La riscoperta del socialismo liberale!
Carlo Rosselli

Una corrente ideologica e politica che, giunti al fondo della crisi, sta tornando di stringente attualità.

Gli incontri di Mario Draghi con le delegazioni dei partiti politici e le parti sociali, proseguono in attesa che anche la strampalata Piattaforma Rousseau, si pronunci. Ma a prescindere dall’esito e dalle farse dei piccoli politicanti che invece di considerare gli interessi del Paese e del loro elettorato, danno segni di panico per l’ampiezza o meno dello schieramento che si creerà a sostegno del prossimo governo, si avverte un’ aria nuova nel Paese.

Forse stiamo abbandonando, dopo non poche ammaccature, l’era post ideologica che invece di nutrirsi di pragmatismo, tramontati i partiti politici storici, ci ha abituati a sigle elettorali nate già morte ed uscite di scena nel giro di poco tempo, degne espressioni della società liquida, ove l’ignoranza, l’incompetenza ed le chiacchiere, ne sono il presupposto, infestando l’arengo politico di vacuità e limitando le libertà di espressione degli aderenti.

Oggi il vento sta mutando rapidamente ed i più accorti se ne stanno accorgendo. Stiamo assistendo, per certi versi alla riproposizione della “svolta di Salerno” anche se non si riesce ad individuare un leader con il carisma e l’autorevolezza di Palmiro Togliatti. Per essere in grado di capire ed agire, almeno qualcuno sentirà l’esigenza di ritornare a leggere e ragionare su quanto scritto dai maestri del Pensiero politico.

In passato, su Civico20News abbiamo ospitato alcuni contributi che hanno approfondito il pensiero e l’insegnamento di Luigi Einaudi ed il suo metodo di azione che non solo i politici dovrebbero conoscere ed applicare in ogni circostanza: “Conoscere per deliberare”. Oggi, al politico che abbandona principi e prassi che ci hanno potato alla soglia del baratro, potremo proporre un libro fondamentale scritto nel 1929 a Ventotene e di ancor vivissima attualità, che molti di noi hanno studiato ed apprezzato: “Socialismo liberale” di Carlo Rosselli. In quel testo di rilevante importanza, stante alla storia del Personaggio ed a qualche indiscrezione sul programma su cui baserà l’azione in prossimo governo, costituirà il nucleo essenziale del pensiero politico di Mario Draghi ed inspirerà la sua azione di governo.

Cosa apprenderà il nostro politicante ansioso di acculturarsi o il cittadino giovane o meno che sia sitibondo di apprendere l’”arte del Governare”? Che la conciliazione e la sintesi sono impossibili se per socialismo si intende dittatura del proletariato, nazionalizzazione totale dei mezzi di produzione, abolizione della proprietà privata e per liberalismo si intende l’opposto.

Se parliamo del socialismo democratico europeo e del liberalismo democratico la conciliazione segna la storia del ‘900 nei suoi aspetti migliori. Da una parte i socialisti hanno fatto proprie le libertà politiche, hanno accettato il mercato e abbandonato l’dea di statalizzare l’economia. Dall’altro i liberali hanno accettato l’intervento circoscritto dello Stato nell’economia e, soprattutto, lo Stato sociale – Welfare State, ovvero stato del benessere diffuso – il carattere progressivo delle imposte (più guadagni, più paghi) già contemplato nella Costituzione, la sanità, la scuola pubblica e un sistema previdenziale che garantisca la protezione degli anziani. In conclusione a seconda delle circostanze e del contesto delle varie nazioni si può spingere su riforme liberali o su riforme sociali in una varietà di esperienze riconducibili al binomio socialismo liberale e o liberal socialismo.

Per tornare a Draghi, l’orizzonte politico-culturale di riferimento è, come sappiano, definito dai valori democratici liberali dell’Europa. E il pensiero è quello di un vero riformista. Torna alla mente la lezione del suo maestro Federico Caffè: “Il riformista preferisce il poco al tutto, il realizzabile all’utopico, il gradualismo delle trasformazioni a una sempre rinviata trasformazione del ‘sistema’.

Sarebbe un gran giorno se la nostra Politica con la P maiuscola abbandonasse l’odio sociale, tanto caro ai nostri estremisti o le scelte demagogiche e truffaldine di cui purtroppo ci siamo abituati, almeno negli ultimi dieci anni, per imboccare la via del pragmatismo e della concretezza, finalizzate al progresso della Società ed al raggiungimento del “Bene Comune”.
 

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Articolo pubblicato il 10/02/2021