Cancro al seno e l’effetto Jolie

In aumento i casi di doppia mastectomia

Dal settimanale Time, che lo ha definito l’effetto Jolie, nasce la nuova tendenza di prevenzione  al tumore al seno. 

Come è noto la popolare attrice si era sottoposta a una doppia mastectomia. La sua decisione era stata motivata dall’esito di un esame specifico di un gene al quale, Angelina Jolie,  era risultata positiva. L’esame in questione è il test sui geni Brca. Questi geni sono due Brca1 e Brca2. Se uno dei due è alterato, aumenta le probabilità di andare incontro sia a tumori al seno che all’ovaio. Tali tumori poi divengono, sempre per tale alterazione, spesso precoci e aggressivi. L’attrice era risultata positiva al gene Brca1 come del resto sua madre deceduta per un tumore all’ovaio.

Questa decisione ha avuto una eco mediatica importante, tanto che anche in Italia si è assistito ad un incremento, da parte di donne con familiarità sospetta o presunta, della domanda di sottoporsi al test dei geni Brca.

Angelina Jolie ha di fatto sensibilizzato alla prevenzione. Tuttavia non finisce qui.

In Inghilterra, e come tendenze anche in Europa, si stanno registrando da un raddoppio di casi di mastectomia in terra inglese ad un incremento fuori dalla norma in tutta Europa.

I dati italiani vedono, grazie agli screening di prevenzione, un incremento delle segnalazioni ma anche, una diminuzione della mortalità.

La forma di prevenzione più idonea dicono gli esperti si ha con una ecografia eseguita due volte l’anno e dalla mammografia e risonanza magnetica una volta l’anno.

Paolo Veronesi Presidente della Fondazione Umberto Veronesi e Direttore della Divisione di Senologia chirurgia dell’Istituto europeo di oncologia a Milano (Ieo)sulla prevenzione afferma.

La situazione numero uno è quella di una donna, di solito giovane, cui viene diagnosticato un tumore al seno. In questi casi, proprio perché è giovane, eseguiamo il test genetico per Brca1 e 2. E se è positivo e anche se il tumore è piccolo, noi chirurghi preferiamo suggerire un intervento aggressivo: la totale asportazione di entrambe le mammelle. Naturalmente garantendo alla paziente la ricostruzione immediata con protesi, per salvaguardare l’aspetto estetico. Non solo: in questi casi consigliamo il test anche ai familiari per valutare un eventuale rischio di malattia e proporre una prevenzione adeguata. In teoria andrebbe fatto anche ai maschi perché possono ereditare la mutazione dalla madre. L’uno per cento dei tumori alla mammella colpisce, infatti, il sesso maschile

E sull’ecografia e mammografia dice:

"Se però il tumore compare, e di solito è aggressivo - aggiunge Veronesi - ci si deve sottoporre a terapie complesse, compresa la chemio, che può avere effetti collaterali non indifferenti". 

La doppia mastectomia e l’isterectomia si presentano come l’alternativa migliore.  "In ogni caso - conclude Paolo Veronesi - è indispensabile non solo il counseling genetico, ma anche quello psicologico perché la scelta è difficile e ogni donna è fatta a modo suo".

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Articolo pubblicato il 26/10/2016