Racconto: " Il bambino d' oro"

Alle volte le leggende si possono avverare

Il bambino d' oro

Valerius aveva percorso tutta l' Europa alla ricerca del mitico elisir di giovinezza.
Aveva imboccato strade per contrade sconosciute, attraversato borghi selvaggi, viaggiato lungo le praterie del lontano nord al confine con l'ultima Thule, e perfino esplorato le coste della Siria e di Cipro dove si presumeva fossero affondate le navi che portavano il prezioso nettare dalla Terra Santa verso la Grecia.


Valerius aveva a disposizione un' antica pergamena copta, sulla quale erano tracciati segni misteriosi che, secondo il dignitario egiziano che gliela vendette, potevano portare il possessore sulle tracce del luogo ove era nascosto il prezioso liquido.
Valerius aveva fretta, i suoi giorni si stavano esaurendo sotto il peso degli anni e, stanco e ridotto a pelle ed ossa, non aveva altra soluzione che trovare l' elisir per poter tornare a rivivere. A metà del '500, non v'era alcuna terapia per curare le malattie del ricambio da cui era afflitto.


Ma il percorso della mappa cifrata si interrompeva sulle coste del Portogallo. Qui l'uomo, alla foce del Tago, cominciò a pensare che forse il luogo dove veniva custodito il prezioso liquido poteva essere nel Nuovo Mondo : la scritta finale “ Atahualpa “ non lasciava molti dubbi per un abile decifratore quale era diventato nel corso degli anni. 
Fece un bagno propiziatorio nelle acque del fiume, in attesa di prendere la prima nave per il Messico, dove era certo avrebbe trovato la preziosa acqua miracolosa.
Dopo circa tre settimane arrivò a Catlequan, nel Golfo del Messico, dove decise di ripartire immediatamente per l'interno.
Un vecchio uomo, dietro congruo compenso, la sera dell' arrivo gli rivelò dove trovare “Atahualpa”, e della strana leggenda che circolava sulla popolazione di quel luogo. 


In quelle brulle lande sperdute, in tempi antichi erano lì approdati dal cielo, su macchine volanti bizzarre e molto luminose, esseri chiamati “ Hannunaki “, che erano venuti sulla Terra per trovare l' oro di cui il loro pianeta era ormai sprovvisto a causa di secoli di intensa attività estrattiva. L'oro era un metallo vitale per quel popolo alieno, servendo alla depurazione del loro ciclo vitale e non per scopi ornamentali. La Terra, invece, era ancora molto ricca del metallo prezioso, e fu appunto qui che si diressero i loro viaggi alla sua ricerca .


Valerius si avventurò quindi nell'interno, pieno di determinazione e conscio di non aver più nulla da perdere : questa era la sua ultima chance.
Arrivato dopo sei giorni di cammino presso la località chiamata “ Atahualpa “, notò un laghetto formato da alcune cascatelle, dove numerose donne e molti bambini sguazzavano emettendo gridolini di felicità.
Senza pensarci due volte, si tolse tutti gli indumenti e si immerse nel laghetto, la cui acqua tiepida gli rilassò le membra stanche per la lunga camminata.
Una donna lo avvicinò sorridendo, in una mano aveva una polvere color oro ed un' ampolla nell' altra. Con i gesti gli fece segno di versare su di lui il contenuto di quel vasetto, cosa che Valerius accettò di buon grado. L'uomo misterioso di Catlequan gli aveva detto che la polvere d'oro amplificava l' effetto dell' elisir, facendo da vero e proprio catalizzatore sul corpo umano.


Si mise sotto la cascatella, dove la donna gli versò le sostanze sul corpo partendo dalla testa. L' acqua lo irrorò completamente e, sotto l' effetto delle sostanze dorate, cominciò a sentire immediatamente un grande benessere diffondersi su tutto il corpo.
Valerius perse la nozione del tempo e rimase a lungo nell' acqua...troppo a lungo.
Preso da un improvviso istinto, nuotò verso la donna e le si attaccò al seno con la bocca, come un bambino. La donna non ebbe nessun problema a prenderlo in braccio per cullarlo dolcemente, come fosse stato il proprio figliolo. 


Si, Valerius era diventato ormai un vivace bambino, perdendo tutta la coscienza di sé degli anni passati. Come tutti i bambini di quel luogo, dopo un breve addestramento, tra pochi anni sarebbe stato destinato a lavorare nelle miniere d' oro di Atahualpa. Così come volevano gli Hannunaki, i conquistadores celesti.

Claudio De Maria- Il bambino d' oro- 04/03/2015

 

 

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Articolo pubblicato il 05/03/2017