R. Steiner: Immaginazione di Pasqua. (parte terza)

Conferenza tenuta a Dornach il 7 ottobre 1923, traduzione di Iberto Bavastro, O.O. N. 229.

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https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=47036    parte seconda

Vediamo dunque quanto fu giustificato presentare la figura del Cristo nel modo in cui fu da noi rappresentata: essa sorge infatti dal divenire cosmico nel corso dell’anno. In essa non vi è nulla di arbitrario. Ogni sguardo, ogni fattezza del volto, ogni piega del panneggiamento devono essere pensati come risultanti dal fatto che la figura del Cristo è posta fra la figura di Lucifero e quella di Arimane, come ciò che deve agire nell’uomo nell’evoluzione terrestre, affinché l’uomo, nel tempo in cui è piú esposto a cadere vittima delle forze luciferiche e di quelle arimaniche, e cioè a Pasqua, in primavera, venga sottratto appunto a quelle forze.

Considerando la figura del Cristo, di nuovo possiamo vedere che non può essere fatto nulla di arbitrario nel campo dell’arte, nel senso in cui oggi si ama fare. Proprio quando l’uomo vuol sviluppare nell’arte la sua piena libertà, egli non si vincola arimanicamente come uno schiavo alla materia e al modello, ma si eleva libero alle altezze spirituali e da esse deriva liberamente ciò che si può creare, perché appunto nelle altezze spirituali vige la libertà. Egli allora dalle formazioni di vapori azzurrognolo -violetti creerà come una specie di torace dell’essere luciferico e, come emergente dalle formazioni nebulose rossicce, creerà le ali, la laringe e le orecchie, perché le ali, la laringe e le orecchie formate da nubi possano al contempo comparire nella loro piena realtà come riproduzione pittorica di ciò che questi esseri sono sul piano astrale, e che minacciano di divenire sul piano eterico.

Pensiamo ora vivamente le ali di Lucifero che agiscono nell’astrale e che tendono verso l’eterico e troveremo che, siccome sono dotate di facoltà tattili, mentre si protendono nelle lontananze dell’universo, mentre agiscono nelle lontananze dell’universo, esse sentono tutti i misteri delle forze universali. Nell’elemento luciferico vi è un continuo volteggiare, un muoversi in forma di onde; cosí quelle ali e le loro formazioni ondeggianti tastano tutte le misteriose azioni spirituali che come onde si propagano nell’universo. Ciò che viene tastato in quelle onde passa attraverso l’orecchio nell’interiorità dell’essere luciferico, e qui ulteriormente si propaga. L’essere luciferico afferra attraverso le orecchie ciò con cui entra in contatto attraverso le ali, e per mezzo della laringe ad esse collegata diviene parola creatrice che tesse e vive nelle forme viventi.

Se dunque guardiamo l’essere luciferico, con la sua formazione giallo-rossiccia che costituisce insieme ali, orecchie e laringe, vediamo in lui che cosa agisce nell’universo, percependo i segreti dell’universo attraverso le ali, sperimentandoli per mezzo delle orecchie, la cui azione prosegue verso l’interiorità, ed esprimendoli in parola creatrice nella laringe, collegata a formare un tutto organico con le ali e con le orecchie. Cosí appunto Lucifero era stato dipinto in alto nella cupola del Goetheanum e cosí viene rappresentato plasticamente nel Gruppo che doveva segnare il centro del nostro Goetheanum. Era cosí destinato a stare nel centro del Goetheanum, in certo qual modo, il mistero della Pasqua.

Se si comprende del tutto la cosa è però ancora necessario un completamento, poiché tutto quanto può essere visto come minaccioso elemento luciferico e come minaccioso elemento arimanico, è l’interiore essenza delle forze della natura, è ciò a cui vogliono tendere le forze della natura in primavera e verso l’estate; ad esse si contrappone in senso risanatore il principio terapeutico che irradia dal Cristo. Dopo che tutto quanto ho descritto sia divenuto architettonico e plastico e sia dinanzi a noi nelle forme dell’architettura e della scultura, se ne potrà conseguire un sentimento vivo se proprio nel periodo pasquale vi sarà la possibilità di aggiungere a questa raffigurazione plastica un elemento vivente drammatico in cui vi siano due personaggi principali: l’uomo e Raffaele.

Dovrebbe svolgersi dentro a questo elemento plastico e a questo elemento architettonico una specie di mistero drammatico con l’uomo e Raffaele quali personaggi principali: Raffaele con la verga di Mercurio, con tutto quanto si ricollega alla verga di Mercurio. In ciò che è artisticamente vivente ogni cosa richiama le altre, e in fondo non esiste opera di scultura o di architettura, se nella sua interiorità non vi è verità cosmica che non rispecchi quanto avviene artisticamente nello spazio delimitato dalle forme architettoniche e plastiche. A Pasqua tale architettura e tale plastica richiamano un mistero drammatico: l’uomo istruito da Raffaele, in quanto le forze arimaniche e luciferiche lo rendano malato, e in quanto per mezzo delle forze di Raffaele si possa essere condotti a penetrare, a riconoscere il principio risanatore, la grande terapia cosmica che vive nel principio del Cristo. Se tutto ciò potesse essere fatto (a questo appunto era destinato il Goetheanum) allora, tra l’altro per esempio si aggiungerebbe una specie di coronamento a quanto, proveniente dai segreti arimanici e luciferici, può fluire nell’uomo nel periodo pasquale.

