I primi tre giorni del festival di Sanremo, dalla isteria di Blanco, alle “menate” di Fedez, alla potenza dei Maneskin

Quando si infila di tutto in un festival della canzone tramutandolo in una maratona. Basterebbe la buona musica

Chi scrive ha una certa età, tuttora è fedele al blues e al rock progressivo degli anni 70, ma ciò nonostante sbircia tra le righe del rendez-vous di Sanremo con un occhio curioso e "quasi" obiettivo.

La prima impressione è un'opinione piuttosto condivisa. Si concorda sul fatto che, anno dopo anno, lo show musicale e artistico ha dilatato i tempi inserendo argomenti di costume non sempre azzeccati. Ne ho già parlato martedì 7 febbraio, con un articolo che scommetteva sui contenuti mettendomi in gioco e finora ci ho azzeccato soltanto a metà.

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https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=46994

Ora siamo quasi in dirittura d’arrivo e nella prima serata, a parte i messaggi subliminali di Chiara Ferragni, maliarda del lusso e del modo d’essere, i veri “brividi” sono stati regalati dalla scarica isterica di Blanco che, posseduto dal panico causa un intoppo tecnico, ha distrutto accurate composizioni di fiori che abbellivano il palco. Un gesto che ha contrariato tutti e confuso i conduttori. Gianni Morandi ha imbracciato la scopa e si è messo a pulire.

Anche da questo umile modo di fare, Blanco avrebbe molto da imparare, invece si è scusato il giorno dopo con una incongruente lirica postata su Instagram. Pessimo esempio per certa gioventù carente di miti solidi, ma pronta a emulare quelli stupidi. Qualcuno glielo spiegherà?

Aggiornamento al mercoledì 8 febbraio. Il festival è andato avanti con alti e bassi. Da un punto di vista canoro, a parte l’oscura tendenza di molti artisti che li porta a sussurrare nel microfono in modo che non si capisca nien.te, occorre dire che Marco Mengoni è bravo e in genere, le armonie e i testi, sono migliori di altri festival recenti, ma il vizio di sdoganare “vaffaxxulo” e “caxxo” non onora mamma Rai che ha implicazioni educative e invece, da santa donna che era si è svenduta al trash, ogni volta più “cortigiana”.

Restando sul tema, se si devono calare le braghe allora Amadeus ha fatto centro quando ha invitato a cambiare canale (salvandosi astutamente il posto) introducendo la sfrontata comicità di Angelo Duro, che ha messo gli spettatori  di fronte alla realtà della trasgressione e all’attacco frontale delle umane debolezze, creando scompiglio.

In effetti Angelo Duro conosce il suo mestiere, chi ha fatto teatro per anni sa che il trucco per sedurre la platea impone i tempi comici del cabaret, incanalati nella galassia degli erotismi nei quali, un pubblico che sa, lo fa ma non lo dice si riconosce, sorride e tace.

Arte della vecchia scuola, ma sempre in voga, come cantavano Milly e il Quartetto Cetra nel 69, al ritornello: “si fa ma non si dice e chi l’ha fatto tace, lo nega e fa il mendace…si fa poi si rifà, ma nessuno dice mai la verità…”  

La sessualità e l’ipocrisia  messe a nudo con mestiere e con stile fanno sempre sorridere. Complimenti ad Angelo Duro, maschilista per mestiere, ma adesso che Sanremo ha alzato l’asticella del cabaret cosa dovrà inventarsi in futuro?

Dopo Chiara Ferragni, mercoledì è stato il turno dell’altrettanto influente marito. Ripreso da un drone che in pochi secondi ha sorvolato tutti i lucenti trastulli della nave Costa Smeralda, Fedez, divo ai bordi della piscina assediata dalla folla di festosi crocieristi ha… cantato!? Sputtanando tra metafore: Salvini, Roccella, il viceministro Bignami e Codacons, terminando con un “guarda come mi diverto!”, appellandosi all’articolo 21 della Costituzione già chiamato in causa in prima serata dal buon Benigni, altro e molto scaltro mattatore, ma di ben superiore spessore culturale.

Fedez sa che essere sgradevoli è uno spot, e ne fa un abuso, anzi. Nel manifestare liberamente il proprio… pensiero!? il ragazzo tatuato si è esaltato. A parte il resto, autocelebrarsi perché ha pianto in pubblico non è una novità, e chi non ha questa possibilità? Erigersi a “un duro” perché ha sconfitto il cancro vuol dire che chi non ce la fa è un molle?… Meditiamo insieme.

Fedez è stato molto più abietto di quanto avrebbe sperato e citando a mia volta l’articolo 21, che in più recita: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, ribadisco che è un pessimo esempio per l’umanità. Credo invece che i vertici della Rai debbano porsi alcune domande, o forse nulla accade per caso? Un caso aperto poiché qualcuno è d’accordo, vedi gli Articolo 31. Venerdì faranno coppia insieme…

I 30 secondi del comizio rap e il clima di gran festa, dal ventre della lussuosa nave, volando sulle onde, si sono diffuse sugli schermi di tutte le tv. Mi sorge un dubbio: forse è vera e giusta la tesi del filosofo Marshall McLuhan, esperto in media, quando afferma che: “non è terribile quel che trasmette la televisione, è terribile quello che il pubblico vuole vedere”. Ma sono lo share e i follower che contano in questa nuova era digital-globale, che ci possiamo fare?

La puntata di giovedì 9 dicembre invece è proseguita bene. Tra le spaziali scenografie dell’Ariston, i ragazzi cantano e Morandi è sempre più simpatico, molto dolce nel ballare sullo sgabello aggrappato alla “ divina”. Un complimento sincero a lei, Paola Egonu, che dall’alto della sua statura non solo metrica, ma anche genuina e disinvolta, ha fatto scendere dalle scale del teatro una silhouette selvatica e bellissima, campionessa di sport e di savoir-faire che annuncia, poi si confessa e racconta affrontando temi niente affatto banali. Aria “azzurra”, aria pura sul palco del teatro. Salta agli occhi e al cuore una certa differenza. Solo lei bastava per pagare il biglietto, ma poi che dire di loro, i magnifici quattro? Bravissimi i Maneskin, la potenza del Rock ha travolto l’Ariston. Avrebbero potuto non smettere mai. Questo deve essere lo spirito del festival!… Prossimo tour della band in giro per l’Italia…

Tutto questo. in breve. è un parere in via di aggiornamento. Chiedo venia a chi sventola altre bandiere. Poi, quant’altro ci sarebbe da dire e da ridire, e mentre scrivo ricordo quando strimpellavo qualche pezzo del Maestro Franco Battiato: “… cerco un centro di gravità permanente…non sopporto i cori russi, la musica finto rock, la new wave italiana, il free jazz inglese…"  Pare sarà il primo pezzo della prossima serata in coppia, quella delle cover!  Un'occasione e una speranza perché anche a me talvolta "La musica contemporanea mi butta giù"…

Buona fortuna al festival comunque vada, e che sia quel che sia, ma ricordiamoci, se ci sarà un altro Maestro…"di brindare alla festa… cameriere, champagne!"

 

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Articolo pubblicato il 11/02/2023