L' Avvocato del diavolo

Vizi privati e pubbliche virtù italiche e non

Sembra che in Italia non siamo i soli ad avere una classe politica poco preparata e parolaia.

Volendo aggiungere ancora qualcosa sul vero e proprio conflitto tra Donald Trump e Hillary Clinton, non solo di idee politiche ma di comportamenti e parole alle volte offensivi per l' avversario - cosa mai vista in occasione della corsa alle precedenti presidenziali USA – non si può fare a meno di avvertire un senso di disagio di fronte al comportamento dei leaders che guideranno, o l' una o l' altro, lo Stato considerato quale esempio della modernità ed emblema di democrazia per gli Stati e le economie occidentali.

Per Trump Hillary Clinton è " nasty" ( cattiva), mentre per lei Trump è un " lier" ( bugiardo), terminologia che, usata durante i confronti elettorali in TV, potrebbe essere a malapena  usata da personaggi di mezza tacca, ma non dai candidati alla presidenza USA, che dovrebbero mantenere la calma ( si suppone) anche in occasione di esternazioni come durante le controversie internazionali, alcune delle quali drammatiche.

Finchè i due candidati alla presidenza USA se la cantano e se la suonano entrambi con espressioni di dubbio gusto, e all' interno di uno Stato democratico, ciò non dovrebbe rappresentare un problema per le relazioni internazionali. Ma è lecito domandarsi, con tale mancanza di moderazione, cosa succederebbe se un Presidente USA si lasciasse andare ad espressioni intemperanti verso un suo omologo di un altro Paese, magari un dittatore o un capo di Stato come Putin.

Se ad uno dei due, quando in carica presidenziale, scappasse un epiteto nei confronti di un leader straniero, magari durante un colloquio ufficiale, non potrebbe escludersi la possibilità di scatenare un incidente dalle conclusioni molto serie, oppure di aggravare le tensioni reciproche tra gli Stati durante i conflitti, che oggi non sono così rari. 

Dal punto di vista dell' Avvocato del diavolo il candidato repubblicano, sempre con quel suo dito minacciosamente puntato a mezz' aria o in alto, e la sua espressione di un uomo-bambino corrucciato per la minima contrarietà, quasi come venisse colto in fallo dalla mamma con le dita nel vaso di marmellata, risulta proprio antipatico e nemmeno poi tanto adatto agli show mediatici che, ormai è risaputo, premiano coloro che si sanno maggiormente controllare quando davanti alle telecamere.

Inoltre, non si capisce come uno come Trump, senza nessuna esperienza di politica sia interna che internazionale, possa pretendere di dirigere uno Stato che è un esempio di democrazia per tutti i Paesi occidentali, e quale potrebbe essere la sua influenza negli amichevoli  rapporti Italia-USA.

D' altro canto, sembra che la Clinton non sia così simpatica agli elettori americani, che hanno rilevato in lei troppo smaccato arrivismo – sempre con il marito Bill alle spalle che la supporta, che è sempre presente quando lei parla in pubblico, mentre anche Trump le ha riconosciuto che non molla mai - e dimostrando insofferenza proprio della classe sociale che più dovrebbe rappresentare, quella conosciuta negli USA come middle class.

In uno dei passaggi più imbarazzanti tra le 2000 mail che Wikileaks ha pubblicato Hillary rivela infatti: “ Io, lontana dalla classe media”, frase pronunciata in uno dei discorsi a pagamento tenuti per i colossi di Wall Street. Sempre a proposito di Hillary, l' aver perdonato il marito per essere stato protagonista dello scandalo sessuale scoppiato quando era presidente USA nella Oval Room – poi ironicamente denominata Oral Room – non è stato un vero perdono, ma un atto dovuto per salvare entrambi e le proprie carriere.

In caso contrario, cioè se fosse arrivato un divorzio, chissà quali altri altarini sarebbero stati scoperti, a detrimento dell' uno o dell' altra. Puro opportunismo di facciata, dove i buoni sentimenti coniugali sono accennati solo a fini della “ captatio benevolentiae “. In realtà, per una donna emancipata come Hillary, un episodio di sesso quale quello scoperto nel cuore della Casa Bianca, e sbandierato dai media, non sarebbe mai stato perdonato con tale facilità.

