a depressione e disturbi ossessivo-compulsivi.

Vero! Ma ha anche i suoi effetti collaterali. Specie se è in eccesso. 

Uno studio dei ricercatori della School of Medicine della North Carolina University ha dimostrato il doppio volto della serotonina.

Nel mercato odierno esistono molti prodotti, e sono tra i più venduti, aventi la caratteristica di inibire la ricaptazione della serotonina. Cioè di mantenere più a lungo gli effetti del neurotrasmettitore nei neuroni.

L’uso eccessivo di questi prodotti – farmaci – tuttavia, ha un doppio effetto. 

Da un lato aiuta a combattere gli stati depressivi; dall’altro, se il blocco della ricaptazione è alto,  crea, in chi li assume, elevati stati di ansia.

Altra informazione che pochi sanno è che la causa dei disordini dell'umore è fondamentalmente legata alla ridotta presenza di serotonina nel distretto cerebrale e le piastrine sono spia di questa condizione. 

Questo legame tra neurotrasmettitore e piastrine è influenzato dalla viscosità delle membrane di entrambi.

Se vi è ridotta viscosità la serotonina rimane libera e non trova spazio nelle cellule.

La serotonina messa in circolo provoca, come risposta:

1. Disturbi dell’umore

2. Problemi ossei

Detto questo, si comprende il perché un’assunzione massiva di sostanze in grado di “ricaptare” la serotonina o di stimolarne la produzione, aiuta di certo la depressione, ma porta a stati d’ansia, disturbi dell’umore, dolori articolari ed ossei.

Continuando di questo passo, vista la vendita di prodotti simili, avremo sempre più persone "falsamente" serene ....  ma sempre più ansiose.

Questo binomio di serenità e ansia crea quella minima confusione mentale da lasciare varchi aperti a idee "certe" o speudo concrete in grado, per la mente, di dare punti fermi a cui aggrapparsi.

Tale aspetto mentale è la genesi del condizionamento di massa ... ma questa è un'altra storia.

 

Sergio Audasso

 


 

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Articolo pubblicato il 08/10/2016