Il Governo Draghi ha giurato al Quirinale. In CdM “Uniti per l’Italia”

Quando Donat Cattin disertò il giuramento per recarsi dal barbiere

Come da copione ieri alle 12 il Governo Draghi si è presentato compatto al Quirinale per il giuramento. Cerimonia austera condizionata dal Covid, con le matricole tecniche e i veterani della politica, tutti uniti e compassati, senza il consueto codazzo di famigliari e portaborse al seguito.

 

Si sono notati anche due presunti Liberi Muratori, ministri riconfermati, che hanno posto tre volte la mano sul cuore al momento del giuramento. I leader stanno rilasciando dichiarazioni ecumeniche in armonia con le felicitazioni di Capi di Stato europei. L’atmosfera al Quirinale è serena, le polemiche non arrivano.

 

Fuori, le acque agitata interessano i grillini, ma le inevitabili ripercussioni potremo osservarle già al senato ove mercoledì 17 alle 10, Draghi presenterà il Governo.

Poi le vergini cucce della sinistra, a ragione lamentano che le delegazioni di PD e Leu sono composte da soli maschi. Com’è nella tradizione delle nostra sinistra che predica e razzola in modo conflittuale.

 

Al Quirinale la cerimonia per il varo del Governo Draghi è stata sobria, senza ombra di dissenso. Se torniamo indietro negli anni, anche il giuramento del governo  ha invece registrato qualche contraccolpo. Il caso più emblematico capitò il 18 febbraio del 1972, al varo del primo governo Andreotti.

 

Carlo Donat Cattin, il capo della sinistra sociale democristiana, invece di andare al Quirinale per giurare nelle mani del Capo dello Stato Giovanni Leone, quale ministro del Lavoro, si recò nella storica bottega del barbiere Maro Uva in via Colonna Antonina, alla spalle di Piazza Colonna ed a due passi da Palazzo Chigi  a farsi sistemare i  pochi capelli.

 

Il ministro piemontese, non era uno smemorato, ma imbastì una mossa politica, un gesto di radicale dissenso verso la nascente coalizione che vedeva il governo monocolore Dc, sostenuto dai liberali di Malagodi al termine della prima stagione del centrosinistra. Si scatenò un pandemonio: i giornali scrissero di un esecutivo soffocato nella culla, e la fama di rompipalle che Donat Cattin si era già guadagnata si arricchì ulteriormente.

 

Il governo non cadde, seppur di minoranza, tirò a campare sino a giugno. Il ministro contestatore pretese ed ottenne da Andreotti un pubblico riconoscimento del ruolo della sinistra democristiana che in qualche modo riequilibrava l’apertura a destra dell’esecutivo e, forte di quella dichiarazione concordata con Franco Evangelisti, braccio destro del premier, andò a giurare fuori tempo massimo. La crisi annunciata rientrò. Il Governo cadde poi il 26  giugno, quando furono i repubblicani a togliergli l’appoggio esterno.

 

Nacque poi l’Andreotti II, (Il Governo Andreotti –Malagodi), senza la partecipazione di Carlo Dont Cattin. Altri uomini, che non temevano di restare a piedi, pur di affermare un principio, mentre i politicanti di oggi, la poltrona la tengono ben stretta.

 

A proposito di poltrone e poltronisti, che dire sulla composizione del Governo Draghi? I ministri tecnici li misureremo sul campo. I politici sono espressione di questo Parlamento con qualche oscenità ed i limiti già più volte enunciati. E’ già partito il fuoco di fila e le prese di distanza. Sarà il presidente del Consiglio a dettare la linea ed a trarre le conclusioni sul risultato.

 

Ieri dopo il rito del passaggio della campanella  da Conte a Draghi, con il congedo ufficiale dall’ex presidente del Consiglio, si è riunito il neo governo per nominare il sottosegretario alla presidenza del consiglio, nella persona del professor Roberto Garofoli. A quanto si apprende nella prima seduta del neo governo, Draghi ha tracciato il percorso del suo governo, anticipando quanto dirà in Parlamento "Il nostro sarà un governo ambientalista, qualsiasi cosa faremo - a partire dalla creazione di posti di lavoro - deve andare incontro alla sensibilità ambientale e non andare a gravare la situazione" esistente.

 

Lo avrebbe detto, a quanto apprende un’agenzia di stampa, il premier rivolgendosi ai ministri durante il Cdm. "Mi aspetto la massima collaborazione", perché una "missione" importante attende il governo, quella di "mettere in sicurezza il Paese". Per centrare l'obiettivo, bisogna andare "avanti uniti", perché "i bisogni dell'Italia vengono prima di interessi di parte", avrebbe aggiunto. “Dobbiamo lavorare insieme, pur provenendo da storie ed esperienze diverse, per affrontare questa fase difficile del Paese". Lavorare insieme, avrebbe sottolineato il presidente, "per mettere in sicurezza l’Italia e aiutarla a ripartire". "L'unità qui non è una opzione, è un dovere". "Prendo atto - sarebbero state le parole di Draghi - che abbiamo delle diverse sensibilità, avete diverse sensibilità".

 

Quindi, parlando di quanto la pandemia abbia creato nel Paese, in uno dei passaggi avrebbe detto: "Vi ricordo che l'ultimo governo ha visto migliaia di morti, perdite di anni di scuola, perché sono anni persi". Poi Draghi avrebbe aggiunto: "L'economia soffre, serve un impatto culturale e sociale, questo è il nostro programma: innanzi tutto la sfida alla pandemia, con una accelerazione della campagna vaccinale".

 

Draghi ha poi assicurato come "abbiamo di fronte una prospettiva", possiamo "tessere una base per il rilancio futuro". Come nel suo stile, improntato alla riservatezza, Mario Draghi avrebbe invitato i suoi ministri alla sobrietà nella comunicazione, per moderare le dichiarazioni alla stampa. E, guarda caso, al termine della riunione, i 23 neo ministri hanno lasciato la presidenza del Consiglio senza parlare a stampa e tv. Forse anche l’era Casalino è archiviata. Il Consiglio dei ministri ha avviato l'iter per l'istituzione del ministero della Transizione ecologica, il dicastero green che sarà guidato dal fisico Roberto Cingolani. Si punta, viene spiegato da autorevoli fonti di governo, ad approvare la sua istituzione e a dare il via libera al ministero 'verde' entro 10 giorni.

 

Stabilita la squadra dei ministri, parte la corsa ai posti di sottosegretario nel governo Draghi. Non solo, per i nuovi dicasteri dovrà essere definita anche la struttura nel dettaglio. Il tutto non appena il governo otterrà il placet di Camera e Senato. Gli appetiti dei partiti si scatenano e presentano la lista dei papabili. Avremo modo di ritornare in argomento.

 

 

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Articolo pubblicato il 14/02/2021