L’uomo giusto

Racconto di Francesco Cordero di Pamparato

Nella cittadina di Nowhere la vita scorreva tranquilla. Qualcuno avrebbe detto monotona. Cosa strana in un villaggio del West. Erano gli ultimi decenni dell’Ottocento e le guerre indiane erano appena finite. Non c’erano più sparatorie né faide. Era più facile morire di inedia che ammazzati. La maggior parte degli abitanti apparteneva a quelle numerose sette pacifiste protestanti, tipicamente americane. Si erano spinte verso l’Ovest. Nonostante il terrore delle incursioni dei pellerossa, vinti questi, i coloni si erano ormai talmente bene insediati, che non avevano più avuto voglia di andarsene.

Gli altri, erano per lo più cowboys dei ranch della zona, ma lo sceriffo aveva spiegato ai loro datori di lavoro, che se questi avessero causato problemi, si sarebbero ritorti su tutta la collettività, con danno anche per i rancheros. Proprio lo sceriffo era stato l’artefice di questa situazione quasi idilliaca.

Era un uomo tranquillo e flemmatico, simpatico e intelligente, che aveva saputo trasmettere la sua calma a tutta la popolazione. Era alto e robusto, occhi scuri, capelli neri brizzolati, viso rilassato senza segni particolari, tranne un naso imponente e due baffetti neri. Aveva di poco superato i quaranta anni, ma era ancora ben prestante

Non era un pistolero. Si sapeva però che era stato coinvolto in due processi per sparatorie, ma come testimone, mai come imputato. Tutti lo rispettavano per la rettitudine della sua vita, serena e senza scandali. Aveva una moglie e un bambino di pochi anni. Girava quasi sempre disarmato ed era riuscito a tenere a bada certi giovani troppo aggressivi con la sua personalità forte e serena. Quel giorno, uno come tantissimi altri, era ritornato a casa e stava mangiando rilassato con la giovane moglie, quando il suo aiutante entrò senza bussare, tutto concitato. «Sceriffo Peacock, venga al Saloon presto! Bill Cork è arrivato in città!».

La moglie era rimasta stupita da quell’atteggiamento: l’aiutante era entrato senza bussare ed era eccitato e impaurito. Cosa significava? Lo sceriffo aveva capito bene di chi si trattava e aveva assunto un’espressione preoccupata.

Non succedeva quasi mai.

«Di cosa si tratta, caro?» chiese lei con tono ansioso. Prima che lui potesse rispondere fu il vice a parlare: «Un killer signora! Uno dei più pericolosi!».

Lei pose un braccio sulla spalla del marito: «Sii prudente Tom, ti prego!».

Tom sorrise: «Non preoccuparti cara, conosco bene Bill Cork, non è terribile come dicono. Devo andare e son sicuro che non succederà niente».

Si girò, baciò la donna e fece per uscire. «Non prendi una pistola caro?».

Di nuovo lo sceriffo sorrise: «Non ce ne sarà bisogno, non preoccuparti. Tornerò presto».

Susy, la moglie si ritirò in camera sua, sperando che non succedesse niente. Aveva solo il marito e il figlio, se Tom si fosse fatto uccidere, sarebbe stata sola a dover allevare il bambino. Sola e con poche risorse economiche.

Il vice era un giovane curioso. Aveva sentito molto parlare del pistolero in questione ed era rimasto stupito a vedere che lo sceriffo non aveva battuto ciglio a sentir pronunciare quel nome. Appena furono soli si rivolse al suo capo: «Capo, tu non hai paura di Bill Cork? Dicono che sia un pistolero velocissimo e molto pericoloso. Pare abbia ucciso molte persone».

«In realtà non è proprio così. Si è velocissimo, ma non ha mai combattuto se non per difendersi. Quando eravamo giovani, ci allenavamo in un gruppo di amici e lui era il più veloce. Una volta un ragazzo di un altro villaggio, che aveva sentito parlare di lui, venne apposta per sfidarlo. Era una testa calda e avrebbe voluto ucciderlo, ma Cork fu più veloce di lui. Il ragazzo rimase ferito e morì dopo una breve ma dolorosissima agonia. Io testimoniai a favore di Cork e solo per questo non fu impiccato. In seguito a quel fatto, smisi di usare la pistola. Dopo quella volta, molte altre teste calde lo sfidarono, ma furono sempre loro a lasciarci la pelle».

Nel frattempo, erano arrivati al Saloon. Vedendo arrivare lo sceriffo con il suo vice quasi tutti si voltarono. La cosa succedeva molto di rado e solo quando c’erano grane. Bill Cork era intento a giocare a poker, ma come tutti quelli come lui, aveva sempre un occhio alla porta e le spalle al muro.

