Ansia. Depressione.Tristezza

Quale è la differenza.

Molto spesso sentiamo dire: "sono depresso"; oppure: "sono triste"; oppure: "ho l'ansia". Ma sappiamo quale è la differenza tra le tre?

Distinguere la depressione dalla tristezza o dall'ansia è di vitale importanza se si considera il potere della connotazione a livello cognitivo.

Esistono modelli per distinguerli e tali modelli sono di facile applicazione.

Uno studio condotto in Europa ha stabilito che il 13% della popolazione soffre di depressione.

Tra i cittadini europei, le donne vincono la sfida in quanto, possiedono il rischio doppio di sviluppare il disturbo rispetto agli uomini.

Altro fatto emerso è: le fasce di età più giovani risultano le più colpite.

Pure gli episodi di depressione sono indicativi. Oltre il 60% di persone che hanno vissuto un periodo di depressione maggiore, avrà una ricaduta. Tale rischio aumenta ad ogni periodo successivo. 

Da ciò è evidente l'importanza di distinguere le varie classi di disturbo per non incorrere in errori comunicativi con il personale sanitario nè di vedersi attribuire una etichetta che potrebbe produrre danni di relazione sociale. 

Ecco le basi della distinzione tra le varie patologie e/o disturbi.

 La "Trsistezza" si cartterizza per la presenza di:

- umore triste, ma non in maniera continua,

- perdita periodica ed improvvisa di interesse in quello che si fa 

- svogliatezza profonda, anche se mantiene un buon livello di interazione sociale e lavorativa. 

- una periodica disistima e sfiducia nelle proprie capacità

- facile distrazione ed estraneazione. 

- speranza nel futuro e pensandolo, sospira.

 

La "Depressione" si caratterizza per la presenza di: 

- umore nero per gran parte della giornata  

- assenza di interesse. Tale assenza perdura nel tempo ed è costante. Nulla ha senso. Nulla ha valore.

- un costante senso di fatica fisica e mentale. La mancanza di energia e la svogliatezza eccessiva, lo portano ad evitare interazione sociale e lavorativa.

- sensi di colpa eccessivi o inappropriati

- una aumentata incapacità alla concentrazione e alla formulazione di pensieri concreti.

- da una percezione di disagio proveniente dall'interno. 

- difficoltà nel vedere un futuro migliore. L'idea è il nero, il buio dell'esistenza, che lo circonda.

 

"L'Ansia" si caratterizza per la presenza di: 

 - crisi improvvise di blocco emotivo e mentale. Dopo la crisi recupera il buonumore

- una propensione alla irritabilità anche per piccole cose o fatti banali

- facile stanchezza e disagio conseguente. 

- una pressochè tensione muscolare.

- spesso iperidrosi (palmi sudati) 

- difficoltà di concentrazione causa la presenza di pensieri disturbanti 

- sensazione di vulnerabilità dal mondo esterno vissuto come preoccupante

- speranza di un futuro più sereno e libero dall'ansia.

 

Questi sono solo pochi accorgimenti che aiutano ad identificare le varie differenze tra i disturbi.

Per aiutare ancora di più ad andare oltre questi tre malefici insidiosi sintomi, ricordo una frase tratta dal nuovo paradigma quantico:

 

E' come ci immaginiamo il futuro che determiniamo come viviamo il nostro presente.

 

Sergio Audasso

 


 

 


 

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Articolo pubblicato il 09/01/2017