Green pass: dal 15 ottobre obbligo per 22,7 milioni di lavoratori

Costa: "Ragionevole pensare a revisione con nuovo anno"

Dal 15 ottobre al 31 dicembre, per 14,6 milioni di dipendenti di aziende private, 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 4,9 milioni di autonomi scatta l’obbligo di Green Pass al lavoro. In assenza di certificazione verde, il lavoratore sarà considerato assente ingiustificato dal primo giorno, senza stipendio, fino alla regolarizzazione della sua posizione.

Non ci saranno conseguenze disciplinari e si avrà diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per chi viola l’obbligo invece presentandosi al lavoro senza pass scatteranno le multe da 600 a 1.500 euro e per il datore di lavoro da 400 a mille euro.

Un trattamento particolare è riservato alle piccole aziende, con meno di 15 dipendenti. Dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il termine del 31 dicembre 2021.

Ma cosa c’è dietro l’angolo? “E’  ragionevole pensare che con l'anno nuovo ci potrà essere una revisione delle misure restrittive in atto nel nostro Paese" legate alla pandemia da Covid-19 "compreso il Green pass che potrà essere rivisto e ridotto nella sua applicazione". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ospite di una trasmissione televisiva. 

"L'appuntamento" per valutare la riduzione delle misure restrittive, "e tra queste anche il Green pass", ha spiegato il sottosegretario "sarà a fine anno. Perché a quel punto vedremo veramente l'impatto del ritorno alla normalità. Nel nostro Paese abbiamo aperto tutto, siamo quasi al 100% in tutti i settori. Quindi abbiamo 2 o tre mesi davanti decisivi, che vanno affrontati con prudenza responsabilità ma non con paura. Dobbiamo anche rassicurare i cittadini, e le evidenze scientifiche ci confortano". 

Il Green pass, ha spiegato ancora Costa " è uno strumento individuato in questo momento particolare per garantire la libertà dei cittadini e per garantire un percorso di ritorno graduale alla normalità senza dover fare passi indietro. E credo che i risultati stiano dando ragione a questa scelta. Il Green pass è stato vincolato allo stato di emergenza che, come sappiamo finisce a fino anno. Credo, dunque, sia ragionevole pensare che se i dati continueranno ad essere positivi, se i numeri dei ricoverati continueranno a scendere, se il numero dei vaccinati continuerà a salire è giusto - in un percorso positivo - dare anche prospettive ai cittadini. Nel momento in cui sosteniamo quotidianamente che il vaccino è la via d'uscita dalla pandemia dobbiamo avere anche il coraggio degli obiettivi e dire che ci sarà sicuramente il giorno in cui le misure restrittive verranno ridotte".

"Se il Paese sta tornando alla normalità e se gli indici economici ci dicono che siamo di fronte a un rimbalzo, a una ripresa, è grazie ai vaccini - ha detto ancora Costa - E grazie a quei 43 milioni di concittadini che si sono vaccinati, non certo per quella minoranza che va in piazza a protestare contro Green pass e vaccini".  

Per quanto riguarda l'obbligo del Green pass dal 15 ottobre per i lavoratori "è un percorso nuovo, complicato. Stiamo chiedendo ancora un sacrificio ai cittadini, in questo caso ai lavoratori, ma c'è ancora bisogno del contributo di tutti. Abbiamo ancora qualche giorno per affrontare le criticità che, all'inizio di un percorso così nuovo e invasivo, è naturale ci siano. Ma c'è la disponibilità del Governo a sedersi attorno a un tavolo e affrontare i problemi, senza abbandonare la via maestra". 

 

 

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Articolo pubblicato il 12/10/2021