Ecco perché l’aldilà esiste veramente. Prima parte

Secoli di prove e di illazioni sul mistero primario: c’è vita oltre la morte? Esperienza personale

Breve premessa

“Tempo di natalità, molto misticismo da rispolverare, in una ricorrenza cristiana che chiuderà il suo ciclo celebrando la resurrezione, durante le festività pasquali”.

Mercoledì 24 agosto 2022, su questo medesimo giornale, in un articolo dal titolo: “messaggi dall’aldilà o da un punto più vicino dell’universo?” Mi affacciavo su alcuni elementi percettivi precedenti a casi di premorte, quindi affrontavo i fenomeni di coincidenze, sincronicità, segni premonitori, telepatia e preveggenza che si manifestano perlopiù nel cuore della notte, trasportati da misteriose onde morfo-genetiche, in momenti in cui l’universo onirico dialoga con le menti di alcuni soggetti definiti onironauti.

Link dell’articolo:

https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=45552

È una quarta dimensione senza inizio e senza fine, con la quale, da sempre si raffrontano laici e sacerdoti, filosofi e scienziati, ispirando teorie intorno a un enigma che rapisce: “chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?”. L’arcano è in attesa di risposte che dovrebbero far collimare fede & scienza; ossimoro che, in quanto tale, relega nel dubbio ogni ipotetica certezza.

Perché l’aldilà esiste veramente

Partendo dalla prima, traumatica esperienza di premorte che ha condizionato la mia vita 36 anni fa (seguita a breve da altri 2 ACR), quindi, sviluppando di pari passo: ricerca, livelli di attenzione e confronti con esperienze analoghe, sono giunto a una irremovibile certezza: l’aldilà esiste, e tenterò di descrivere perché. Su ciò che verrà dopo, il percorso si farà più deduttivo.

In seguito a un traumatico arresto cardiaco, una passeggiata fino alle sue soglie, purtroppo l’abbiamo fatta in tanti & non è una novità. È il famoso tunnel con una luce al fondo, ma poi c’è dell’altro su cui ragioneremo dopo.

Da un punto di vista scientifico, ricercatori universitari e scienziati hanno attribuito questo fenomeno al cervello che, all’arresto del cuore, continua a lavorare per 30 secondi, perciò il tunnel e la luce sono l’effetto di un “panico” cerebrale dovuto alla riduzione dell’afflusso di ossigeno e glucosio, e all’aumento di CO2. Fin qui, la ricerca potrebbe essere accettata se non mancasse un parere altrettanto scientifico per quel che accade dopo.

Sul tema, incluso nell’acronimo NDE (Near Death Experience) esiste una letteratura infinita (il riassunto su Wikipedia è già veritiero), che ben descrive ipotesi e teorie, peraltro già citate nella Bibbia, nel libro tibetano dei morti, nelle citazioni di Platone e nel corso della storia, da un folto numero di filosofi, di teologi, di medium e di recente, da psichiatri e psicologi, alcuni persuasi dalla versione mistica degli NDE (Raymond Moody), dopo più incontri con i protagonisti di queste esperienze.

Io sono uno di essi e dopo tanti anni di riservatezza, oggi mi sento in dovere di condividere l’esperienza personale più che lo studio, partendo da un personale assioma: più persone non possono immaginare la stessa cosa se non esiste.

Di rimessa, ciò che è sempre stato un fenomeno inteso come soggettivo, se si moltiplica uguale a se stesso diventa prova certa dell’esistenza di ciò che molte persone hanno vissuto in quel lasso di tempo detto premorte, andando oltre il transito nel tunnel verso la luce, approdando in un luogo ignoto, ma simile per tutte le esperienze, già in tempi precristiani. Una sequenza di fatti che conferma l’esistenza di un’anima destinata alla reincarnazione.

Il dualismo tra corpo e anima è una tematica di ampi “estremi”, da sempre dibattuta da parte di ecclesiali, teorici, biologi, teorici e filosofi. Tra le tante, in base alla mia esperienza trovo interessante la teoria aristotelica che vede l’anima come: “azione di un corpo naturale che ha vita e potenza”. Quindi un’entità vivente “convivente” con il corpo, ma a sé stante.

Altra riflessione mi suscita una carme del Maestro Franco Battiato: “dentro di me, miliardi di micro organismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io a quale corpo appartengo?”. Due pensieri agli “estremi” temporali delle civiltà, in mezzo, secoli di ipotesi sulla separazione tra corpo e anima, da cui, solo l’entità spirituale sopravvive.

La percezione della sopravvivenza dell’anima è chiara in molti superstiti di un NDE, le modalità sono simili, il contesto iniziale anche, il luogo di approdo e le esperienze di contatto invece, passano di più attraverso una stima del proprio vissuto e a una coscienza del che in genere dà accesso a luoghi piacevoli, più di rado, molto spaventosi. Da qui, il richiamo di molte religioni verso un loro Paradiso oppure un Inferno, ha il suo senso.

I segnali provenienti dagli NDE, sono accettati dalla Chiesa come conferma della resurrezione delle anime e collimano con dottrine orientali (buddismo, induismo) che tracciano la migrazione dell’anima in altri organismi viventi (anche animali o vegetali), ma non solo. Anche la reincarnazione ha mantenuto alta l’attenzione nel corso dei millenni e ben poche correnti mistiche ne sono esenti, tranne dall’Islam (non dal ramo ismailita) e dal cristianesimo, anche se Gesù, quando chiede ai discepoli: “Chi credete io sia?” Essi lo vedono come la reincarnazione di un Profeta (solo Pietro lo riconosce come il Dio in terra).

A sostegno di più concrete teorie legate ai giorni nostri, intervengono gli studi sulle sempre più frequenti cronache di ritorno da NDE, raccolte soprattutto da cardiologi e anestesisti dei reparti di rianimazione, primi a cogliere fresche testimonianze di ritorno al mondo dei loro pazienti.

Un testimone di queste esperienze è Carl Gustav Jung, uno dei padri della psicanalisi che, nel 1944, dopo un incidente e un conseguente arresto cardiocircolatorio (ACR), descriveva con entusiasmo l’esperienza di un mondo bellissimo a cui si apparterrà dopo la morte. Lo ricorderà nel libro autobiografico Sogni, ricordi e riflessioni.

Nella prossima parte: le mie premorti & sulla reincarnazione e sui nuovi Mondi.

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https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=46647

 

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Articolo pubblicato il 27/12/2022