M5S e Conte: L’unione di due debolezze

Grillini, ultimo atto?

Ieri, come in parte annunciato si è tenuta la patetica iniziativa ideata da Grillo, nel voler rianimare la disfatta dei grillini, affidandone la regia a Giuseppe Conte, reduce della recente disfatta del suo governo. Ma l’atipicità dell’iniziativa non considera il mancato nesso tra una protesta ideologica, con la ribellione degli aspiranti ministri e sottosegretari, cassati da Draghi. Per cui, l’imbonitore poco potrà operare se alla base c’è la mancanza della vil moneta, ovvero il lucro cessante e non una bandiera da sventolare.

Oltretutto il neo presidente del Consiglio ha già annunciato che la torta del sottogoverno sarà riservata in massima parte ai competenti, per cui, i parlamentari ed i peones grillini avranno di fatto, l’accesso bloccato. La giornata ha presentato torni esilaranti. Fantasia, utopia o bassa demagogia per dimostrare che un cadavere, pur nelle mani di un nocchiero tenebroso, riuscirà ancora a sopravvivere.

Già l’inizio è tragicomico. Il vertice si sarebbe dovuto tenere a Marina di Bibbona nella villa di Beppe Grillo, ma alla fine è stato convocato all'hotel Forum di Roma dove il co-fondatore si reca nei suoi soggiorni nella Capitale per depistare i curiosi o i contestatoti. Il comico si è presentato con la testa coperta da un casco che ricordava quello di un palombaro, di un astronauta. L'ultima pagliacciata di uno schieramento ormai allo sbando totale - tra spaccature, espulsioni , addii di peso e sondaggi choc - che cerca di appigliarsi a Giuseppe Conte come l'ultima spiaggia per evitare la débacle e il fallimento definitivo nella scena politica.

Lo stato maggiore starebbe pensando di risolvere - o comunque di limitare - grazie all'ingresso dell'ex presidente del Consiglio le proteste o lo sfacelo del movimento. L'intenzione sarebbe quella di conferirgli un ruolo come unico capo, magari affiancandogli uno o due vice per non centralizzare eccessivamente il potere interno. Ma anche su questo fronte emergono profonde divisioni: c'è chi fa notare che la base del Movimento 5 Stelle si è da poco espressa su Rousseau votando la modifica dello Statuto e promuovendo una "governance" a cinque al posto del capo politico. Il compromesso potrebbe vedere il comitato direttivo essere trasformato in una sorta di segreteria politica per fare da spalla all'ex premier.

Adesso si apre il fronte di una possibile modifica statutaria e dell'eventuale via libera degli iscritti tramite Rousseau. Fonti del M5S vicine a Conte fanno sapere che Giuseppi ha raccolto l'invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle: "Una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell'attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050". D'altronde lo stesso Conte, lasciando Palazzo Chigi, si era proposto come guida di una coalizione di centrosinistra.

Pur essendo in articulo mortis, i grillini  guardano addirittura al 2050, ma farebbero bene a non fare chissà quali castelli e a concentrarsi sull'esplosiva situazione che sta mandando in frantumi il gruppo nel palazzo. Di questo passo, infatti, rischiano di rimanere solamente i governisti a oltranza, depurati dagli espulsi e dagli abbandoni. Se poi il governo Draghi, potesse portare a soluzione gli annosi problemi del Paese, infischiandosene delle panzane dei grillini, la caduta del Movimento diverrebbe inarrestabile.

Oltre ai rissosi parlamentari, anche l’elettorato grillino ormai è sgretolato, ridotto ai minimi termini. Gli ultimi sondaggi parlano chiaro: il Movimento 5 Stelle continua a perdere consensi e scivola fino a un pessimo 13,2%.

Un guaio solo per i pentastellati? Non proprio. Stando alla rilevazione di Tecnè effettuata il 26 febbraio, la coalizione formata anche da Partito democratico e Liberi e uguali si fermerebbe a un misero 35,4%, mentre il centrodestra di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia sfonderebbe il muro del 50% e si attesterebbe al 51,8%. Numeri che spaventano e non poco Conte, che da capo dei 5S dovrebbe riuscire nell'impresa di invertire la rotta del quadro politico e puntare al ritorno a Palazzo Chigi. L’avvocato foggiano infatti si è riservato qualche giorno per decidere.

Se poi consideriamo la prossima sfida elettorale delle amministrative a Torino e Roma dove le due sindache grilline e la loro corte dei miracoli, hanno dato il peggio del peggio, la débacle del Movimento è ormai assicurata.

 

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Articolo pubblicato il 01/03/2021