"Abbiamo fatto il botto", così il compagno Casarini e la sua ong, intascano "125mila euro per 27 migranti trasportati"

Proseguono i primati per la sinistra dello sballo

Il caso Qatargare continua a imperversare tra i Palazzi di Bruxelles e, dopo gli arresti, arrivano anche le prime ammissioni di Antonio Panzeri. La sinistra italiana è in subbuglio, perché sono consapevoli di ulteriori e imminenti sviluppi dell’inchiesta.

Livia Turco, nota eroina sin dai tempi del PCI, sottolinea la necessità di riformare le istituzioni europee sul tema delle lobby. “Credo, inoltre, che la sinistra debba fare una riflessione di fondo sulla necessità di tornare alla sobrietà della politica”.

Le fa da contraltare lo scrittore Jacopo Fo, che nel 1987 venne cacciato da L’Unità per aver scritto un articolo dal titolo: ‘Anche i comunisti rubano’, e non si scandalizza: “Sicuramente è l’ennesimo vergognoso caso di corruzione, ma non ci trovo nulla di nuovo”.

Quel che più offende, in questa ruberia elevata a sistema dalla sinistra istituzionale, è la scelta della mangiatoria, ovvero la foglia di fico della difesa dei diritti umani, dei poveri immigrati che muoiono nel mediterraneo, per poi alimentare a man bassa il sistema del riconoscimento di regimi dittatoriali e il sostegno alle Ong, lucrandoci quanto basta

Nella rete delle indagini, sempre per le motivazioni legate ai benemeriti salvataggi in mare, è finito anche Luca Casarini, agitatorie di professione negli ultimi trent’anni, al quale, la vergine. cuccia Livia Turco, aveva assegnato una lucrosa consulenza ministeriale ai tempi del Governo Prodi.

Oggi è la magistratura che riconduce questo personaggio da sabotatore puro e integerrimo a volgare speculatore sui migranti sballottati nel sistema lucroso delle Ong ormai padrone incontrastate nel mediterraneo.

L'inchiesta sta infatti procedendo e il gip di Ragusa ha provveduto al sequestro di 125 mila euro al prode Casarini come misura cautelare.

Secondo l'accusa, infatti, il denaro sarebbe stato inviato dai danesi di Maersk Etienne per il trasbordo di 27 migranti sulla Mare Ionio, pari a 4.629 per passeggero… Insomma, soldi in cambio del trasferimento delle persone a bordo.

I fatti sono noti, risalgono all'estate del 2020 con lo sbarco di migranti nel porto siciliano di Pozzallo. Ma la vicenda del sequestro di danaro riaccende - e peggiora- la vocazione della stessa Mare Ionio, rimorchiatore anni 70 di 37 metri trasformato in taxi del mare e accusato di caricare e scaricare migrati dietro lauto compenso.

Nel mirino degli inquirenti ci sono ben 8 attivisti, fra cui lo stesso Luca Casarini. Con lui anche l'altro capo missione Beppe Caccia e l'armatore Alessandro Merz. Tutti quanti sono oggi indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

La procura si sta concentrando in particolare su dei messaggi scambiati fra gli attivisti e i danesi prima del trasbordo sulla Mare Ionio. Era l'11 settembre 2020 quando la nave Ong parte da Licata (Agrigento) in direzione della petroliera della compagnia danese Maersk. Un mese dopo, il 20 ottobre 2020, arriva il bonifico da 125 mila euro sul conto della Idra Social Shipping Srl, società armatoriale della Ionio.

La trattativa emerge dai messaggi scambiati. Gli indagati parlano senza filtri, e pare evidente cosa c'è in ballo. "Domani a quest'ora potremmo essere con lo champagne in mano a festeggiare perché arriva la risposta dei danesi", scrive Luca Casarini all'armatore Alessandro Merz. "Mi sa che abbiamo fatto il botto", si legge ancora.

Il bonifico, datato 30 novembre, ha come causale «servizi di assistenza forniti in acque internazionali». I magistrati diffidano assai. Sostengono che, per liberarsi dei migranti dopo il lungo stallo, i danesi presentino «un'emergenza sanitaria a bordo con richiesta di assistenza della Mare Jonio ufficialmente salpata per consegnare 80 litri di benzina», come attesta il comandante Pietro Marrone, indagato pure lui.

Tra l'altro, a 12 miglia dalla costa italiana, dalla petroliera danese vengono fatti evacuare urgentemente una migrante «in presunto stato di gravidanza stimato al secondo trimestre» e il marito. La migrante viene visitata, in Italia, in ospedale; e si scopre non avere «nulla di patologico». E non è incinta.

Il giorno dopo, il 12 settembre, arriva l'autorizzazione a sbarcare a Pozzallo i migranti. I «talebani dell'accoglienza» -li chiama Fausto Biloslavo- hanno risolto il problema ai danesi; e l'arrivo dei 125mila euro da Copenaghen, fa sì che Caccia preannunci a Casarini «l'attribuzione di una confortante gratifica natalizia», secondo gli atti giudiziari.

Insomma. I pm non si sono affatto convinti della linea difensiva della Mediterranea Save Humans, dei pirati dei Caraibi: quella per cui non si nega il passaggio di denaro, ma quel passaggio è avvenuto causa «sostegno per l'attività umanitaria».

Com’è nata la vocazione marinara al convitato di ogni contestazione possibile?

 

Luca Casarini, 52 anni, ex no global, ex "disobbediente" (non si è mai capito bene verso chi), ex agitatore dei centri sociali dal Pedro di Padova al Rivolta di Marghera, ha sempre avuto illustri garanti.

La sua Ong è nata grazie a una mitragliata di donazioni, tra cui 70 mila euro in parte donati dal deputato e segretario di Sinistra Italia Nicola Fratoianni e dall'ex governatore della Puglia Nichi Vendola, fondatore di Sinistra ecologia e libertà a cui apparteneva anche Nicola Palazzotto, pure lui tra i finanziatori, oltre a Rossella Muroni. Per Casarini sono piovute donazioni pure da Arci, dal magazine I Diavoli e imprese sociali come Moltivolti.

Solo nel 2018 la Ong ha raccolto fondi per un milione, 600 mila euro nel 2020. Il rapper Ghali ha voluto contribuire lanciando una mega-colletta online. E per finanziare l'avvio della attività della Ong è stato necessario un prestito di 465mila euro ottenuto da Banca Etica.

Anche, se, col senno di poi, di etico nella vicenda del compagno Casarini  per ora, c'è rimasto ben poco...

Ergo diffidiamo da coloro che si appellano al buon cuore, quando sono in ballo personaggi così sconci.

Comunque il sequestro dei 125 mila euro è un segno che la procura si sta muovendo, e che la situazione non sia affatto rosea per gli attivisti.

Solo il mese scorso la sinistra di potere e di salotto ha incitato l’opinione pubblica contro il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che sta solo cercando di tutelare i confini italiani e, a differenza loro, non intasca mazzette.


 

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Articolo pubblicato il 27/12/2022