Lettere al Direttore - Il ‘Recovery’ serve davvero?

I dubbi legittimi di un cittadino disorientato

Gentile Direttore,

mi consenta un dubbio: se come ha scritto a chiare lettere in uno ‘speciale investimenti’ in Italia riportato da un quotidiano sono fermi nelle Banche ben 1.745 Miliardi di Euro, i 200 che Draghi, con non pochi artifici si appresta a pietire e a farci imprestare dalla BCE, ci servono davvero?

 

Un Governo capace avrebbe stimolato i Risparmiatori Italiani a investirli in un serio programma di modernizzazione in settori essenziali. Con poco più del 10% del Risparmio giacente, remunerandolo poco più dello 0,..  avremmo già da mesi bloccato la crisi è avviato la ripresa senza doverci sottomettere a Bruxelles.  E avremmo dato una carica di ottimismo al nostro avvenire.

 

Se Draghi fosse davvero un ‘drago’ non avrebbe bisogno di fare pietistiche telefonate alla Ursula.

Quello che dovrebbe preoccuparci è l’insipienza dell’ammucchiata di Governo: con quali credenziali si presenteranno alle prossime elezioni?

 

Cordialità.

 

GianFranco Billotti

 

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Carissimo lettore,

 

fra le sue righe si intravede un forte spirito nazionalistico, quello che serve ad un popolo per superare i momenti più difficili facendo quadrato intorno a colui, o coloro, che lo rappresentano. Già, che lo rappresentano in quanto scelti dal popolo stesso e non nominati come accade ormai da troppo tempo.

 

Per cui il suo dubbio legittimo si fa sempre più tale fra i risparmiatori, fra i detentori di capitali ed alimenta il forte dubbio sulla opportunità di affidare la  propria sostanza a chi appartiene ad una scacchiera su cui oggi è Re e domani potrebbe ritrovarsi pedone.

 

Sono d'accordo con Lei sullo spirito che anima la Sua idea, ma per ciò occorre quella stabilità che manca e che l'attuale Premier sta  cercando di mettere in atto non senza ostacoli da parte degli attori di una manovra che troppo spesso è condizionata da vecchi retaggi politici.

 

Fare un Governo nelle attuali condizioni in cui si trova la Nazione Italia, complice la pandemìa, non sarebbe facile per chiunque perchè gli argomenti divisivi sono ancora troppi e c'è chi si appiglia strumentalmente a nuovi fermenti ideologici che anzichè unire sortiscono l'effetto contrario allontanando ogni volta le parti, come una patrimoniale in luogo della consapevolezza di dover compiere un atto volontario utile al benessere generale.

 

Ma sono, se mi consente, riflessioni deamicissiane che trovano consensi e ostacoli perchè a tutt'oggi manca la cosa più importante: la fiducia assoluta in chi deve trovare la soluzione subito evtando le scaramucce di parte che non portano da nessuna parte.

 

Le telefonate del Premier Draghi cui Lei fa riferimento dimostrano un impegno che sta dando i primi frutti, ma la strada è impervia e oggi più che mai non serve l'uomo solo al comando bensì una squadra che metta da parte le rivalità di appartenenza alla ricerca del traguardo finale e non a semplici successi di tappa, per dirla nel gergo delle due ruote. 

 

Per cui ben venga il Recovery che potrà rimettere l'Italia sulla strada della rinascita purchè non si risolva nel burocratico accaparramento dei fondi che ha finora bloccato ogni nobile impresa.

 

 

 

      Civico20News    

Il Direttore Responsabile                                   

      Massimo Calleri     

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Articolo pubblicato il 30/04/2021