Meglio essere prudenti.

Era un uomo di media statura, robusto, con larghe spalle, biondo con una faccia poco espressiva, tranne gli occhi: azzurri e molto mobili. Quando vide lo sceriffo, sorrise, si alzò e gli andò incontro.

«Guarda, guarda, Tom Peacock! Caro amico da quanti anni non ci vediamo! Che piacere incontrarti! Caspita! Sei diventato sceriffo!».

Prima che potesse continuare, Tom tagliò corto: «Bill, vieni fuori, devo parlarti a quattrocchi». L’altro lo seguì senza fare problemi mentre il vice li guardava stupito. Giunti fuori, lo sceriffo riprese: «Bill, odio questa parte, ma devo chiederti di lasciare la città al più presto. Appena si saprà chi sei, tutti i ragazzi cretini faranno a gara per sfidarti a duello. Non voglio che ci scappi il morto. Tu sei troppo bravo per loro, ma sono quasi tutti i figli dei grandi rancheros della zona. Questi, se gli ferisci o uccidi un figlio, faranno tanto di quel baccano che si creerà qualche gruppo di fanatici per darti la caccia. Io non voglio questo».

Bill aveva ascoltato in silenzio, ma ora prese la parola: «Tom, ti capisco, ma qui non mi conosce nessuno. Cercherò di evitare le sfide. Sono qui per un motivo importante. Ti ricordi Dorothy? Era la mia ragazza. Mi piantò per un baro, che fu ucciso due mesi fa da dei giocatori. Ho saputo che lei vive nel villaggio di Dream City, a due giorni da qui. Io voglio parlarle e portarla via con me. Ho un piccolo ranch al nord e potremmo rifarci una vita. Adesso sono distrutto e il mio cavallo è a pezzi. Ti prego, lasciami riposare almeno un giorno. Anche il cavallo deve riposare. Prometto che non accetterò sfide».

Lo sceriffo era indeciso, anche se si trattava di un amico era costretto a dirgli di no. La legge e la tranquillità del paese erano nelle sue mani e doveva mantenerle anche a costo di scontentare quel pericoloso pistolero. Proprio in quel momento, arrivò un cavallo al galoppo. In sella un ragazzo tutto affannato. Smontò rapidamente e si avvicinò gridando: «Bill Cork, non nasconderti! So che sei tu! Affrontami! Vediamo se sei più veloce di me!».

Lo sceriffo si mise tra i due e si rivolse al ragazzo: «Jimmy, non fare lo stupido! Bill è troppo veloce per te. Inoltre, le sfide sono proibite qui e lo sai. Torna a casa fino a che lo puoi fare. Sparisci o dovrò dire a tuo padre che sei un attaccabrighe».

Il ragazzo, se pure a malincuore, rimontò in sella e tornò al suo ranch. Peacock si rivolse nuovamente all’amico: «Vedi, è come ti dicevo. I giovani non sono pacifici come i quaccheri. Sono dei bulli e basta. Mi spiace, ma devo cacciarti. Questa notte dovrai dormire fuori città. Mi spiace veramente, ma devo. Ci sono delle leggi precise. Non posso chiedere ai cittadini di rispettarle, se non lo faccio io per primo».

Bill si dileguò bruscamente, senza salutare lo sceriffo. Questi ebbe la sensazione che la loro bella amicizia fosse finita.

Dopo quel fatto, la vita tornò ad essere monotona in città. Anche lo sceriffo poté vivere giorni sereni, per qualche tempo sino a che giunse una brutta notizia. Jack Black era uscito di carcere e si stava dirigendo verso Nowhere.

Se era stato in prigione era colpa dello sceriffo e ora voleva saldare il conto. Era in viaggio con il suo scagnozzo più fedele. Jack era un bandito pericoloso, sanguinario e crudele. Non era persona da prendere sottogamba.

Tom Peacock era un uomo flemmatico, ma sapeva quali erano i suoi limiti. Sapeva che non avrebbe potuto competere con la pistola di quel delinquente. Non era abbastanza veloce. Però sapeva anche uno così lo si doveva fermare a tutti i costi.

O almeno tentare.

Ma come? In città tutti avevano paura di Jack, incluso il suo aiutante, che sarebbe stato più di impiccio che di aiuto. Susy la moglie quando venne a sapere del fatto si precipitò nell’ufficio del marito. «Tom, ho saputo che Jack Black sta venendo qui. Chiama gli sceriffi federali, i rangers o chi vuoi, ma non puoi affrontarlo tu! È un pistolero veloce e tu non spari da anni. Ti prego! Pensa a noi!».

