Non sarà questa politica a salvarci, ma gli anticorpi monoclonali

Dal Blog di Paolo Crepet

  • Ormai credo che lo abbiano capito tutti: più si aspetta ad assumere nuove misure draconiane, più si offre al virus la possibilità di continuare a fare il suo lavoro, infettare. Dobbiamo porci due semplici domande: perché siamo arrivati fino a questo punto, cosa accadrà dopo il nuovo lockdown?
  • Alla prima domanda si risponde guardando cosa hanno fatto alcuni paesi asiatici (come Corea, Giappone, Taiwan, che da 200 giorni non ha quasi più nuovi casi) e cioè hanno contenuto il virus quando i numeri erano piccoli. Anche noi avremmo potuto farlo, ma si è preferito il contrario: comunicare che il virus era clinicamente morto, che il peggio era passato, che se fosse arrivata una nuova ondata non sarebbe stata paragonabile a quella della primavera scorsa. E il disastro è stato servito.
  • Non sono stati solo politici in cerca di gloria, ma anche intellettuali e perfino medici ad affermare che mai sarebbe accaduto ciò che abbiamo davanti agli occhi. Tanto opportunismo o insipienza si è unito a ciò che da anni segnalo come uno dei grandi problemi per il nostro paese: l’emergenza educativa. Non parlo solo della totale mancanza di regole per i figli che li ha resi più deboli (se non si conoscono i no, alla prima frustrazione non li si può più controllare), ma anche della scomparsa di figure genitoriali autorevoli che anzi hanno fatto peggio dei loro figli: ovvero esattamente quello che è accaduto questa estate quando nessuno si è dato regole di buon senso per non infettarsi (e il governo si è ben guardato dal declinarle). Adesso siamo di fronte a una ricaduta: ci si arrabbia di più (anche con noi stessi), ci si deprime di più, si perdono più facilmente le speranze. L’incapacità di prevedere e prevenire da parte di molti tra politici, opinion leader e scienziati ora ci costerà ancora più cara proprio per la risposta psicologica che induce.
  • Rispondere alla seconda domanda è ancora più doloroso. Anche se si chiudesse tutto domani, i contagi cresceranno per “inerzia” e si arriverà ai primi di dicembre al massimo con una crescita più debole. E a quel punto cosa decideranno di fare? Il primo ministro afferma che i sacrifici di oggi ci permetteranno di trascorrere un “Natale sereno”. Ma come, sulla base di che cosa? Lasciando nuovamente centri commerciali affollati e permettendo cenoni con nonni, genitori e nipoti? Chi controllerà il capodanno? Ne ha accennato solo Crisanti, ma nessuno sembra ascoltarlo.
  • Gli esperti hanno contato fino alla fase 4, ma non menzionano la 5. Perché? Per non seminare terrore? Più di così… Forse ci stanno trattando tutti come idioti, gente che non capisce, sudditi imbecilli. Invece se si vuol salvare a tutti i costi il panettone, lo scenario dopo la befana non potrà che essere ancor peggio con i soliti bontemponi che diranno candidamente che nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
  • Visto che non hanno previsto l’arrivo dell’estate, l’inizio dell’anno scolastico e l’influenza invernale, riusciranno i nostri eroi a dirci cosa faremo all’inizio del 2021 quando le Feste avranno diffuso esponenzialmente il virus? Finora non hanno chiesto scusa, nessun ministro, anche il più imbarazzante, ha avuto il coraggio di dimettersi: con che faccia è possibile chiederci ora fiducia e collaborazione?
  • Non sarà questa politica a salvarci, ma gli anticorpi monoclonali (quando il loro prezzo sarà affrontabile).

 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/11/2020