Matteo Berrettini soltanto principe di Wimbledon

Onore all’italiano che ha incontrato Novak Djokovic a viso aperto. Una bella partita, troppo “marziano” il serbo.

Domenica 11 luglio 2021: giornata storica per lo sport italiano. Sul campo di Wembley, alle ore 21 si giocherà Inghilterra-Italia per la conquista del titolo europeo, ma l’antipasto che si è consumato sul campo centrale di Wimbledon non è da meno in quanto a spessore atletico e qualità dei contendenti in gioco. Per la prima volta, un tennista italiano ha raggiunto la finale sullo storico campo erboso della terra di Albione.

Il percorso di Matteo Berrettini che lo ha accompagnato alla finale è stato esaltante, manca solo l’ultimo match, la soglia dell’impossibile. Sono passati quarant’anni da quando Adriano Panatta ha vinto la finale su un campo del grande slam. È stato sulla terra rossa del Roland Garros, ma le zolle di Wimbledon, tempio e storia del tennis, hanno un altro profumo.

Di fronte all’italiano, numero otto del mondo, il re, il vincitore già di cinque tornei a Wimbledon, quel Novak Djokovic numero uno del mondo, l’insaziabile, affamato della sesta vittoria. È la 134º edizione del torneo londinese, la prima per un italiano.

La tensione si taglia nell’aria, il pubblico parteggia per Matteo che conquista il primo set al tie-break con una rimonta spettacolare. La lecita speranza si affievolisce nel secondo gioco, perso per 6 - 3, anche a causa dei troppi errori sottorete e della prima palla di servizio, arma letale di Matteo, nelle partite precedenti con una velocità media di 215 km/h. La percentuale del primo servizio è del 51%, molto inferiore a quella abituale.

Il terzo set è più equilibrato, ma il brek nel primo gioco, va a favore del serbo ed è fatale all’italiano che nei giochi seguenti si esprime all’altezza di Novak Djokvic, ma non riesce a pareggiare il conto, anche perché l’immensa classe dell’avversario, pur di sei anni più maturo, aumenta con il trascorrere del match; 6 - 4 per lo smisurato campione serbo.

Berrettini serve al di sotto della sua percentuale di prima palla vincente anche nel corso del quarto set, ma la partita rimane spettacolare e Matteo lotta con straordinaria tenacia, raccogliendo ulteriori simpatie del pubblico, ma non basta. L’italiano concede all’avversario il terzo gioco, il campione serbo sale in cattedra e sfoderando un tennis esagerato, alle 18:35 conquista la finale in una avvincente partita durata 3 ore e 24 minuti.

All’immenso Novak Djokovic, attualmente imbattibile su ogni superficie, va la coppa e il torneo, a Matteo Berrettini l’onore delle armi tributato dal vincitore, e l’applauso del pubblico, conquistato nel cuore dall’affascinante e combattivo gigante italiano che esce a testa altissima dal confronto.

Emozioni al momento delle premiazioni. Le parole del campione serbo dedicate a Berrettini fanno l’eco con quelle dell’italiano: entrambi commossi per motivi diversi. Novak Djokovic promette nuove e spettacolari vittorie, Matteo Berrettini dichiara: “questa è un’esperienza, un punto di partenza, la mia carriera comincia da qui”, e sorride malizioso, sapendo che con qualche errore in meno e qualche servizio vincente più, avrebbe potuto prolungare lo scontro.

Una bella partita giocata nel centrale di Wimbledon, in uno stadio gremito di gente che si è divertita e sperava nel quinto set. Berrettini non ha vinto e onestamente già lo si temeva, ma dopo questa performance, l’Italia oggi può contare su un campione in grado di incrociare la racchetta con chiunque. Matteo è giovane, il futuro gli sorriderà.

E qui, volontariamente, si rimane nell’ambito tennistico incrociando le dita. L’articolo è finito, sono le 19:25, momento della cena. Tra poco più di un’ora vi sarà l’appuntamento con un’altra finale, con gli azzurri di Roberto Mancini contrapposti ai leoni inglesi. Anche in questo caso, il detto: che vinca il migliore, va un po’ stretto. Arrivare secondi con Berrettini è costato già troppa tensione e sofferenza!

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Articolo pubblicato il 11/07/2021