Imparando a riconoscere come l’elemento arimanico agisca nel calcare che diventa vivente in primavera, che ha la tendenza ad accogliere con bramosia l’astralità cosmica, si imparano a conoscere anche le forze terapeutiche in tutto quanto è di natura salina. Nei suoi effetti piú grossolani questa differenza non si rileva, ma appare invece nelle sue conseguenze terapeutiche. Per esempio si imparano a conoscere gli effetti risanatori di tutti i sedimenti salini, studiando il tessere e il vivere dell’elemento arimanico nei sedimenti salini della Terra, perché ciò che in una stagione dell’anno viene arimanizzato, in un’altra viene trasformato in forze curative. Se poi si conosce ciò che si svolge misteriosamente nei prodotti della natura, negli esseri della natura, si impara a conoscere la loro forza terapeutica.

Similmente succede per le forze luciferiche. Si imparano a conoscere le forze risanatrici specialmente attive nei corpi in evaporazione che tendono verso l’alto, e soprattutto le forze risanatrici attive nell’acido carbonico. Come ho detto che effettivamente in ogni acqua vi è un elemento mercuriale, un elemento di argento vivo, cosí pure nell’acido carbonico vi è un elemento sulfureo, fosforico. Non vi è anidride carbonica che, come dice il chimico, sia costituita soltanto da un atomo di carbonio e da due di ossigeno. Questa anidride carbonica non esiste. Nell’anidride carbonica che noi stessi creiamo nell’aria che espiriamo vi è del fosforo, dello zolfo. L’anidride carbonica composta da un atomo di carbonio e da due di ossigeno, CO2, non è che un’astrazione, è qualcosa che l’uomo crea come prodotto del suo intelletto.

In realtà non vi è anidride carbonica che non contenga (se mi è permesso di esprimermi cosí) in stato di straordinaria rarefazione del fosforo e dello zolfo, e a questi elementi, nel vapore che si eleva verso l’alto, tendono le entità luciferiche. A sua volta, nel particolare equilibrio che vi è fra l’elemento sulfureo che diventa astrale e il calcare che diventa vivente, si manifestano le forze in cui possiamo riconoscere l’azione terapeutica. Cosí ad esempio, oltre a molte altre cose che sono collegate al mistero della Pasqua, nel mistero drammatico del periodo pasquale (appunto perché si riconnette e si inserisce in ciò che è conformato plasticamente e pittoricamente) quanto viene comunicato durante il corso dell’anno a coloro che vogliono sentire, in merito a procedimenti terapeutici, troverebbe il suo completamento in un modo che, con vivente immediatezza, sarebbe insieme artistico e religioso.

Ciò verrebbe effettivamente coronato dal fatto di essere inserito in tutto lo svolgimento del cosmo, nel corso dell’anno; nel culto della Pasqua sarebbe contenuto quello che si potrebbe esprimere con le parole: il Salvatore del mondo viene sentito; viene sentito come Salvatore chi volle prendere su di sé il grande male della Terra. Come già spesso ho detto. Egli fu infatti il Grande Terapeuta dell’evoluzione dell’umanità. Ciò viene sentito e a Lui viene fatto sacrificio della saggezza che si può acquistare, relativa all’attività curativa. Tutto questo si inserirebbe nel mistero della Pasqua, nel culto della Pasqua, se in realtà esso venisse praticato e svolto in modo da porsi in maniera del tutto naturale nel corso dell’anno.

Delle immaginazioni possenti che ci si presentano all’epoca di Michele, o a Natale, non ho potuto esporre che le immagini (potremo anche per esse giungere ad altro), ma per l’immaginazione del mistero della Pasqua, che oltre alla cosiddetta azione spirituale della natura ci presenta la vita spirituale superiore quale può svilupparsi intorno al Cristo, ho potuto indicare come si possa giungere direttamente al culto sul piano terreno, come essa accolga in sé quanto deve essere coltivato sul piano terreno: le forze risanatrici, curative, e la conoscenza di che cosa può distruggere l’organismo umano, in modo arimanico o luciferico. Arimane indurisce l’uomo; Lucifero, attraverso la respirazione, vuole discioglierlo, volatilizzarlo. In tutto questo risiedono le forze che rendono malati, che provocano la malattia.

Ciò che per cosí dire può essere imparato sotto l’azione del grande Maestro Raffaele (che nella terminologia cristiana corrisponde a Mercurio e nella prassi cristiana dovrebbe portare il caduceo) tutto ciò che in questo campo può essere imparato dal grande Maestro Raffaele, arriva al degno coronamento quando sia inserito nel culto della Pasqua, un culto che può abbracciare anche molte altre cose, come descriverò in una successiva conferenza.

Rudolf Steiner

 

 

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Articolo pubblicato il 05/04/2023