Tom si sentì in imbarazzo. La situazione era già difficile di per sé, però se pensava alla famiglia era ancora peggio. Sapeva quale sarebbe stata la vita di una vedova nel selvaggio West.

Doveva fare l’eroe o il capofamiglia?

Aveva dei doveri verso moglie e figlio, ma se ne era assunto altri verso la comunità.

I due doveri non si conciliavano.

La situazione era conseguenza delle sue scelte e ora toccava a lui risolverla. Aveva giurato di proteggere i suoi concittadini e lo avrebbe fatto.

Doveva.

Il prezzo sarebbe stato molto caro, ma doveva.

Era un uomo. Gli uomini non scappano, anche se sanno che potranno morire. La famiglia veniva dopo. Era la scelta giusta, anche se amara.

Fissò la moglie negli occhi, mentre la prendeva per le spalle: «Susy sta tranquilla. Jack non è ancora arrivato e può succedere di tutto. Certo verranno gli sceriffi federali e lo affronteranno loro, non preoccuparti, tutto si risolverà bene». Lo disse sapendo di mentire. Sapeva che doveva calmare sua moglie, ma come faceva, se non era calmo lui? Era la prima volta in vita sua, che provava sentimenti di angoscia, ma doveva reggere, e sperare in Dio.

Non aveva mai avuto paura ad affrontare i malviventi, ma questa volta, più che la sua vita, era a rischio il futuro della sua famiglia.

Passarono alcuni interminabili giorni, in cui Tom dovette dimostrarsi forte e sicuro, anche se dentro di sé era spaventato. Il coraggio non è l’assenza di paura, ma la capacità di dominarla. Questo doveva fare.

Finalmente, dopo qualche giorno di angoscia, Jack arrivò in città con il suo tirapiedi. Lo sceriffo era ancora in casa. Il fuorilegge in strada si mise a urlare: «Tom Peacock bastardo vieni fuori! Vediamo se hai il coraggio di affrontarmi! Vieni, voglio regolare i conti una volta per tutte!». Lo sceriffo se pur esitando, si allacciò il cinturone. Stava per uscire, quando la moglie gli si buttò addosso e cercò di fermarlo. «Tom per favore, Aspetta, voglio dire una preghiera per te. Se proprio devi andare, ma aspetta un momento».

Lo sceriffo la guardò e vide che la donna aveva il viso rigato dalle lacrime. Ebbe un momento di esitazione, intanto il bandito continuava ad urlare. Tom cercò di divincolarsi, ma Susy, dopo aver sentito quelle urla, si era attaccata a lui disperatamente, con tutte le sue forze. In quel momento in strada si sentirono dei colpi di arma da fuoco. Quanti? Non li aveva contati. Di colpo riuscì a liberarsi. Fuori per terra giacevano tre corpi. Riconobbe due persone: Jack e Bill Cork. L’ultimo si muoveva e si alzò. Era ferito, ma non gravemente.

Jack e il suo tirapiedi, non si muovevano: erano morti.

Bill guardò lo sceriffo e fece una smorfia che avrebbe voluto essere un sorriso: «Hai visto che la mia presenza è stata utile? Tu sei stato un amico. Sei un uomo giusto e corretto. Le persone come te sono rare. Non potevo lasciarti uccidere. Ti stimo troppo. Per questo sono intervenuto».

Tom era commosso e corse a soccorrerlo. Lo abbracciò e gli disse: «Bill, ti devo la vita. Non ho parole per ringraziarti».

«Allora non dire niente» gli rispose l’amico.

Due giorni dopo Bill Cork, in migliori condizioni, ma non ancora completamente guarito, decise che doveva partire.

«Resta ancora qualche giorno, saremmo felici di averti ancora con noi. Qui puoi restare quanto vuoi». Così Susy.

«Sì, davvero sarebbe un grande piacere averti ancora qui. Aspetta a partire. Non sei ancora guarito» aggiunse Tom.

Il pistolero scosse la testa: «Vi ringrazio, ma è stato solo un brutto graffio. Ho visto ben di peggio! Quelle canaglie non sanno sparare. Sto molto meglio e voglio tornare al mio ranch. Dorothy mi aspetta. Ha accettato di sposarmi. Per lei appenderò la pistola al chiodo. Chissà forse un giorno ci rivedremo».

Lo guardarono allontanarsi a cavallo. Mentre la sua immagine svaniva in lontananza nella prateria, Tom mise un braccio intorno alle spalle di Susy, che si strinse a lui.

Francesco Cordero di Pamparato

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Articolo pubblicato il 26/03/2023