Chivasso - "Don't you dare!" al Teatro civico

Anna Barbaro per Civico20News

Quarto appuntamento  del  Festival  che la Città di Chivasso in co-organizzazione con il Comune, il patrocinio di Regione e Città Metropolitana di Torino, ha offerto ai suoi spettatori sin dallo scorso 26 ottobre.

Venerdì 29 novembre a calcare il palcoscenico del Teatrino civico era Chiara D’Anna, una talentuosa attrice di origine italiana ma residenza londinese, che -da sola- riusciva ad animare la scena in un’alternanza di personaggi, ruoli, cambi di ritmo e rovesci di situazioni:  era l’emozione, così intensamente trasmessa, a tenere incollati alla poltrona tutti gli spettatori.

“Don’t you dare!” in lingua inglese ed in forma interattiva col pubblico forniva a quest’ ultimo la possibilità di partecipare attivamente dando  vita a spazi teatrali di pura improvvisazione. ci diceva a fine spettacolo Chiara D’Anna - che dello spettacolo ne ha   curato personalmente anche la regia-  e  aggiungeva si trattasse di < forti attacchi ai commedianti visti come gente straniera e, di conseguenza, diversa e portatrice di  disgrazie>. Sette le figure teatrali interpretate dalla poliedrica attrice, sette stereotipi  attribuiti ad ogni maschera, in analogia proprio con la demonizzata Commedia dell’Arte.

A dare il via allo spettacolo l’immancabile Arlecchino che in dialetto veneto realizzava la premessa allo spettacolo che da lì a poco si manifestava in un’alternanza di personaggi  a cominciare da Vittoria, la strega, ispirata a quella di Zardino  nel romanzo “La Chimera”,  passando per    l’ inquisitore che evocava proprio il cardinale Borromeo. Gli altri personaggi  riproducevano alcune categorie del popolo quali la nonnina, il soldato-contadino ed il ciarlatano al servizio dell’ inquisitore.

Le categorie sociali associate a tali maschere non si limitavano esclusivamente a t rasudare vizi e virtù ma, aldilà     della loro contestualizzazione nel tempo,  rappresentavano uno stereotipo che si reincarna e si ripete nel corso degli anni e che, spaziando su un orizzonte ben più ampio, fotografa nient’altro che la realtà odierna .

Adottando la modalità comico grottesca,  la realizzazione di parallelismi in ambito sociale e politico del mondo attuale rendeva esplicita l’ identificazione in taluni personaggi appartenenti al mondo della politica italiana. Anche il potere religioso veniva chiaramente evidenziato da  toni forti e dalla paura generata nel popolo ai fini di manipolarlo.

“Panta Rei Threatre”,  con Chiara D’Anna impresaria della sua stessa compagnia, fa uso degli stilemi comici propri della commedia dell'arte italiana ed il suo testo teatrale, per com’ è strutturato e per quanto è impastato di satira politica e sociale, ripropone quello di Dario Fo. L’intenzionalità dell’ autrice è sicuramente  ribadire la subordinazione  da intimidazione e ricatto attuata da ogni forma di potere che intrappola, nel meccanismo della paura, ogni forma di libertà e di pensiero.

Abbiamo quindi l’imbonitore Gino che lavora per conto dell’inquisizione vendendo reliquie (la vendita di armi realizzava il parallelismo con la realtà attuale), il soldato che patisce le conseguenze di una guerra che è obbligato a combattere contro gli stranieri e la nonnina che inveisce contro chi, a suo parere ma dopo istigazione, le procura il male.

Una struttura ad episodi che narrava il ritorno di una famosa commediante, Vittoria, dalla tournèe in  Europa che le riserva l’ accusa di stregoneria  per la sua indipendenza e la sua esuberanza. Siamo agli inizi del 1600: su Vittoria si accanisce l’ intera popolazione accecata dalla propaganda negativa della stampa e dell’ inquisizione.   

L’intensa comunicazione gestuale e la grande abilità acrobatica della protagonista si rivelano facilitatori nella comprensione di una lingua straniera. racconta Chiara . Molto ben apprezzato dal pubblico presente in sala, lo   spettacolo si chiudeva con un piccolo spazio dedicato ai commenti e la presentazione, a cura del direttore artistico Gianluca Vitale, del prossimo appuntamento, il 7 dicembre, con la compagnia di Fossano “ La corte dei folli” che presenterà  “Nel nome del padre”, sempre alle 21 nel Teatrino civico chivassese.

Chiara Barbaro

 

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Articolo pubblicato il 06/12/2019