Chiesa contro Stato

L'apertura delle chiese per celebrare le messe diventa il caso

Di cose di cui discutere in questi giorni ce ne sarebbero, perché da un lato l'epidemia, soprattutto in Piemonte, non rallenta come ci si aspetterebbe e dall'altro la frenata della nostra economia rischia di portarci in un vortice dal quale ci vorranno anni per uscirne.

Eppure, siccome troppo spesso il Belpaese è noto per le discussioni inutili, ecco essersi aperta per la Fase 2 una nuova polemica del tutto sterile: la dura battaglia della Chiesa contro il Governo, poiché non è stato ancora dato il via libera a poter celebrare le messe, ovviamente per via di rischiosi assembramenti.

La CEI, per voce di diversi cardinali, sostiene che lo Stato, per via dei Concordati del 1984, non possa metter bocca sulla libertà di culto, visto poi anche che l'interno di una chiesa è suolo non italiano ma del Vaticano e quindi è di competenza del Vaticano decidere come e se organizzare le celebrazioni eucaristiche.

Il Cardinal Ruini ha obiettato le scelte di Giuseppe Conte dicendo che "...non si può consentire che il Governo pretenda di decidere sul modo di vivere e di organizzarsi della comunità cristiana [...] conceda senza indugi la elebrazione della Messa ..."

A parte il fatto che se veramente vogliamo attaccarci a leggi, leggine, norme, postille del Concordato verrebbe da domandarsi allora perché i fedeli potrebbero recarsi fuori Regione visto che le sedi del Vaticano non sono in Italia, la domanda da porsi sarebbe se è giusto che la non fondamentale esigenza di ammassarsi in chiesa dovrebbe venire prima della salute pubblica e prima della possibilità di assembrarsi in bar e ristoranti che stanno perdendo molti introiti in questo periodo.

E così a breve si dovrebbe "riparare all'incidente" come avrebbe sostenuto Di Maio, con Giuseppe Conte pronto a studiare come e quando far riaprire le chiese, perché d'altra parte non c'è alltro a cui pensare in questo momento difficile per l'Italia (anzi, per il Vaticano)!

Anche il PD, gran melting pot di elettorato laico ma non solo, si affanna a prendere una decisione in tal merito e chissà gli ambienti del centro-destra mediamente vicini alla Chiesa ma anche alle imprese dovranno decidere da che parte stare: se si fanno ammucchiare le persone in chiesa perché non farle assembrare anche nei ristoranti e nei negozi gestiti da imprenditori e commercianti vicini al fallimento?

In tutto questo, però, c'è una speranza, e viene dalla Chiesa stessa. Il Pontefice, quell'ammirevole Bergoglio che da sempre cerca di rendere la Chiesa meno anacronistica e vive in un appartamente più piccolo di quelli in cui vivono alcuni cardinali, si è affrettato a dire che "... in questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni", come a dire che la salute delle persone viene prima della pretesa di far valere i Concordati in tempi speciali quali quelli che stiamo vivendo.

 

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Articolo pubblicato il 29/04/2020