Recovery: 24 mila assunti a tempo determinato e nuove regole per le assunzioni nella pubblica amministrazione Brunetta: "ventata di modernità"

Assegno unico figli 2021, ok da luglio per due milioni di famiglie

Ventata rivoluzionaria nella pubblica amministrazione, anche se sarebbe auspicabile uguale impegno per mutare radicalmente l’ancora attuale connubio perverso tra burocrati statali e sindacati che danneggia e paralizza il Paese.

 

Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che cambia le regole per il reclutamento della Pubblica Amministrazione. Il dl, proposto dal ministro Renato Brunetta prevede l'assunzione di 500 persone per rendicontare le spese del Recovery e di oltre 400 di addetti informatici per la transizione digitaleTutti assunti con contratti a termine da 3 a 5 anni.

Ci saranno inoltre 24 mila assunzioni a tempo indeterminato, di cui 22 mila nel settore della giustizia.

 

Via libera anche all'assegno unico per due milioni di famiglie con figli minori.  

Nasce  un portale della Funzione pubblica, modello Linkedin, dentro cui arriveranno tutti i curricula delle professionalità necessarie alla realizzazione del Pnrr. "Dentro questo portale - ha spiegato il ministro della Funzione Pubblica - i curricula saranno selezionati e messi a disposizione dei titolari dei progetti".

Nella conferenza stampa tenuta al termine del Cdm, il ministro ha parlato di "ventata di modernità" che rende più forte la Pubblica Amministrazione in vista dell'attuazione dei piani contenuti dal Recovery. Il ministro ha ammesso di aver incontrato resistenze dai burocrati statali.


Oltre al decreto sulla Pa, il Consiglio dei ministri ha dato anche il via libera all'assegno unico per due milioni di famiglie che hanno figli minori. 
A partire dal 1 luglio, i nuclei con Isee inferiore a 50 mila euro riceveranno un importo mensile variabile da 30 a 217,8 euro sino a dicembre 2021 (poi la misura diventerà strutturale e più estesa, ndr) per chi non goda già di assegni familiari e con un Isee che non dovrebbe superare il tetto dei 50mila euro.

 

L'assegno è compatibile con il reddito di cittadinanza.

“Dal primo luglio anticiperemo l'assegno unico per tutti quei nuclei familiari che non godono di nessun altro tipo di sostegno per i figli, portandolo poi a regime dal prossimo anno. Prende forma così una nuova idea di Paese che prevederà, a regime, un sistema universalistico, rivolto ai lavoratori dipendenti, agli autonomi, ai professionisti, agli incapienti, ai percettori di reddito di cittadinanza e continuo, inversamente proporzionale al livello di Isee", le parole del ministro del Lavoro, Andrea Orlando. "Un obiettivo che ci eravamo dati. Un impegno concreto verso le famiglie, che rappresenta un pilastro di un nuovo modello di welfare che stiamo costruendo per i più giovani", aggiunge il ministro.

 

Per entrare nel concreto, a chi spetta l'assegno? Come richiederlo? Come presentare domanda?

Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Dai 18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all'assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se: è iscritto all’università; è un tirocinante; è iscritto a un corso professionale; svolge il servizio civile; svolge un lavoro a basso reddito.

 

L’assegno unico familiare consiste in un assegno mensile a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Inoltre, l’assegno ha un valore massimo di 250 euro, in base all'Isee, ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia. Il beneficio verrà attribuito a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti. Possono fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Dai  18 anni di età, inoltre, una somma ridotta rispetto all'assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se:

 

- è iscritto all’università;

- è un tirocinante;

- è iscritto a un corso professionale;

- svolge il servizio civile;

- svolge un lavoro a basso reddito.

 

Secondo una simulazione effettuata recentemente dal Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l’infanzia l'assegno rischia in alcuni casi un 'taglio' dell'importo rispetto ai 250 euro. L'assegno -come credito di imposta o accredito mensile- ingloberà le agevolazioni attualmente esistenti e sarà legato all'Isee. Secondo lo scenario prospettato l'80% delle famiglie italiane prenderebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio under 21.

 

Il calcolo è legato alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un'Isee sotto i 30 mila euro. L'importo dell'assegno diminuisce se si alza l'Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni. Il quadro favorirebbe autonomi e incapienti, categorie oggi escluse dagli assegni famigliari. Risulterebbero sfavoriti i lavoratori dipendenti: 1,35 milioni di famiglie perderebbero in media 381 euro all'anno.

 

Per tamponare questa disparità, si sottolinea, occorrono 800 milioni in più all'anno. Al momento della conversione in legge del decreto, alcune discrepanze potrebbero risultare ovviate.

 

 

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Articolo pubblicato il 05/06/2021