Sherlock Holmes al cinema e in televisione: gli interpreti

Curiosità e postille su Charlton Heston

Charlton Heston (Evanston, 4 ottobre 1923 - Beverly Hills, 5 aprile 2008) è noto, almeno alle persone della mia generazione, come interprete di colossal d’argomento biblico-epico-storico: è stato Mosè in I dieci comandamenti (1956), Ben-Hur nell’omonimo film del 1959, interpretazione che gli valse l’Oscar al miglior attore, e ancora ha lavorato in El Cid (1961), 55 giorni a Pechino (1963), Il tormento e l’estasi (1965). È stato anche protagonista di molti film della fantascienza impegnata, tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni ‘70.

Sinceramente era l’ultimo attore che mi sarei immaginato nei panni di Sherlock Holmes.

Quando l’ho visto in televisione, parecchi anni or sono, nell’unico film da lui interpretato, non ne ero rimasto troppo convinto, soprattutto per le eccessive libertà che si prendeva la trama: ero, e in parte lo sono ancora, un cultore di Sherlock Holmes piuttosto osservante.

Soltanto in tempi molto più recenti, grazie alla consultazione della fondamentale The Arthur Conan Doyle Encyclopedia, ho approfondito le mie nozioni al riguardo di questa interpretazione di Charlton Heston, scoprendo tra l’altro il titolo che ignoravo: The Crucifer of Blood, in Italia tradotto come “Sherlock Holmes - Il mistero del crocifero di sangue”.

Il “crocifero” del titolo non è chi porta un crocifisso in una processione religiosa, perché in questa storia, il crocifero è la mappa del tesoro di Agra su cui i tre cospiratori hanno fatto il loro giuramento di sangue. Già perché The Crucifer of Blood è un’opera teatrale scritta da Paul Giovanni nel 1978, che si ispira al romanzo di Arthur Conan Doyle Il segno dei quattro (1890).

A parte il titolo, inutilmente roboante, e le libertà nella trama di cui diremo, la messa in scena di questa commedia contiene varie curiosità che ho ritenuto simpatico qui raccogliere.

The Crucifer of Blood è stata rappresentata al Music Center, Ahmanson Theatre (Los Angeles, USA) dal 5 dicembre 1980 al 17 gennaio 1981, con Charlton Heston nei panni di Sherlock Holmes e Jeremy Brett nei panni del Dr. Watson.

Per coloro che non sono troppo ferrati nel mondo holmesiano, ricordiamo che l’attore britannico Jeremy Brett (1933 - 1995) è considerato la reincarnazione del personaggio di Arthur Conan Doyle, da lui interpretato tra il 1984 e il 1994 nella serie televisiva Le avventure di Sherlock Holmes prodotta da Granada Television.

Nella versione teatrale, Jeremy Brett ha il ruolo di Watson che non manterrà nella versione del film per la TV. E Mary Morstan? L’autore Paul Giovanni l’ha sostituita con la giovane Irene St. Claire (vedremo in seguito le fonti di questo nome) che chiede l’aiuto di Holmes e Watson per suo padre, un ex veterano del Grande Rivolta indiana del 1857, che è diventato dipendente dall’oppio a causa del senso di colpa e della paura derivanti da un segreto patto di sangue stipulato durante l’assedio di Agra, quando aveva partecipato al furto del tesoro di un maharajah.

Irene St. Claire, che solo in apparenza ricorda Mary Morstan, nella parte finale si rivela assassina spietata e inganna Watson, innamoratosi di lei: per arraffare il cofanetto del tesoro non esita a prenderlo a rivoltellate e a sparare anche a Holmes!

Certo questo espediente ravviva una trama che sul palcoscenico rischia di essere un po’ moscia, anche se è addirittura messo in scena l’inseguimento sul Tamigi della barca di Jonathan Small. Inoltre, nel 1978, costituiva una rivisitazione del personaggio dell’eroina ottocentesca Mary Morstan, che potemmo definire “passiva” cioè in attesa del Principe azzurro, alla luce di quel “Girl power”, ovvero il ricorso a protagoniste che si prefiggono di ottenere un’affermazione personale a qualunque costo.

Suzanne Lederer interpreta Irene St. Claire. Irene come Irene Adler, la Donna, e St-Clair come la signora St-Clair che chiede a Holmes di trovare suo marito scomparso nel racconto L’uomo dal labbro storto del 1891.

Vi è un altro riferimento ai racconti di Conan Doyle: nell’inseguimento in barca sul Tamigi, Jonathan Small naviga su The Gloria Scott e non su The Aurora.

E veniamo alla versione cinematografica: The Crucifer of Blood, film per la TV britannico-americano del 1991 (USA), diretto da Fraser Clarke Heston, con Charlton Heston nei panni di Sherlock Holmes, Richard Johnson (1927 - 2015) come dottor Watson e Susannah Harker (1965) come Irene St. Claire: due attori sulla sessantina alle prese con una Irene St. Claire di ventisei anni!

Le scene amorose tra i due mostrano impietosamente le rughe di Richard Johnson, Watson innamorato secondo copione, più emotivo di Holmes, che Charlton Heston interpreta in tono forse un po’ rilassato, ma comunque dignitoso. Gli viene rimproverata la pronuncia americana, osservazione che non ha senso nella versione italiana che ha la voce di Pino Locchi.

Susannah Harker, a mio avviso, interpreta la difficile parte con grande professionalità, sa portare i modesti, ma ingombranti, abiti di Irene St. Claire e fino alla rivelazione finale è una credibile Mary Morstan: se in molti film il cattivo diventa ben presto ovvio, in questo non succede e quando Irene appare, con l’abito rosso un po’ scollato e la mano dietro la schiena che regge la pistola, la sorpresa dello spettatore è reale.

Un’ultima notazione a proposito di Susannah Harker: ha interpretato un secondo ruolo holmesiano, quello di Adelaide Savage, in L’avventura del detective morente, secondo episodio della sesta stagione della serie Granada (1994). Si tratta di un personaggio non previsto da Conan Doyle, ma che è stato creato dagli sceneggiatori ampliando la stringata trama originale del racconto, quindi privo degli aspetti sconcertanti di Irene St. Claire.

Certo The Crucifer of Blood non è il film da mostrare per primo a chi volesse avvicinarsi al mondo di Sherlock Holmes, ma, vista l’evoluzione cinematografica di questo personaggio, può occupare un ruolo più che dignitoso nella filmografia holmesiana, a patto che lo si consideri un apocrifo.

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Articolo pubblicato il 01/10/2022