E' stato chiarito già molte volte da tutti gli osservatori politici che entrambi i contendenti per la corsa alle presidenziali si sono dimostrati irreparabilmente ipocriti, nascondendo troppe verità che poi vengono pian piano portate alla luce, nonostante tutto, e non sono graditi all' opinione pubblica.  Come in tutti gli altri Paesi, anche qui l' elettore vorrebbe un Capo dello Stato autorevole e di indubbia moralità, proprio come fu, ad esempio, Abramo Lincoln che liberò gli schiavi afroamericani con il Proclama di emancipazione, e dalla condotta morale irreprensibile. In effetti, Trump ha fatto fallire molte sue società con grande scorno degli azionisti, ed Hillary Clinton è balzata recentemente alla ribaltà per avere scambiato email imbarazzanti e ormai note al pubblico.

I repubblicani vorrebbero scaricare Trump, ma egli si barrica ad oltranza: “ Io non mollerò mai ! “.

Di Hillary si è già detto sulla sua tenacia, e poi non avrebbe nessun motivi di lasciare, visto che ora sta sopravanzando su Trump, avendo fino a 9 punti percentuali di vantaggio su di lui in molti Stati, e che ora  sta alla pari con il candidato repubblicano anche gli Stati del Middle West e del Sud che sono quelli tipicamente più conservatori e che votano da sempre in maggioranza per i repubblicani.

Tuttavia i repubblicani sono una forza molto viva ed irriducibile nello stile di vita americano, dove si vedono con sospetto i democratici da essi considerati in odore di socialismo, parola da sempre mal sopportata negli States, ed è proprio per questo che Trump ha molti supporters che si identificano nello Stato pioneristico e liberal che ha sempre avuto successo tra gli strati della popolazione che non ammettono eccessive interferenze dello Stato nella vita civile. I conservatori preferiscono avere istituzioni sociali a reggenza privata, che considerano molto migliore di quella pubblica, come per le pensioni ( gestite da fondi pensione privati), per la Sanità ( per il 90% privata), per l' istruzione, dove le Università si pagano care o carissime ( ad Harvard la retta annuale arriva a raggiungere 100.000 dollari). Il democratico Obama invece ha introdotto l' Obamacare, avversato a più riprese dal Senato a maggioranza repubblicana, un servizio sanitario gratutito che aiuta i meno abbienti a far fronte alle spese per la salute, i quali non possono permettersi una assicurazione sanitaria privata.

Peraltro, gli stipendi sono altissimi, specie se confrontati con quelli italiani, ed un operaio arriva a introitare anche 50.000 dollari all' anno. Il problema è quando il lavoratore viene licenziato e non riesce a pagare mutuo, assicurazione sanitaria e l' università dei figli, situazione che è stata descritta in alcuni film hollywoodiani, dove il capofamiglia è costretto a declassare il proprio status sociale, come in “ American beauty”, dove l' attore Kevin Spacey da manager dovette andare a servire in un fast food.

Ricordando l' economista italo-americano e premio Nobel per l' Economia nel 1985 Franco Modigliani, egli ci rimproverava di avere uno Stato  che costa troppo, e ci esortava a fare come gli americani che non hanno tutto questo peso del welfare sulle spalle e che accresce, anno dopo anno, il deficit statale. Una posizione la sua molto razionale ma poco praticabile in Europa, dove il welfare statale è radicato fin dalla prima metà del '900.

Molti repubblicani però si dovranno rassegnare ad avere un candidato così imbarazzante come Trump e lo voteranno, anche perchè non si è sottolineato quasi mai sui nostri media nazionali che il Presidente in carica influisce enormemente sull' elezione del Presidente della Corte suprema degli Stati Uniti, un' istituzione fondamentale di quel Paese, nomina il successore dopo la decadenza del precedente con il consenso del Senato (*) che, guarda caso, è a maggioranza repubblicana, ed ha giurisdizione sulle leggi costituzionali USA.

Come impressione personale, l' affluenza alle urne  l' 8 novembre p.v. sarà molto bassa nel Nord America, dove le percentuali dei votanti alle politiche comunque è sempre stata intorno a qualcosa di più del 50%.

Proprio come in Italia quando si voterà per il referendum costituzionale, quando il popolo sovrano sarà chiamato alle urne per votare o sugli emendamenti alla Costituzione italiana o per lasciare immutata quella attualmente in vigore.

Questa impressione è corroborata dal fatto che, se qualcuno andasse a chiedere a qualsiasi anziana tormentata dal suo attuale basso tenore di vita dovuto ad una pensione da fame, o ad uno dei tanti giovani che non trova lavoro, in cosa consiste il Titolo V° oggetto di alcune delle modifiche proposte, potrebbe essere immediatamente " mandato a quel paese" passando alle vie di fatto.

(*) Negli USA i senatori sono 100, 2 per ogni Stato americano

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Articolo pubblicato il 23/10/2016