L’autoguarigione è veramente possibile?

Cosa dicono le neuroscienze e la fisica quantistica. Parte 2

Nel precedente articolo si è descritto come la memoria possa essere l’elemento determinante nel connotare il modo di agire.

Grazie agli studi del professor Erick Kandel della Columbia University è stato possibile dimostrare l’inesistenza di un unico sistema di memoria a lungo termine, ma che essa è costituita da un insieme di reti neurali gestiti dall’amigdala.

Si è altresì stabilita l’importanza della creazione di nuove reti neurali per poterci avvicinare alla guarigione. 

A tal fine, però, è necessario deprogrammare la mente subconscia e creare nuovi collegamenti tra memoria – mente subconscia – amigdala e analizzando quanto finora scritto, si arriva all’incontro con le emozioni.

Le emozioni possiedono caratteristiche peculiari: da un lato influenzano il comportamento subìto, dall’altro sono la chiave d’accesso al cambiamento.

Nei miei corsi affermo, con una formula matematica, o come dice una mia carissima amica, matemagica, che: Liberarsi è = a Consapevolezza meno  – Paura.

Emozioni, consapevolezza e nuova idea di sé ci introducono alla Quantistica.

Fisica Quantistica

Secondo Candace Pert, neuroscienziata di fama internazionale, le emozioni si trasformano in eventi biochimici.

Gli eventi biochimici utilizzano molecole e le molecole sono soggette alla teoria dei quanti.

Base della teoria è che l’osservatore cambia l’osservato; cioè quello che osserva. La realtà, in base a questo principio, muta in relazione a chi la osserva.

Il fisico John Wheeler ha voluto dare un nuovo volto alla teoria affermando che: essendo l’osservatore non separato dal resto della realtà, l’etichetta di “osservatore” debba essere sostituita con “partecipatore”.  La sua partecipazione e la sua coscienza creano il mondo in effetti.

Questa distinzione è essenziale nel processo di autoguarigione. Come osservatore siamo un soggetto passivo la cui coscienza, sia essa esplicita o implicita, agisce nel mondo. Solo quando vi è il risultato si ha la comprensione di ciò che si è agito. 

Come partecipante, invece, siamo un soggetto attivo nel processo di cambiamento della nostra realtà. E’ la coscienza consapevole che agisce nel mondo.

Due ricercatori Corrado Malanga e Antonella Vannini riescono a spiegare come il processo di autoguarigione, applicato alla quantistica, sia possibile.

Questo è un abstract rivisitato di un articolo di  Antonella   Vannini del 2006 dal titolo Super-causalità e libero arbitrio. Nell’articolo viene evidenziato come noi ci troviamo in un multi verso dove alcune onde si propagano dal passato al futuro e altre dal futuro al passato. Il nostro presente sarebbe quindi il risultato dell’incontro tra il passato e il futuro.

Ma cosa ha a che fare questo con la possibilità di auto guarigione?

Malanga ci viene in aiuto.

Egli sostiene che per guarire è necessario creare il futuro per dar vita al presente.

Perché? Se nel futuro esiste il presente la sola volontà di guarire, evento futuro, trova esistenza nel presente.

Per Malanga, liberamente tratto dalla sua opera Evideon 3 Compresnione e Guarigione,  il processo di guarigione si attiva solo se ci si vede sani nel futuro, perché quel futuro, dove si è sani e felici, può influenzare il presente creandolo immediatamente.

Ma se questo vale per la guarigione, vale ugualmente per la creazione della malattia.

Se ci preoccupiamo del futuro creiamo il nostro presente. E lo sappiamo bene. Pensando ad un futuro avverso, l’ansia che ci produce, la percepiamo nel futuro o nel presente?

Un metodo sicuro per autoguarirci è ricordarci oggi, nel presente, del nostro futuro, perché lui, è già qui!

Buon futuro presente, allora!

Sergio Audasso
Esperto nel trattamento di consapevolezza veloce e deprogrammazione neuroemozionale.

 

Nel prossimo articolo ...  Può la scienza spiegare la vita dopo la vita?  

 

 



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Articolo pubblicato il 23/11/2016